Caro carburanti: le ipotesi per frenare l’impennata dei prezzi

Dall'eliminazione di alcune accise alla riduzione dell'Iva

Caro carburanti: le ipotesi per frenare l’impennata dei prezzi

Il pesantissimo aumento dei prezzi dei carburanti sta mettendo in grossa difficoltà gli italiani e, in particolare, l’intero settore dei trasporti. La soglia dei 2 euro al litro è stata ampiamente superata da benzina e diesel, con il rischio di andare ancora più in alto, come effetto dei rialzi delle materie prime per la guerra in Ucraina.

L’accusa del ministro Cingolani

Contro questa corsa al rialzo ha usato parole molto dure Roberto Cingolani, il ministro della transizione ecologica: “Il mercato ha alzato i prezzi in maniera irragionevole e questo aumento lo stanno pagando le nostre imprese – ha detto a Sky TG 24 – I prezzi dell’energia stanno crescendo in maniera assolutamente non correlata alla realtà dei fatti. Siamo in presenza di una colossale truffa che viene dal nervosismo del mercato ed è fatta a spese delle imprese e dei cittadini”.

Cosa fare

La situazione in Ucraina, purtroppo, non pare sulla via di una risoluzione rapida, ma non è nemmeno pensabile possa continuare questa salita infinita dei prezzi ai distributori. Cosa fare, allora? Da più parti si sta chiedendo una revisione delle accise, visto che molte delle quali finanziano disastri naturali ormai lontanissimi, come l’alluvione di Firenze del 1966. E non sono mai state eliminate per fare cassa, nonostante la motivazione diretta non sussista più.

Le associazioni dei gestori hanno chiesto il ritorno della ‘accisa mobile’, cioè una diminuzione per compensare le maggiori entrate dall’Iva, visto l’aumento dei prezzi. Si parla anche di una riduzione dell’Iva sui carburanti, dal 22 al 15% (spingendosi anche al 5%), vista l’impennata dei prezzi e, dunque, i ricavi maggiori. Tutte soluzioni potenzialmente valide, ma è il momento di agire con i fatti e non solo a parole. Altrimenti, il mondo dei trasporti potrebbe paralizzarsi.

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