Suzuki Ignis Ibrida 2020: prima PROVA SU STRADA del nuovo mild hybrid [FOTO e VIDEO]

Potenza da 83 Cv e percorrenza fino a 25 km/lt

La nuova Suzuki Ignis ibrida 2020 doveva essere il pezzo forte del marchio giapponese al Salone di Ginevra di marzo, ma con la sua sospensione abbiamo dovuto aspettare oggi per poterci mettere al volante. Si tratta di un facelift molto delicato della generazione lanciata nel 2017, ma in realtà ciò che è cambiato veramente si trova al di sotto della carrozzeria. Per questo motivo il primo contatto che state per leggere assume un’importanza degna di nota, alla luce anche delle 30.000 unità vendute in appena tre anni di vita commerciale. Come sarà questa versione riveduta e corretta della Suzuki Ignis?

Stile distintivo: arrivano la nuova griglia e lo skid plate

Nella nostra intervista con il presidente di Suzuki Italia Massimo Nalli, che potete trovare in calce a questa prova, la Suzuki Ignis viene definita come un “SUV compatto urbano”. Una definizione che calza particolarmente bene con questo facelift 2020, in quanto sono state fatte delle sottili modifiche che hanno dato un certo look da SUV off-road a questa compatta cittadina. Parliamo naturalmente di aggiunte di livello squisitamente estetico, per quanto i sui 18 cm di altezza da terra, il suo angolo di attacco da 19,8° e di uscita da 39,9° (con scollinamento a 19,9°) consentano ugualmente alla Ignis di affrontare strade bianche e sterrati senza difficoltà, soprattutto se dotata della trazione integrale AllGrip. In questo senso il nuovo skid plate aggiunto sia al fascione anteriore che a quello posteriore smette di essere un’aggiunta puramente visiva, ma la si può accettare come una reale protezione per il sottoscocca. A causa di questa modifica sono stati spostati anche i fendinebbia, sia anteriori che posteriori, i quali si trovano ora in quattro posizioni indipendenti, con cornice in plastica nera a contrasto per quelli davanti. Anche la griglia è stata modificata e ora presenta quattro elementi cromati che richiamano la forma dei fari ai lati, il tutto naturalmente caricato dal logo della casa al centro, a sua volta cromato. Sono stati confermati tutti i tratti distintivi che richiamano la storia del marchio giapponese, a cominciare dal triplo segno incavato sul terzo montante che si ispira alla Suzuki Cervo del ’68. Questo è accompagnato dal tetto sospeso ispirato alla Swift del 2005 e la stessa griglia a cinque elementi, che deriva dalla LJ del ’70. Fanno il loro debutto tre nuovi colori per la carrozzeria: l’Avorio Nairobi, il Giallo Nepal e il Verde Dublino. Praticamente invariate le dimensioni generali della vettura, con la sola altezza cambiata di 1 cm. La lunghezza si assesta sempre sui 3,7 metri, la larghezza sugli 1,69 metri e l’altezza tocca quota 1,6 metri. La compattezza e la praticità sono quindi garantite.

Due allestimenti e pochi ritocchi all’abitacolo

Pochissime le modifiche anche all’interno dell’abitacolo, caratterizzato come sempre da un buon mix di materiali composto da tessuti tecnici e plastiche dure. Piacevole al tatto anche il rivestimento del volante, che garantisce un buon grip durante alla guida e non risulta troppo duro o “cheap”. Sono stati fatti alcuni cambiamenti a livello di decorazione interna, con i due allestimenti Cool e Top decorati con inserti Blu o argento Silver. Un piccolo accorgimento lo troviamo sul quadro comandi, che ora adotta una colorazione più chiara sul tachimetro per migliorarne la leggibilità durante la marcia. Invariato il sistema di infotainment, che mantiene la sua diagonale da 7 pollici e conferma la compatibilità con Apple CarPlay e Android Auto. Buona la dotazione di spazi per i propri oggetti personali, tra i quali si segnala il vano portadocumenti frontale diviso in due spazi per un maggior ordine. La forma della carrozzeria permette anche ai passeggeri adulti di avere a disposizione un discreto spazio per la testa e la panca su cui si siedono è montata su un binario che le permette un gioco da 16,5 cm. Questo extra, insieme al frazionamento 50:50 dei sedili, permette al bagagliaio di oscillare tra i 260 e i 360 litri di capienza minima, decisamente abbondante per una segmento A di queste dimensioni (per quanto questo non le consenta di poter essere l’unica vettura di una famiglia che desidera viaggiare).

Nuovo motore benzina, ma soprattutto nuova batteria più capiente

Questo facelift della Suzuki Ignis 2020 sancisce il definitivo passaggio della gamma al mondo ibrido. Il motore solamente a benzina, infatti, è completamente uscito dal listino, lasciando spazio solamente a questo mild hybrid. La sua base è comunque un’evoluzione dell’unità precedente, che passa così dalla generazione K12C all’attuale K12D. Si tratta di un 1.200 benzina DualJet con una potenza massima di 83 Cv, ma ciò che più ci interessa è la coppia. Questa è rimasta sempre sui 107 Nm, ma questi sono ora disponibili ad un regime di 2.800 giri al minuto contro i 4.400 della versione andata in pensione. Ciò significa che la Ignis riesce ad avere una discreta agilità, senza però che questo vada a scapito dell’efficienza, che in fondo è il suo obiettivo principale. Rispetto al MY 2017 ibrido, infatti, i consumi nel ciclo combinato sono passati da 4,7 a 3,9 litri ogni 100 km, ovvero circa 25 km/litro. Anche nel ciclo urbano i risultati dichiarati hanno fatto un deciso passo in avanti, passando da 5,7 a 4,2 litri/100 km, quindi circa 23 km/litro. Si tratta naturalmente del miglior risultato ottenibile con questo motore, per cui prima di esprimerci sull’affidabilità di questi dati vi diamo appuntamento al nostro futuro Com’è & Come Va.

Parola d’ordine: praticità. Arriva anche il cambio automatico

La nuova Suzuki Ignis Hybrid 2020 è disponibile con il cambio manuale a cinque marce oppure, grande novità, con l’automatico CVT a sette rapporti, dotato persino dei paddle al volante. Il manuale si comporta piuttosto bene, anche se magari alle alte velocità si sente la mancanza della sesta marcia. Occorre però ricordare che questa Ignis è stata pensata prima di tutto per la città, per cui molto difficilmente si dovrebbe avere a che fare con questo genere di percorrenze. Il cambio automatico CVT, disponibile unicamente con l’allestimento più ricco Top, si comporta abbastanza bene per quanto riguarda le cambiate, estremamente lisce e senza singhiozzi, al punto che se non ci si fa attenzione si potrebbe anche non capire esattamente in che rapporto ci si trovi. Abbiamo forse trovato i rapporti un po’ lunghi in alcune occasioni, ma questo dipende moltissimo anche dallo stile di guida. Il volante è sensibile ad un giusto grado, senza essere né troppo leggero o troppo pesante. Anche con la trazione anteriore il motore non è andato in difficoltà sulle salite, mentre se dovete affrontare un po’ di strade bianche, allora la trazione AllGrip con giunto viscoso rappresenta una scelta raccomandata. Anche la Ignis gode delle tecnologie ADAS di guida autonoma delle altre vetture Suzuki, caratterizzate dai fantasiosi nomi commerciali che il marchio ha deciso di usare, ovvero il “restasveglio” per l’attenzione del guidatore, il “guidadritto” per il segnale sonoro di controllo della corsia, “l’attentofrena” per la frenata di emergenza e “l’accompagnami” per le luci dei fari di cortesia.

Quanto costa la nuova Suzuki Ignis ibrida?

La nuova Suzuki Ignis Hybrid 2020 è già disponibile nei concessionari, ad un prezzo di listino che parte da 16.500 €. È comunque presente un’offerta di lancio con vantaggi fino a 2.000 €. È stato programmato un weekend di porte aperte per il prossimo 20-21 giugno (domenica 21 solamente su appuntamento).

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