Volkswagen: Herbert Diess parla dell’impatto della guerra in Ucraina sul settore

In Russia sono temporaneamente chiuse due fabbriche del gruppo tedesco

Volkswagen: Herbert Diess parla dell’impatto della guerra in Ucraina sul settore

La crisi energetica e la mancanza di materie prime stanno mettendo a dura prova l’intero settore automobilistico e il futuro di molte aziende è incerto. Inoltre, cresce la preoccupazione per molti posti di lavoro che potrebbero andare persi.

Herbert Diess, CEO del Gruppo Volkswagen, ha analizzato l’impatto dei due eventi che hanno ulteriormente aggravato questa situazione: la guerra in Ucraina scatenata dalla Russia di Vladimir Putin e la continua carenza di semiconduttori che è stata ulteriormente aggravata dal conflitto.

La carenza di alcune parti importanti ha limitato la produzione

Nel corso dell’intervista a Cinco Días, il dirigente tedesco ha dichiarato che ci sono diverse circostanze che rendono molto difficile lo scenario attuale. Tuttavia, afferma che la mancanza di semiconduttori non dovrebbe continuare ad essere un problema così importante nella seconda metà dell’anno.

Per quanto riguarda la guerra tra Russia e Ucraina, Diess ha riportato che hanno dovuto interrompere le attività in alcuni stabilimenti tedeschi a causa dei limiti di approvvigionamento provocati proprio dal conflitto.

A tutto questo si aggiunge l’aumento dei casi di COVID-19 in Cina che ha portato a una situazione in cui il Gruppo Volkswagen ha dovuto chiudere alcuni impianti produttivi. Se questa situazione migliora, afferma Herbert Diess, il gruppo tedesco ha ancora possibilità di vendere più auto rispetto allo scorso anno.

La produzione in Russia è attualmente ferma

Per fortuna, i problemi derivanti dalla guerra sono in misura inferiore negli stabilimenti in Spagna rispetto a quelli presenti in Germania, che necessitano di sistemi di cablaggio provenienti dall’Ucraina.

In questo momento, Volkswagen ha chiuso due fabbriche in Russia e allo stesso tempo sta pagando circa 7000 lavoratori impiegati in questi siti. Per il momento, però, non ci sono piani ben precisi.

Vedo meno affettazione dell’azienda per la guerra che per i semiconduttori. Ma penso che se dobbiamo affrontare una guerra con prezzi elevati delle materie prime e alti tassi di inflazione – che sono vicini al 10% – con la dipendenza energetica che abbiamo attualmente, sia uno scenario di pessime prospettive per l’Europa”, ha concluso Diess.

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