Stop auto benzina e diesel dal 2035: ma potranno continuare a circolare
I veicoli endotermici potranno anche essere rivenduti
Il voto favorevole del Parlamento Europeo allo stop della vendita di auto con motore endotermico a partire dal 2035 delinea ora in maniera certa e definitiva, nonostante le numerose resistenze e perplessità sollevate da più parti negli ultimi mesi, la strada che nei prossimi anni seguirà l’industria automobilistica europea e di conseguenza il mercato.
Lo stop è per le nuove immatricolazioni, non per la circolazione
Ma cosa cambia in concreto per gli automobilisti dal 2035? Chi possiede un auto a benzina o a diesel potrà continuare a circolare anche dopo il 2035, ciò che invece non sarà più possibile sarà comprare una nuova auto con questo tipo di alimentazione, che gradualmente usciranno prima dal mercato e poi dal parco auto circolante. Quindi dal 2035 in poi, chi vorrà acquistare un’auto nuova sarà obbligato a scegliere un’auto con motorizzazione green, dunque elettrica o a idrogeno, in grado di garantire zero emissioni di CO2.
La deroga per i piccoli produttori
Chi potrà godere di una deroga, continuando a produrre auto con motori a combustione interna, sono i piccoli costruttori. In particolare chi produce meno di 1.000 auto all’anno, parliamo sostanzialmente di auto di lusso e supercar, potrà continuare a vendere veicoli con motore a benzina o a diesel anche dopo il 2035. Tale deroga, temporalmente illimitata per costruttori che producono fino a 1.000 unità all’anno, sarà invece di un anno (31 dicembre 2035 e non dal primo gennaio), per chi annualmente ha un volume di produzione tra 1.000 e 10.000 unità per le auto o tra 1.000 a 22.000 unità per i furgoni. La normativa prevede inoltre la possibilità di continuare a produrre vetture con motore termico o ibrido, purché appunto ad emissioni zero, come ad esempio accade con carburanti alternativi come l’idrogeno.
Il mercato dell’usato e i possibile effetti sul costo di proprietà
Oltre che poter continuar a circolare con le nostre vecchie macchine a benzina o diesel, queste potranno anche essere vendute ed acquistate senza vincoli sul mercato dell’usato. Tuttavia è facile intuire come il segmento andrà lentamente ad estinguersi, con un inevitabile deprezzamento delle auto endotermiche. In aggiunta ad un minor valore di mercato per via dello scenario che si andrà a definire nei prossimi anni, anche le politiche dei governi, volte a spingere l’adozione di misure per rispettare i vincoli di riduzione di CO2 fissati dall’Ue, potrebbero far alzare il costo totale di proprietà, con un amento dei costi relativi a carburante, manutenzione, acquisto e assicurazione.
Incentivi per auto green e soluzioni per evitare ricadute sull’occupazione
Nei prossimi anni dobbiamo poi aspettarci un rimodulazione degli incentivi destinati ai cittadini, con i quali i Paesi dell’Ue impegneranno risorse importanti per favorire il passaggio ai veicoli elettrici o ibridi. Attesi anche aiuti statali ai costruttori di auto per supportare la transizione ecologica (aggiornamento impianto, formazione del personale, ecc.). Resta poi da capire quali soluzioni i singoli Stati dell’Ue metteranno in campo per cercare di attutire al meglio le quasi certe implicazioni sull’occupazione. A tal proposito le ultime stime parlano di ben 120.000 posti di lavoro a rischio, solo in Italia, nel passaggio dell’industria automobilistica dalle auto endotermiche a quelle elettriche.
Dovranno abbassarsi i prezzi delle auto elettriche
Al di là degli incentivi statali, le dinamiche di mercato attese nei prossimi anni dovrebbero permettere di abbassare il prezzo di acquisto delle auto elettriche. Sappiamo che quello del prezzo al cliente è un problema non di poco conto in questo passaggio “forzato” alla mobilità green. Oggi le vetture a batteria sono ancora decisamente più costose rispetto ai corrispettivi modelli termici. La certezza sullo stop dal 2035 a nuove auto benzina e diesel, d’ora in avanti dovrebbe incoraggiare una maggior concorrenza e far crescere gli investimenti della Case in ricerca e innovazione aumentando la possibilità di arrivare a soluzioni produttive sempre più economiche, potendo così ridurre il prezzo finale dell’auto elettrica.
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