Marchionne: Volkswagen replica e chiede le dimissioni dell’AD dall’Acea
Dura presa di posizione della casa tedesca
Com’era prevedibile, le parole di Marchionne rilasciate in un’intervista all’International Herald Tribune nei giorni scorsi hanno scatenato polemiche a non finire. Volkswagen si è ovviamente indispettita per le accuse formulate dall’AD del Gruppo Fiat e ha chiesto a gran voce le dimissioni dal ruolo di presidente dell’Acea, l’associazione che riunisce tutti i costruttori di auto europei.
Ricapitoliamo la situazione: Sergio Marchionne, intervistato dall’Herald Tribune in merito alla richiesta nei confronti dell’Unione Europea di intervenire per equilibrare la discrepanza tra domanda e offerta nel mercato dell’auto, attualmente soggetta ad una grave eccedenza di offerta, nei giorni scorsi ha criticato pesantemente Volkswagen e la sua politica dei prezzi. La crisi economica che si sta vivendo attualmente nel mondo dell’auto e non solo non avrebbe precedenti e la politica di sconti estremamente aggressivi messa in atto dalla casa di Wolfsburg sarebbe così dannosa da causare, nella visione dell’amministratore Fiat, un vero e proprio “bagno di sangue”.
Ovviamente la Volkswagen non poteva prendere alla leggera una simile dichiarazione e attraverso le parole di Stephan Gruehsem, responsabile della comunicazione della casa tedesca, ha dichiarato che Marchionne non sarebbe più sostenibile come presidente dell’Acea e dovrebbe quindi presentare le sue dimissioni dal ruolo. Al momento non si hanno notizie di risposte da parte di Fiat.
Una situazione che rischia di degenerare quella tra Volkswagen e Marchionne e che potrà avere influenze su qualsiasi trattativa futura all’interno delle case europee.
Foto: Flickr
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La lunga militanza anglosassone ha abituato M. ha dire sempre apertamente il suo pensiero.La diplomazia europea si è abituata ad una espressione tra le righe della propria visuale ma la realtà è lapalissiana:quando c’è sovraproduzione di beni i prezzi calano,E’ la regola del libero mercato.Non c’è ne da stupirsi ne da rammaricarsi.