Veloce come il Vento – Un film che accarezza le corse

Nelle sale dal 7 aprile

Veloce come il Vento – Un film che accarezza le corse

Co-scritto e diretto da Matteo Rovere, “Veloce come il Vento”, dedicato al campione rallistico anni ‘80 Carlo Capone, vittima di un lento declino verso l’oblio, punta ad essere inserito nell’elenco, scarno per la verità, dei film sulle corse.

Un tentativo per i puristi sicuramente poco riuscito in quanto chiaro emerge soltanto l’interesse di raccontare una vita famigliare complicata e disgraziata, a tratti in maniera eccessiva, dalla morte per infarto del padre, alla madre fuggitiva, fino al pignoramento della casa e la minaccia d’affidamento dei due minori protagonisti. Un quadro tragico in cui le competizioni vengono relegate in secondo piano creando anche confusione tra universo dei traversi e pista.

A tirare su le sorti di una pellicola sulla stregua delle nostre fiction Braccialetti Rossi o I Cesaroni, di cui l’appena 20enne Matilde De Angelis, nelle vesti della pilota Giulia de Martino, potrebbe benissimo essere interprete, un ottimo Stefano Accorsi, perfetto nel suo personaggio, sciatto e dai denti marci, Loris, detto il Ballerino, asso del volante scivolato nel tunnel del crack, desideroso di riscatto tanto da decidere di “rimettersi al lavoro” e aiutare, a modo suo, la sorella a vincere un fantomatico campionato GT in scena a Monza, Imola, al Mugello e Vallelunga.

Presentata come una produzione che voleva esaltare la bellezza storica della 205 GTi 1.9 130 CV e soprattutto della 205 Turbo 16, iridata ’85 e ’86, ha invece regredito le due auto ad accessori o poco più, con l’ultima in azione solo nelle fasi conclusive nell’Italian Race (il nove volte vincitore del CIR Paolo Andreucci ha fatto da controfigura), manifestazione dedicata ai “disperati” che per soldi erano pronti a fiondarsi full gas sugli stretti tornanti che portano a Matera.

In generale un buon prodotto da serata con gli amici ma nulla più. Lontane sembrano infatti le emozioni suscitate da Le Mans di Steve McQueen.

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1 commento

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  • marco ha detto:

    iO VORREI sapere inanzitutto il nome e cognome di chi ha scritto la recensione e in seconda battuta fare un piccolo appunto: questo è un film, non un documentario sulle corse Gt o sulla storia di un pilota… il film è ben fatto, superiore a molti altri film blasonati e con budget milionari (vedi rush) senza pretese riesce a trascinarti nella storia che si, non troppo originale, ma sicuramente funzionate, completa il tutto un ottimo Accorsi che da solo potrebbe tirar su il film per quanto è bravo ed azzeccato.
    Il realismo nell’utilizzo del dialetto, il ruolo azzeccato per ogni personaggio (vedi il vecchio aiutante amico del padre) e l’azione che la fa da padrona nelle ultime scene dell’italian race. Per quando mi riguarda è un film che nella scena italiana si colloca come uno dei migliori per il genere, forse il migliore e sicuramente in genrale uno dei più belli degli ultimi anni. Se guardiamo la scena internazionale è ovvio che non puo reggere il confronto con colossi come il Le Mans di Mcqueen!
    ciao e rifletta prima di scrivere.

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