Tutor: il giudice dice no ad Autostrade, il software non è suo
Il Tribunale di Roma ha rigettato la richiesta
Nuovi problemi per Autostrade con i tutor. Dopo la controversia con oggetto il brevetto, che aveva costretto lo scorso anno ad uno spegnimento del sistema per alcuni mesi, ora per la società è arrivata una nuova sconfitta legale. Il Tribunale di Roma, infatti, ha rigettato le richieste di rivendicare la titolarità del software utilizzato sui sistemi di sorveglianza SICVe.
Software Tutor: non è stata fornita prova della titolarità
Come riportato da Studio Cataldi, infatti, in giudizio è mancata la prova gravante su chi intende far valere un diritto in giudizio. In particolare, Autostrade per l’Italia ha rivendicato la novità del software dal 2008/2009, ma non ha fornito elementi certi dai quali poter desumere l’avvicendamento della titolarità.
Secondo il Tribunale di Roma, vista la controversia sul brevetto registrata da Craft, era ancora più necessario portare una prova inconfutabile della titolarità del software. Quest’ultima non è stata fornita, così la richiesta di Autostrade è stata rigettata.
I tutor sono in aumento sulle Autostrade
Questa sentenza non inficia il ritorno dei tutor sulle Autostrade, con la rinnovata tecnologia SICVe-PM. Dopo averli spenti ad aprile, la scorsa estate erano stati riaccesi i primi dispositivi sulle principali tratte autostradali e, all’inizio del 2019, sono diventate 31 le tratte coperte dai nuovi tutor. Attualmente, sono 290 i chilometri coperti dal controllo della velocità media in Italia.
Rispetto al modello precedente, non ci sono particolari novità per gli automobilisti, ma il nuovo sistema consente una scansione più precisa delle targhe, anche in caso quest’ultime siano sporche o un po’ rovinate. Secondo quanto detto, il 4% delle multe venivano cestinate proprio per questo motivo. Inoltre, i dati con il nuovo SICVe-PM vengono trasmessi in maniera più rapida.
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