Ssangyong ottiene la “protezione dalla bancarotta” solo per tre mesi
Tira brutta aria per SsangYong. Ecco cosa sta succendendo
SsangYong ha ottenuto la “protezione contro la bancarotta” lunedì, da un tribunale coreano, dopo che non è riuscita a raggiungere un accordo con i creditori sul rimborso del prestito per un valore di 54 milioni di dollari. Il tribunale ha concesso alla casa automobilistica coreana di nicchia tre mesi per completare una ristrutturazione e raggiungere un accordo con i creditori.
SsangYong, come la maggior parte delle case automobilistiche, è stata ferita dal rallentamento delle vendite causato dalla pandemia di coronavirus Covid-19, purtroppo ancora in corso, sebbene le sue vendite stessero già rallentando prima della suddetta pandemia. Nel 2019 ha venduto 132.799 veicoli, in calo rispetto ai 141.995 dell’anno precedente.
“Siamo molto dispiaciuti per questa situazione. E’ il risultato delle difficoltà incontrate a causa dell’emergenza sanitaria mondiale e della conseguente preoccupazione dei nostri partner” hanno dichiarato i vertici di SsangYong.
La casa automobilistica indiana Mahindra possiede una partecipazione del 75% in SsangYong, ma ha trattenuto ulteriori investimenti nell’azienda coreana in vista della vendita visto che già ad aprile, Mahindra ha annullato un investimento di 406 milioni di dollari mentre a giungo ha ufficializzato di voler vendere tutte le sue partecipazioni.
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