Range Rover Evoque 2.2 SD4, prova su strada 2015

Nove marce posson bastare?

La più modaiola e trendy delle vetture delle Range Rover, che nasconde sotto un vestito elegante un animo da vera Land Rover anche grazie al sempre presente Terrain Response, si è recentemente dotata di una trasmissione automatica a ben 9 rapporti, prima tra tutte le concorrenti, abbinata al collaudato 2.2 litri a gasolio, qui nella più potente versione da 190 CV

Range Rover Evoque 2.2 SD4 ZF 9HP: Fece scalpore al suo lancio, introducendo di fatto concetti mai visti prima. Era il 2011 (2007 se arriviamo al concept LRX da cui deriva) ed ha saputo mantenersi fedele a se stessa senza grandi modifiche proprio per un design talmente innovativo da non essere ancora invecchiato. Gli interventi dello scorso anno sono stati tutti sotto pelle, il principale dei quali gli fece conquistare, se pur con un vantaggio minimo sulla avversaria di Casa Jeep, il record di prima vettura di serie dotata di un cambio a 9 rapporti. Di tutti i SUV che potete scegliere, quelli che sfoggiano il marchio Ranger Rover sono in assoluto i più “veri” che si possano scegliere. Perfettamente a loro agio sulle strade asfaltate, passano con disinvoltura al fuoristrada vero, con doti assolutamente inattese e con una sicurezza da primato.

Design e Interni: [xrr rating=4.5/5]

Piace come quando era appena nata, dentro è premium fino all’ultimo dettaglio
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La Evoque continua a far girare la testa anche a distanza di 4 anni dal suo debutto. Sportiva e con un look che allontana il concetto del fuoristrada duro e puro, pur nascondendo doti che sono d’obbligo per le auto che sfoggino questo marchio, è caratterizzata dal tetto spiovente da coupé (concetto poi ripreso da altre concorrenti) e dalle grosse ruote, meglio se abbinate a cerchi da 19 o 20”. Forse non tutti lo ricordano, ma la Evoque fece scalpore non solo per un look unico e molto personale, ma anche perché deve il suo design, almeno in parte, alla Posh Spice Victoria Beckham. La collaborazione tra la Ranger Rover e la star inglese era anche sfociata in una versione speciali della piccola Range. L’esemplare in prova è un allestimento particolare, con vistosi adesivi sulla carrozzeria, abbinati alle strisce bianche che partono dal cofano e proseguono lungo le fiancate. Come bianchi sono anche i grossi cerchi, oltre alle scritte Range Rover sul cofano e sul portellone del bagagliaio. A stupire sono le dimensioni, non tanto in valore assoluto, ma per il loro rapporto. Lunga appena 436 centimetri, sfora di molto i 2 metri di larghezza a specchietti aperti. Ne esce una vettura dal muso cattivo ed imponente, caratteristica ribadita dalla calandra forata e da altri dettagli come la forma del paraurti che si assottiglia nella zona centrale per lasciar spazio ad una presa d’aria nella parte inferiore, dai fari anteriori il cui taglio lascia spazio ai muscolosi passaruota, che “mangiano” anche una porzione di cofano. Linee tese e scolpite dal sapiente uso delle nervature, che troviamo in abbondanza, a partire dal cofano, ma soprattutto sulla fiancata. Questo è forse l’elemento di maggior originalità della Evoque, con un cuneo rovesciato, formato dalle linee inferiore e superiore delle finestratura, grazie ovviamente al tetto spiovente, elemento che caratterizza e rende unico il look della piccola Range. Posteriormente il lunotto sottile ed il generoso spoiler che lo sovrasta donano l’ultimo tocco di sportività ad un’auto che non vuole certo passare inosservata. Anche se dimensioni e forme sono identiche, la Evoque si può scegliere a 3 porte, nei listini con il nome Coupé, mentre quella della nostra prova è a 5 porte.

Interni: A dispetto di un prezzo d’attacco abbordabile dentro è una vera Range Rover
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Certo, avendo congrue disponibilità economiche e mettendo mano alla lista degli optional, la Evoque si può trasformare in un vero e proprio salottino di lusso, personalizzato secondo i propri gusti personali. La base è tutt’altro che malvagia. Salendo a bordo si è infatti colpiti dalla cura del dettaglio e dai materiali pregiati. Oltre alla pelle dei sedili, stupisce il cruscotto, con una moderna fascia orizzontale in alluminio, che ospita le bocchette dell’aria rettangolari, circondata da finiture in materiali piacevoli anche al tatto, con cuciture eleganti in bella vista ed una cura maniacale al più piccolo dei dettagli. Nulla è lasciato al caso, se volessimo fare i pignoli fino in fondo, la grande qualità, nei casi di eccellenza, obbligherebbe a nascondere nella parte alta del cruscotto l’alloggiamento dell’airbag passeggero, che i perfezionisti vorrebbero non visibile. La strumentazione è quella ormai comune alle vetture del gruppo Jaguar – Land Rover, con un display a colori centrale e due classici elementi circolari. Pulizia delle linee anche per il tunnel centrale, con due eleganti e robusti elementi in alluminio sui fianchi, ed un ordine quasi perfetto per tutti i comandi, dal climatizzatore, all’infotainment, a cui è dedicato un ampio touchscreen, affiancato da comodi e semplici tasti. Se, come nel nostro caso, avete scelto lo ZF a 9 marce, a questa trasmissione sono abbinati un coreografico selettore a scomparsa, che emerge all’accensione dell’auto, oltre ai paddle al volante, in elegante metallo, ma dal colore sportivo e forati dai simboli “+”e “-“. Tanti altri dettagli danno un sapore unico all’esperienza a bordo. Per esempio le luci soffuse sulle maniglie interne e sui braccioli delle portiere, oltre che nello spazio lasciato libero nella parte anteriore al tunnel centrale, oppure i comandi delle luci interne a sfioro, posti sopra lo specchio retrovisore. Sono ormai famose le sagome del modello proiettate a terra da sotto gli specchietti esterni. Il baule, abbinabile al sistema di apertura e chiusura elettrica, è forse il principale limite dell’abitabilità interna, buona per 4 persone (omologata per 5), un po’ meno per i loro bagagli. I 420 litri sono pochini e sono gli stessi di una vettura di segmento C (una Focus o una Golf, tanto per fare degli esempi) anche se salgono fino a quasi 1.500 con i sedili abbattuti.

Comportamento su Strada: [xrr rating=4.5/5]

Perfettamente a suo agio su asfalto come sulla neve, nel fango o sul letto di un piccolo fiume
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Terrain Response, due paroline magiche che fanno dei SUV di Casa Range Rover i migliori, se non addirittura gli unici, veri SUV, ovvero dei dual purpose, veicoli idonei all’on ed all’off road. La Evoque non fa eccezione e vi può portare a spasso a velocità da autobahn tedesca in autostrada (ha una velocità massima superiore ai 200 Km/h), quanto in un percorso in fuoristrada. Grazie ad un sistema di trazione raffinato, che si basa sul sistema misto meccanico/elettronico Haldex per il differenziale centrale, con una gestione elettronica della frizione multidisco, lo spirito Land Rover emerge chiaro quando le ruote si allontanano dall’asfalto. La Evoque è normalmente una trazione anteriore che, all’occorrenza e in meno di 300 millisecondi diviene integrale. Nel nostro caso l’esemplare in prova era dotato anche di tasti per selezionare le modalità speciali, dedicate alle differenti tipologie di impiego. Per coadiuvare la gestione della trazione l’elettronica lavora anche su altri fronti, con un differenziale elettronico per gestire la coppia tra le due ruote dell’asse posteriore (Active Torque Biasing) ed il Torque Vectoring by Braking che effettua un analogo lavoro utilizzando però i singoli freni. L’elettronica non finisce qui i suoi compiti, visto che il pacchetto di sicurezza attiva è ricco ed include funzioni di assistenza al parcheggio, ma anche assistenza alla frenata, mantenimento della corsia e molto altro. Nella guida su asfalto i 1.670 Kg si avvisano solamente nei rapidi cambi di direzione, ma il rollio è sempre piuttosto contenuto. Ottima anche l’insonorizzazione, anche se come vedremo il propulsore non è tra i più silenziosi, i fruscii aerodinamici sono sostanzialmente assenti anche ad andature sostenute. Quando si prova a mettere le ruote su un terreno diverso dall’asfalto, noi ci abbiamo provato con un prato infangato e con fondi abbondantemente innevati, la Evoque non teme confronto. Raramente ci siamo divertiti a mettere alla prova le capacità di una vettura in off road con la serenità e la consapevolezza di non correre il rischio di trovarci in difficoltà. Senza dover nemmeno fare nessun tipo di selezione o configurazione, perché pensa a tutto lei, in automatico. Davvero impressionante per una vettura che a guardarla sembrerebbe più a suo agio nei luoghi alla moda, piuttosto che in mezzo al fango.

Motore e Prestazioni: [xrr rating=4/5]

La chicca dello ZF a 9 marce merita da sola l’acquisto
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Quando è arrivata la vettura in redazione, è inutile nasconderlo, la curiosità maggiore riguardava il cambio. La Evoque ha infatti il primato di essere la prima vettura di serie con una trasmissione a 9 rapporti. Se la teoria dice che si potrà crescere fino a 10 con ulteriori vantaggi in termini di efficienza e piacere di guida, in molti storcono il naso e fanno battute su numeri impensabili anche solo pochi anni fa. Senza tornare ai cambi automatici a 3 (tre!) rapporti che fino agli anni ’80 erano la regola, basta tornare indietro di 5, massimo 10 anni, ed i cambi arrivavano al massimo a 6 rapporti. Ormai ci eravamo abituati agli 8 rapporti, dove ZF a detta di molti produce la miglior trasmissione, ed i vantaggi nel confronto con i più diffusi 6 sono innegabili. Non solo in termini di consumi, ma soprattutto per la qualità ed il comfort a bordo. Avendo a disposizione il rapporto migliore, si evita di dover tirare le marce, mantenendo sempre il motore ad un regime ottimale e contenuto. Solo quando serve tutta la potenza del propulsore e si affonda il piede sul gas si sfrutta la metà alta del contagiri, con ovvii vantaggi in termini di consumi e comfort. Con una marcia in più il tutto migliora ancora, ma ad incidere è anche il funzionamento del nuovo ZF HP9. Il passaggio dal “vecchio” Aisin a 6 rapporti è di quelli davvero importanti e per svariati motivi. Al di là dei numeri, tecnicamente è un vero gioiellino, con 4 rotismi epicicloidali posti uno all’interno dell’altro per contenere gli ingombri, per lo stesso motivo sono stati utilizzati innesti a denti frontali, che nel contempo offrono ottime prestazioni anche nel contenimento dei trascinamenti, consentendo di mantenere elevata l’efficienza. Prestazioni ed efficienza, ma anche comfort. Questi sono i 3 obiettivi di una trasmissione automatica, e lo ZF HP9 sembra averli centrati tutti. Quando si viaggia nel traffico lavora senza sosta, continuando a “snocciolare” rapporti, salendo e scendendo per mantenere il regime sempre ottimale. Ciò che stupisce e che all’atto pratico convince i più scettici, è il fatto che i cambi marcia siano molto rapidi, ma praticamente impercettibili. Siamo di fronte probabilmente al miglior cambio che abbiamo mai avuto il piacere di provare. Solo se si prova ad usarlo manualmente ci si rende conto di quanto lavoro faccia in automatico. In questo senso i paddle al volante servono più per effettuare una scalata “atipica” quando è necessario, piuttosto che per un utilizzo manuale vero e proprio, che a nostro avviso è assolutamente superfluo. Se proprio ci tenete lo ZF HP9 è in grado di assecondare anche questo “vezzo” con funzionalità sportive, come la cambiata multipla o il Fast-Off, che ricorda la richiesta di scalata se effettuata a regime non corretto e la effettua nel momento in cui la velocità raggiunge il livello appropriato. In generale lo ZF ci è parso eccellere più nella guida in relax piuttosto che in quella sportiva, ma resta comunque anche in questo caso su livelli decisamente molto elevati. Oltre al cambio la Evoque ha anche un motore, che in questa prova, lo ammettiamo, è finito un po’ in secondo piano vista la novità così eclatante relativa alla trasmissione. Ottimo dal punto di vista delle prestazioni, grazie ai suoi 190 cavalli e soprattutto grazie ai 420 Nm, pecca per la sua rumorosità ai bassi regimi. Il 2.2 litri a gasolio, se pur evoluto, è un’eredità dell’era Ford, ed appartiene alla famiglia dei Duratorq. La coppia massima, già a 1.750 giri, garantisce uno spunto sempre molto buono, anche senza dover insistere con l’acceleratore. I dati dichiarati sono molto buoni, anche grazie alla trasmissione il propulsore della SD4 spinge la Evoque a 200 Km/h circa, con uno 0-100 bruciato in 8,8 secondi, un ottimo risultato vista la stazza della piccola Range.

Consumi e Costi: [xrr rating=3.5/5]

Prezzo e consumi variano molto in funzione delle scelte
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Rispondere alla domanda sul quale sia il costo di una Evoque è tutt’altro che semplice. Se il listino sul sito Land Rover parte da 36.600 euro per la TD4 Pure con il 2.2 a gasolio da 150 cavalli, 3 mila euro in più per la SD4 con 190 cavalli da noi guidata, per un esemplare ben accessoriato la spesa sale, di molto. Al di là della versione scelta (la Dynamic costa 8.400 euro in più della Pure) la lista degli optional è lunghissima, si può acquistare di tutto, fino ad arrivare, superandola, alla clamorosa cifra di 70.000 euro! In realtà è ipotizzabile “arrendersi” molto prima, perché raddoppiare il prezzo di un’auto a suon di optional sarebbe folle (almeno a nostro avviso). Giocando con le configurazioni diciamo che si può scegliere la propria Evoque (con la motorizzazione da 190 cavalli) già con ben meno di 50 mila euro di listino, da cui poi partire come base per una trattativa con il concessionario. Tra le cose irrinunciabili mettiamo sicuramente il cambio automatico a 9 rapporti, che si paga con un incremento di 2.400 euro, palette al volante incluse. Tanto per darvi un’idea di quante siano le opzioni disponibili, fermandoci al solo aspetto cromatico esterno della vettura, per un colore diverso dal bianco sono necessari (almeno) altri 820 euro, come nel caso del grigio metallizzato della “nostra” Evoque, a cui si possono aggiungere gli adesivi (forse un po’ troppo vistosi per i gusti di alcuni) per 411 euro (fasce bianche su cofano e fiancate), 620 euro per il tetto con verniciatura a contrasto, altri 1.230 per il tetto panoramico. Mentre per i cerchi si parte dai 17” di serie, fino ad arrivare agli sportivissimi 19”, dipende dal vostro gusto e dalla disponibilità a spendere (sono necessari 2.050 euro per i più grossi). Ma la lista è davvero lunga, guardando all’esemplare in prova troviamo, ad esempio, l’adaptive Dynamics, tramite il quale poter scegliere il Dynamic Mode, che costa altri 1.130, il portellone con meccanismo di apertura e chiusura elettrici, oppure un pacchetto di optional che include l’impianto audio Meridian, con 11 altoparlanti e 380 Watt di potenza, il navigatore con schermo 8”, bluetooth per connettere il cellulare ed il sistema di luci interne soffuse (Pure Business + 4.060 euro). In quanto a consumi il cambio ZF 9HP promette riduzioni fino al 16%, dati ZF nel confronto con un 6 rapporti della medesima Casa a 120 Km/h, mentre sulla Evoque il dato è -11,4% rispetto al precedente modello con cambio Aisin. Durante il nostro test abbiamo rilevato un valore di circa 15 Km/l ai 130 Km/h autostradali, mentre il dato medio si è attestato intorno ad 8 litri per 100 Km (o 12,5 Km/l se preferite). Un valore molto buono tenendo conto della stazza e delle dimensioni della sezione frontale dell’auto, che se pur moderna nelle linee, è decisamente imponente e squadrata.

In conclusione
Passano gli anni, ma l’Evoque resta uno dei SUV di maggior fascino e prestigio. Pecca solo per le dimensioni del bagagliaio (allineate a quelle di una Golf), ma offre un piacere di guida ancora maggiore grazie al cambio a 9 rapporti. Ottima in strada come in off road (per chi volesse cimentarsi), parte da un prezzo interessante a patto di essere parchi con gli optional.

Pro e Contro

Ci PiaceNon Ci Piace
Linea sempre affascinante, gran qualità e cambio ZF a 9 marceRumorosità motore, capacità bagagliaio e prezzo se non ci si limita con gli optional

:Range Rover Evoque 2.2 SD4: la Pagella di Motorionline

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