Truffa in USA: compra Ferrari e Lamborghini con i soldi dei ristori COVID
Nei guai un trentottenne californiano arrestato per furto d'identità, frode telematica, frode bancaria e riciclaggio
Si parla sempre più spesso di ristori, divenuti necessari per aiutare tutti coloro che hanno subito maggiormente i danni economici della pandemia da coronavirus. Purtroppo, però, i fondi destinati a persone e attività commerciali in difficoltà possono finire nelle mani delle persone sbagliate: ne è un triste esempio un imprenditore americano che ha ottenuto denaro in maniera fraudolenta, utilizzato per acquistare vacanze e auto di lusso.
Ferrari, Lamborghini e Bentley con i soldi dei ristori
Mustafa Qadiri, 38 anni, residente ad Irvine, in California, ha utilizzato quattro società, risultate non operative e con dati falsificati, per ottenere da tre banche differenti la possibilità di accedere al Payment Protection Program del CARES (Coronavirus Aid, Relief and Economic Security) Act, istituito per aiutare le imprese americane in grave difficoltà economica. Il “bottino” non è stato da poco: ben 5 milioni di dollari ottenuti illegalmente e utilizzati, oltre che per pacchetti vacanza, per acquistare numerosi beni di lusso tra cui alcune supercar. Come si può vedere dal post Twitter ufficiale del Procuratore di Los Angeles, le tre vetture sequestrate dagli agenti federali sono una Lamborghini Aventador S, una Ferrari 458 Italia e una Bentley Continental GT Coupé.
Federal agents have seized three luxury sports cars allegedly purchased by Mustafa Qadiri, 38, of Irvine, with fraudulently obtained COVID-19 Payment Protection Program (PPP) loans. pic.twitter.com/MIdkjFeZx2
— US Attorney L.A. (@USAO_LosAngeles) May 7, 2021
Come si legge sul sito del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, Qadiri “ha utilizzato il denaro per scopi e benefici personali, contravvenendo ai requisiti del programma PPP con l’acquisto di veicoli di lusso e vacanze“. L’uomo è stato ovviamente arrestato per furto di identità aggravato, frode bancaria, frode telematica e riciclaggio. Per questo, rischierebbe una pena fino a 302 anni di reclusione (anche se, come riporta il quotidiano statunitense Newsweek.com, il truffatore potrà probabilmente cavarsela con una cauzione di 100.000 dollari). Il processo è fissato il prossimo 29 giugno.
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