Uber, incidente mortale in Arizona: l’auto senza pilota non avrebbe colpe
Le prime indagini della polizia scagionerebbero la vettura
Sembrerebbe non avere colpe l’auto a guida autonoma, con la quale Uber stava effettuando dei test a Tempe, in Arizona, che ha investito e ucciso la 49enne Elain Herzberg mentre attraversava la strada. Questo è ciò che emerge dai primi rilievi della polizia di Tempe che sta indagando sul tragico incidente stradale avvenuto un paio di giorni fa, dopo il quale Uber ha deciso lo stop immediato al progetto di sperimentazione della auto senza pilota.
Le forze dell’ordine, guardando uno dei video girati dall’interno dell’auto, hanno osservato che s’intravede solo “un’ombra” che salta fuori improvvisamente, è quella della donna che attraversa al di fuori delle strisce pedonali, in un punto rischio e poco illuminato, portando a mano la sua bicicletta. Immagini che dimostrano in maniera chiara che sarebbe stato difficile (bisognerà stabilire quanto) evitare la collisione anche se ci fosse stata una persona al volante dell’auto.
Al momento dell’incidente a bordo dell’auto senza pilota di Uber c’era un tecnico, Rafaela Vasquez, che però non era alla guida della vettura che invece si muoveva da sola viaggiando a 61 km/h (in un tratto in cui il limite è di 56 km/h). Il fatto che la donna investita abbia attraversato di colpo è sostenuto, oltre che dalle immagini delle videocamere dell’auto, anche dai dati della telemetria che non mostrano alcun segnale di frenata o rallentamento.
Tuttavia quest’ultimo elemento non può rappresentare una prova che scagiona l’auto a guida autonoma, perché se qualcosa non ha funzionato nei sistemi di rilevamento molto probabilmente questa potrebbe non aver nemmeno provato a frenare. Le indagini della polizia andranno avanti per fare quanta più chiarezza possibile in una situazione del tutto inedita e senza un preciso quadro legale a cui fare riferimento. Una situazione nella quale non sarà semplice accertare le responsabilità in quello che è il primo caso di un pedone ucciso da un’auto a guida autonoma.
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L’Università per Stranieri di Perugia è stato il primo ateneo italiano ad affrontare il tema complesso dei I rischi e delle conseguenti responsabilità legati alle auto guida autonoma. L’argomento, infatti, era stato trattato per la prima volta in Italia nel corso di un convegno promosso dall’Università per Stranieri di Perugia, lo scorso 29 novembre, al quale avevano partecipato autorevoli esponenti del mondo accademico e imprenditoriale. L’iniziativa era strettamente legata ad una linea di ricerca che l’Ateneo di Palazzo Gallenga di Perugia condivide con le Università di Wurzburg, Bologna e Pavia, e coordinata dalla professoressa Laura Coppini responsabile del progetto di ricerca di Ateneo “Lex robotica e intelligenza artificiale: profili di responsabilità”.