Parcheggi per disabili: parte a Roma la sperimentazione del dissuasore mobile Tommy
Un progetto ACI ispirato dalla Onlus Insettopia
La questione dei parcheggi riservati ai portatori di handicap è sempre molto delicata. Ancora troppa gente, infatti, è portata a pensare che la propria fretta e comodità sia superiore al rispetto di persone costrette ad affrontare impedimenti ben più gravi della semplice difficoltà di parcheggiare. In un mondo perfetto questi spazi verrebbero sempre rispettati, ma dato che non viviamo purtroppo in un simile luogo, ecco allora che le iniziative come Tommy sono assolutamente le benvenute.
Tommy è un dissuasore per parcheggi di tipo elettronico, alimentato a energia solare e creato dalla società ONLUS Insettopia, fondata da Gianluca Nicoletti. Il nome dell’apparecchio deriva da quello di suo figlio Tommaso e si propone di riuscire a conservare il parcheggio per poi concederlo solamente a coloro che ne hanno effettivamente diritto. Il primo esemplare di questo dissuasore si trova ora in via Gulli a Roma e sarà visionato per tre mesi. Se l’esperimento avrà successo, potrà partire la diffusione a livello nazionale. Il funzionamento di Tommy è piuttosto semplice: il suo segreto è l’installazione, particolarmente semplice. Viene piazzato al centro del parcheggio e può essere abbassato unicamente mediante l’utilizzo di un telecomando. Tommy è stato ingegnerizzato da ACI Consult, società del gruppo ACI specializzata in servizi per l’ambiente e la mobilità.
«Tommy diventa realtà fruibile da tutti grazie al confronto continuo del sistema territoriale di ACI con le istituzioni nazionali e locali – ha dichiarato il presidente dell’Automobile Club di Roma, Giuseppina Fusco – e l’evidente efficacia di questo dispositivo accelererà l’iter burocratico necessario per la diffusione su scala nazionale. Serve comunque una semplificazione normativa, anche se lo spirito della legge verso la tutela dei disabili e dei loro diritti è la chiave che aprirà tutte le porte. Con Tommy, ACI rafforza il suo impegno a favore delle utenze più deboli della mobilità».
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Per fortuna ci sono dei servizi alternativi, perché non tutti i disabili hanno la possibilità di guidare!