ZF taglia 7.600 posti di lavoro nella divisione motori
Il piano di esuberi dell'azienda tedesca sarà completato entro il 2030

Dopo Bosch, anche ZF Friedrichshafen, multinazionale tedesca che produce componenti per l’industria dei trasporti, si appresta a ridurre drasticamente la propria forza lavoro, dando seguito al piano, annunciato a luglio, che prevede il taglio di 14.000 posti di lavoro in Germania, decisione resasi necessaria a causa dell’elevato indebitamento dell’azienda e della debole domanda di auto elettriche.
Esuberi nella divisione Powertrain Technology
Del piano di tagli che sarà implementato del tutto entro il 2030, ZF ha fornito nuovi dettagli, spiegando che gli esuberi riguarderanno principalmente il comparto dedicato alle propulsioni elettrificate, con il taglio complessivo di 7.600 posizioni che è stato già concordato con il consiglio di fabbrica e il sindacato IG Metall. Esuberi che dunque si concentreranno nella divisione Powertrain Technology che produce componentistica per motori elettrici, termici e ibridi, e che attualmente impiega 30.000 lavoratori.
L’intesa tra ZF e lavoratori per evitare licenziamenti forzati
Nell’accordo tra l’azienda e i rappresentanti dei lavori è previsto anche una riduzione dell’orario di lavoro settimanale di circa il 7% fino al 2027 e un rinvio di sei mesi dell’aumento salariale del 3,1% che era previsto per aprile 2026 e che verrà riconosciuto ad ottobre 2026. L’intesa tra ZF e sindacati, raggiunta dopo diverse settimane di proteste dei lavoratori, prevede che gli esuberi vengano gestiti attraverso prepensionamenti, percorsi di riqualificazione e ricollocamento e iniziative per incentivare l’uscita volontaria dei dipendenti, evitando licenziamenti forzati.
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