Nuova Jeep Compass MY 2017, ritorno alla polvere [VIDEO TEST DRIVE]

Il SUV nato per il viaggio ripensa all’off-road

Quando venne presentata la sua prima versione nel 2006 sembrava più che evidente come il nuovo Jeep Compass rappresentasse una variante notevole nell’offerta del marchio. Una vettura sempre fuoristrada, ma di sicuro più tranquilla e pensata per i lunghi viaggi. Con l’ultima versione questo viene confermato, ma allo stesso tempo la sua forza da off-road viene sottolineata come non mai

La Jeep Compass è stata nelle sue prime incarnazioni una “Jeep” diversa dal solito. Senza eccedere, ovviamente, ma più orientata verso il viaggio e la vita quotidiana che verso l’off-road. Qualcosa di diverso, dato che anche l’enorme Grand Cherokee comunque possiede delle doti da sterrato seconde a nessuno. Con il passare degli anni, però, l’anima avventuriera della Compass si è rifatta sotto. Del resto la parola stessa “compass” non si riferisce allo strumento di precisione (che comunque viene usato in navigazione, quindi un richiamo all’esplorazione ci sarebbe anche), bensì alla parola inglese che sta per “bussola”. Non a caso il simbolo della vettura. Ecco allora che davanti a noi, a Lisbona, si presenta un’auto comoda e pratica, ma allo stesso tempo forte e spavalda, soprattutto sotto il punto di vista meccanico.

Guardate anche solamente dal punto di vista estetico: il Model Year 2017 non rivoluziona la struttura del Compass, ma lo rifinisce e lo rende senza dubbio molto più caratteristico e accattivante. Il tetto di colore nero lo rende più agile e scattante e in generale le linee della vettura sono molto più belle da vedere e creano una personalità decisa. Sul frontale troviamo sempre la caratteristica griglia a sette feritoie, completata da gruppi ottici di ultima generazione con la particolare colorazione bianca della cornice, che trasforma il faro in un vero e proprio “occhio” (se affascinante o inquietante, questo lo lasciamo decidere a voi).
All’interno troviamo il classico ambiente Jeep, ovvero ben curato, con materiali di una qualità piuttosto alta e un design filante che riprende direttamente gli esterni. La volontà è quella di creare un ambiente che possa essere di classe, ma al tempo stesso pratico e vicino alle esigenze di chi vuole portare all’avventura quest’auto. Abbiamo quindi una plancia molto pulita nelle linee e nelle forme, con il classico volante Jeep ben inserito nel contesto. Le sedute sono abbastanza comode e ci hanno impressionato soprattutto quelle posteriori. Il già ampio spazio disponibile è aumentato di altri 8 cm, rendendo persino per chi vi scrive, non proprio un “peso piuma”, l’ambiente estremamente confortevole. Al centro di tutto svetta lo schermo del sistema di infotainment Uconnect, giunto alla quarta generazione. Un software ben congegnato e abbastanza pratico da usare, disponibile in versioni con display da 5, 7 e 8,4 pollici, con queste ultime due versioni disponibili anche con Apple CarPlay e Android Auto. Da non dimenticare poi il display TFT posto al centro del quadro comandi, che nei suoi 4,7 pollici di diagonale mostra tutte le informazioni necessarie per il viaggio. Buono il bagagliaio: si parte da una base di 368 litri, che può aumentare anche fino a 438 grazie al vano inferiore (in questo caso però occorrerebbe rinunciare alla ruota di scorta). Abbattendo tutti i sedili si arriva a 1.251 litri di apice.

Dal punto di vista meccanico, la Compass ha fatto dei notevoli passi avanti per migliorare compattezza e manovrabilità. La struttura nel suo complesso è ora composta per il 65% di acciai ad alta resistenza, il che porta dei vantaggi sia in termini di peso che di resistenza. Gran lavoro è stato fatto sulle sospensioni, con delle MacPherson sull’avantreno e delle Chapman sul retrotreno, il tutto per aumentare sia la capacità di guida che il comfort in condizioni difficili. Gli angoli di attacco sono buoni (30° davanti e 33,6° dietro), così come l’altezza di scollinamento (21,6 cm) e la distanza tra ruota e passaruota (20 cm massimo). Dati che non rendono certo la Compass inarrestabile, ma sicuramente capace di cavarsela in molte situazioni brutte, soprattutto con la super attrezzata versione Trailhawk e le nuove funzioni Jeep Skills, che consentono di controllare in tempo reale tutte le caratteristiche tecniche della vettura, dalla temperatura del motore alla coppia divisa per ruote, direttamente sul display del sistema di infotainment. Il pulsante Select Terrain Traction Managmenet System consente di cambiare la configurazione dell’auto, andando ad agire anche sulla mappatura dei pedali e le curve di motore e centralina, in maniera completamente automatica o personalizzata per neve, sabbia o fango. Si tratta di raffinatezze, ma del resto Jeep si rivolge anche ad un certo tipo di pubblico appassionato. Il risultato è una vettura capace di affrontare guadi fino a 48 cm e con i meccanismi vitali coperti da protezioni di acciaio da 3 mm, per essere sempre sicuri di non rimanere a piedi.
Il tutto naturalmente è completato da una gamma di motori all’altezza. Nel nostro Paese troveremo prima di tutto il 1.400 a benzina con potenza da 140 e 170 Cv, il primo disponibile con il manuale a sei marce, mentre il secondo dotato dell’ormai famoso automatico a nove rapporti e trazione integrale. Tra i diesel, invece, troviamo il 1.600 da 120 Cv come modello di entrata e il 2.000 da 140 e 170 Cv per i piloti più esigenti. Purtroppo non arriverà sul nostro mercato il 2.400 da 184 Cv, riservato ad altri mercati più interessati ad una simile meccanica (America e Medio Oriente soprattutto).

Tutto questo viene completato da un listino interessante. Il modello di base viene proposto a 25.000 €, ma secondo le previsioni della casa gli allestimenti più interessanti per il pubblico, con il migliore rapporto qualità/prezzo, si assesteranno intorno ai 32-33.000 € circa. Il lancio è previsto per il prossimo luglio.

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