Pagani Utopia, la nuova hypercar raccontata da Horacio Pagani [VIDEO INTERVISTA]
Horacio: “I clienti volevano un 12 cilindri e non ne volevano sapere niente dell’ibrido”
Dopo la sua presentazione mondiale, la nuova Pagani Utopia si è mostrata anche in uno scenario più unico che raro. Parliamo del Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci di Milano, dove per due settimane si terrà una mostra, intitolata “Le forme dell’aria: da Leonardo a Pagani Utopia”, dedicata alla connessione tra la nuova hypercar e lo stesso Leonardo, di cui sono esposti ben sei disegni originali prestati eccezionalmente dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana. Per l’occasione abbiamo potuto farci raccontare la nuova Utopia direttamente dallo stesso Horacio Pagani, fondatore e capo designer dell’omonima casa.
Com’è nata la Pagani Utopia? Da che cosa si è partiti e che cosa si voleva ottenere con questa vettura?
Dopo C8 Zonda e C9 Huayra era necessario cominciare a lavorare sul nuovo progetto. Perciò i clienti cominciavano a darci dei segnali, a raccontarci qual era il livello del loro desiderio. Perché in fondo noi dovevamo fare quello che i clienti riescono a comprare. Raccogliere delle idee dalla loro parte è stato un compito [di cui occuparsi] anche prima del 2016 e pure dopo. L’idea era comunque di fare una macchina che potesse durare nel tempo, così com’è stato per Zonda e per Huayra. Perciò lavorare per riuscire a creare una macchina senza tempo. Un’automobile però, oltre la linea e la forma esterna, deve omologarsi a certe normative mondiali e questa si conforma ai più alti standard. Perciò c’era anche tutta una parte tecnica da dover affrontare. I clienti volevano un 12 cilindri e non ne volevano sapere niente dell’ibrido. Non interessava. Volevano avere una macchina leggera ed è questo che ci distingue.
Da lì sono partite le prime idee. Ci siamo incontrati con il team. La squadra ci ha lavorato, io ho lavorato anche da casa per cercare di sviluppare il concetto, le linee, le forme e le dimensioni. E poi è stato un lavoro di ricerca di stile. Proprio una vera attività di ricerca. Non conformarti con il primo tratto che hai fatto, ma continua a lavorare. Da lì [abbiamo creato] dieci modelli in scala, due modelli 1:1 fino ad avere otto prototipi e il modello per la galleria del vento. Volevamo una macchina sinuosa, dove l’aerodinamica fosse estremamente efficiente, ma non si vedesse. Un po’ come le macchine anni ’60 e ’70, quando non si pensava all’aerodinamica, ma soprattutto alla forma bella. Noi abbiamo cercato di lavorare nell’intento di creare una forma bella, però contemporaneamente anche efficiente dal punto di vista aerodinamico. Così è andato avanti il progetto per svariati anni, finché un anno e mezzo fa l’abbiamo congelato nella linea generale. Però dopo ci siamo concentrati, anche fino ad ora. Ancora c’è+ uno step di miglioramento sui dettagli. Che è un po’ quello che il cliente Pagani è abituato a ricercare. Maniacale sui dettagli.
Quali sono le caratteristiche tecniche fondamentali dell’Utopia?
La macchina ha un V12 con 864 CV e 1.100 Nm di coppia. Un motore veramente fantastico, fatto da AMG. L’auto pesa soltanto 1.280 kg e si conforma, come dicevo prima, agli standard più alti d’America. Ha fatto tutte le prove di omologazione e si conforma agli standard della California per quanto riguarda l’inquinamento. Abbiamo fatto fare a Pirelli queste gomme gigantesche, 21 e 22 pollici, perché mi servivano per avere questo design abbastanza accattivante. Questa sinuosità dei passaruota anteriori e posteriori richiedevano una ruota alta, che è anche efficace ed efficiente. Abbiamo utilizzato le ultimissime tecnologie che hanno sviluppato nel campo dei compositi e di altri materiali. Tutta la produzione completa, però, è stata fatta al nostro interno.
Perché il nome Utopia?
Perché quando tu cominci a fare un progetto, immagini sempre questo mondo ideale. Perciò noi dobbiamo volare con la fantasia, verso qualcosa di utopico. Vogliamo volare verso un ideale. Questo è stato il nostro intento durante il progetto. Poi il cliente continuerà a immaginarsi la macchina e anche lui ad essere parte di questo viaggio immaginario.
La Pagani Utopia è stata presentata al Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci di Milano, associata ad una mostra. Di cosa si tratta?
Leonardo è stato un grande maestro per tutti noi. È stato lui a insegnarci che l’arte e la scienza possono camminare insieme. Milano è un posto che mi è molto caro, appunto perché Leonardo ha trascorso un bellissimo periodo qui. Questo posto è davvero incredibile: la Sala del Cenacolo è fantastica e avere questi sei disegni originali di Leonardo che accompagnano la macchina è per noi un privilegio e un grande onore che ci è stato concesso dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana.
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