Alfa MiTo Quadrifoglio Verde TCT: incontro tra “miti”, ne esce fuori un gran bel mezzo [PROVA SU STRADA]

Sportiva senza essere esasperata, regala grandi soddisfazioni

Sportiva al punto giusto, riesce a far riscoprire il piacere della bella guida ogni giorno. Il tutto, a costi non proibitivi e con l'indiscusso fascino che solo il Quadrifoglio Verde può regalare

Alfa MiTo QV –Trattandosi di un’Alfa Romeo, sin dal suo debutto, la MiTo, pur essendo la “piccola” di casa, non ha fatto di certo mistero delle sue velleità sportive. Per competere con le rivali più agguerrite, ad esempio Cooper S e 208 GTI, non ci si poteva accontentare del 1.4 Turbo da 155cv, ci voleva di più. Quel qualcosa in più, difatti, è arrivato con la versione Quadrifoglio Verde, che innalza ulteriormente la potenza del 1.4 turbocompresso a 170cv. Insomma, con buona pace dei puristi e dei nostalgici, il triangolo con sfondo bianco, sul quale fa capolino il quadrifoglio che richiama alla memoria Ugo Sivocci e glorie passate (che speriamo ritornino presto…) fa la sua figura anche sul parafango anteriore della MiTo, e le regala un fascino ed una sportività sconosciuti alle altre versioni. Insomma, l’accoppiata tra i “miti”, ovvero tra il “mito del quadrifoglio” e “la MiTo” funziona alla grande, tanto che, se nel caso della MiTo TwinAir (bicilindrica) qualcuno può legittimamente dubitare che possa trattarsi di una “vera” Alfa, parlando della Quadrifoglio Verde non ci sono dubbi. Comportamento su strada, prestazioni, gusto nella guida, pur con la trazione anteriore, sono quelli giusti per soddisfare anche i palati più raffinati. Se poi ci mettiamo la ciliegina del cambio TCT doppia frizione, il giochino diventa ancora più sfizioso.

Design e Interni:

La caratterizzazione in chiave sportiva è molto discreta ma non per questo manca di cattiveria
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La personalizzazione estetica di questa MiTo QV è ben lontana dalla differenza che ci sarà, ad esempio, tra la Giulia QV e le versioni normali. Tolto l’immancabile quadrifoglio sul parafango anteriore ci vuole un occhio fino per notare gli altri tratti distintivi del modello. Dettagli, che però, agli occhi dell’appassionato, non possono di certo sfuggire: doppio scarico, contorno dei fari brunito, i bei cerchi in lega da 18” dedicati e le bellissime pinze rosse della Brembo che fanno capolino proprio dietro quest’ultimi. Le differenze con le versioni “normali” si fermano qui. Forse si sarebbe potuto osare di più, ma il risultato, nel complesso, non pecca di certo di sportività. Peraltro, bisogna ricordare come la linea della MiTo, arrivata sul mercato nel 2008, sia riuscita a restare ancora oggi perfettamente attuale, pur essendo rimasta praticamente invariata nel corso degli anni. Le novità introdotte con i restyling ed i facelift si sono concentrate maggiormente sottopelle. All’esterno è cambiato giusto un po’ lo scudetto anteriore, con una nuova cromatura e nulla altro. Ma poco male, perché la Mito, come già detto, è ancora perfettamente attuale e non è affatto invecchiata. Il muso è sempre quello, inconfondibile e chiaramente ispirato alla 8c, con i due fari a goccia e l’immancabile scudetto a V. Invariata anche la fiancata, con il suo andamento muscoloso ed i passaruota pronunciati, mentre la coda ha mantenuto i suoi fari tondi che di notte la rendono immediatamente riconoscibile, insieme al lunotto posteriore piccolo e squadrato.

Ambiente curato. Da scegliere assolutamente i sedili sportivi opzionali
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Con l’arrivo del MY2014 l’abitacolo ha usufruito di ulteriori ritocchi, che ne hanno impreziosito l’ambiente e la percezione qualitativa, grazie a dei materiali rinnovati. Sulla MiTo QV è il trattamento carbon look di plancia e pannelli porta a regalare una piacevole sensazione di sportività, che si accompagna anche ad una buona gradevolezza al tatto, dato che le superfici sono morbide e ben fatte. C’è poi il rinnovato volante sportivo, con la corona tagliata nella parte bassa e con cuciture bianche a contrasto. Fa un figurone alla vista, ma secondo noi ha una impugnatura un po’ troppo “cicciotta” all’altezza delle 9:15. Sull’esemplare in prova non erano invece presenti i bellissimi sedili sportivi opzionali dedicati alla Quadrifoglio Verde (consigliatissimi). Quelli in pelle montati sulla vettura in prova, comunque, anche se non molto contenitivi in curva, facevano la loro parte dal punto di vista estetico, con gli immancabili loghi Alfa Romeo cuciti sullo schienale. Per quanto riguarda l’infotainment, anche sulla QV ritroviamo il sistema UConnect, con schermo da 5″, che integra il sistema di navigazione Tom Tom, i comandi vocali, il bluetooth, e gli ingressi aux ed usb. Detto delle mappe Tom Tom, garanzia di affidabilità e precisione, dobbiamo dire che questo nuovo infotainment risulta apprezzabile per la facilità e la semplicità di utilizzo, anche se i tempi di risposta ai comandi touch sullo schermo non sono tra i più rapidi. Per il resto, aperta la grossa portiera senza cornice, ovvero con il vetro a giorno, proprio come sulle sportive vere, la posizione di guida, trattosi di una vettura con velleità sportive, potrebbe essere più rasoterra, ma tutto sommato non delude neanche gli animi più pistaioli. Il vero grosso difetto dell’abitacolo è il bracciolo, posizionato parecchio più in alto rispetto alla leva del cambio, e con il quale si finisce sempre per impattare utilizzando il cambio in modalità manuale. Per quanto concerne l’abitabilità, come sempre, la Mito offre spazio in abbondanza per chi siede davanti, un po’ meno per chi siede dietro, che deve patire un accessibilità al divano posteriore non tra le migliori. Il bagagliaio ha una capienza di 270lt, dunque più che sufficiente per una piccola con un intonazione marcatamente sportiva, anche se la soglia di carico è un po’ in basso rispetto a quella d’accesso al vano.

Comportamento su Strada:

Dinamica quanto basta per non sfigurare ad un trackday, ma fruibilità quotidiana
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Giusto tasso di sportività, senza andare a discapito dell’utilizzabilità quotidiana. Può essere riassunto così il comportamento dinamico della MiTo Quadrifoglio Verde. Intendiamoci, di “pepe” ce n’è abbastanza per non sfigurare neanche ad un trackday, ma rispetto a certe piccole pepate, tipo la vecchia precedente generazione della Clio RS, il livello di comfort è paragonabile a quello di una vettura tradizionale. La Quadrifoglio, comunque, mette le cose in chiaro sin dall’accensione: la tonalità di scarico è di quelle giuste, cattiva quel tanto che basta per esaltare l’appassionato, senza però infastidire troppo durante un lungo viaggio. Il 1.4 turbo, infatti, sfoggia una bella sonorità in piena accelerazione ed al minimo, mentre diventa giustamente discreto alle andature autostradali, a velocità costante. Su un percorso guidato, per scoprire l’animo più da vera Alfa di questa MiTo bisogna ovviamente agire sull’immancabile levetta del DNA. Passando alla modalità Dynamic, infatti, il tutto si fa più sportivo: cambia la risposta del motore, la reattività dell’acceleratore, il carico del volante, ed il pedale del freno diventa più pronto e reattivo. Cosi “settata” la MiTo diventa una bella arma, e consente di togliersi non poche soddisfazioni. L’anteriore bello svelto e l’assetto bello piatto, che lascia poco spazio al rollio, la rendono sempre agile e precisa, ma per le scariche di adrenalina ci sarebbe voluto un posteriore un pò meno bloccato. La coda, difatti, ha una stabilità granitica, tanto che la scelta di non rendere disinseribile l’esp non condiziona più di tanto, perchè è davvero raro sentirlo in azione. In uscita di curva, poi, si sentono tutti i benefici del differenziale elettronico Q2, che pinzando la ruota anteriore che perde aderenza simula l’azione di un autobloccante, andando ad azzerare i pattinamenti e di conseguenza il sottosterzo in uscita di curva. Il volante, che in Dynamic si “appesantisce”, ha un bel carico ed è decisamente pronto, anche se il feeling rimane sempre un po’artificiale. Detto di quella che è la guida più sportiva, con la MiTo QV non abbiamo riscontrato nessuna controindicazione, dal punto di vista del comfort, rispetto alle versioni “normali”. Con una guida tranquilla la MiTo riesce ad essere una buona stradista, ed i chilometri scorrono via veloci, accompagnati da un discreto livello di comfort.

Motore e Prestazioni:

Sembra andare più forte di quanto i 170cv lascerebbero immaginare. Bene il TCT
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In quanto a potenza pura i 170cv possono non sembrare moltissimi rispetto ad alcune rivali che sfiorano o superano quota 200cv. Premesso che la MiTo sconta 200cc di cilindrata in meno rispetto alla norma della concorrenti, le sensazioni, alla guida, sono invece quelle giuste, e non sembra per nulla di guidare una vettura meno prestazionale rispetto ad altre piccole pepate. E ci sono i numeri a confermare una brillantezza notevole: lo 0-100 viene coperto in poco più di 7 secondi, e la velocità di punta sfiora i 220km/h. Dove la MiTo Qv convince di più, però, è in ripresa. Il 1.4 Turbo Multiair spinge sempre con vigore, già dai 2000 giri/min, ma non disdegna affatto di allungare verso la zona rossa. Anzi, l’accelerazione da fermo, tra l’esuberanza del motore nel prendere giri le cambiate rapidissime del TCT è decisamente coinvolgente. Proprio il TCT contribuisce a rendere particolarmente frizzante questa MiTo QV. Se in automatico regala parecchio comfort, risultando morbido e tranquillo nella guida rilassata (mostra solo qualche incertezza a bassa velocità), nella guida sportiva, utilizzandolo in manuale, risponde prontamente alla chiamata, con passaggi di marcia fulminei in salita, e “quasi” fulminei in scalata. Non ci sarebbero dispiaciuti dei paddle al volante un po’più grandi: nella guida “impegnata” bisogna andarli a cercare.

Consumi e Costi:

Con una guida attenta i consumi non sono affatto proibitivi
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Trattandosi di un’auto con un piglio marcatamente sportivo spesso la gente la guarda con desiderio, salvo poi scegliere le versioni turbodiesel (la 1.6 Mtj non costa poi tanto meno di una Quadrifoglio Verde). In realtà, guidando con criterio, la MiTo QV è una vettura tutt’altro che assetata, dato che siamo riusciti a realizzare percorrenze nell’ordine dei 13km/lt, che diventano anche 14km/lt con una guida particolarmente attenta. Il vero problema, semmai, è riuscire a tenere a bada il piede destro: troppo difficile non accettare gli inviti del 1.4 Turbobenzina. D’altronde, con un Quadrifoglio che sta proprio davanti a te, al centro della strumentazione, come fai a non partire a cannone ad ogni semaforo? Come fai a non pennellare ogni rotonda come se fosse la curva di una pista? Ma forse, il bello della MiTo QV è proprio questo: riuscire a restituire il “gusto” della guida anche nel casa ufficio di ogni giorno. Il tutto al prezzo di circa 24.000€. Una cifra non proibitiva, per una vettura che può essere, al tempo stesso, la compagna di ogni giorno ma anche la sportiva della domenica.

Pro e Contro

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Ottimo compromesso tra dinamismo e comfort. Prestazioni piuttosto vivaci e motore e cambio ben accordatiQuello che è il suo pregio diventa anche il suo difetto: a tratti la vorresti un po' più cattiva.

Alfa Romeo MiTo 1.4 Quadrifoglio Verde TCT: la Pagella di Motorionline

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1 commento

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  • lucfont80 ha detto:

    La nuova Mito è più bella di quella dell’anno scorso. La forma dei fari anteriori mi piace molto.

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