Alfa Romeo 2000 GTV (1971) – Vista, piaciuta e consegnata.

Quotazioni in costante ascesa ed attenzione dei collezionisti di tutto il Mondo

La 2000 GTV suscita stupore ed ammirazione già da ferma, ma vedertela arrivare nello specchietto in corsia di sorpasso porta a cenni e saluti di "alfisti", e non, perché queste Alfa piacciono e tanto

Una rara prima serie restaurata della coupe disegnata per Bertone da un giovanissimo Giorgetto Giugiaro equipaggiata con il potente motore 2000 di cilindrata.

Vista, piaciuta e consegnata.

Un giovedì di febbraio dello scorso anno un amico molto appassionato auto mi contatta per chiedermi se possa andare a vedere per lui una 2000 GTV restaurata che vorrebbe acquistare per arricchire la sua piccola, ma ricercata collezione di auto.
Presto detto, accolgo la richiesta e dopo un’ora sono in un box di Verona davanti all’esemplare di cui parliamo.

Quando ci si appresta a valutare le condizioni e quindi il reale valore di una vettura d’epoca, le varianti da prendere in considerazione sono molteplici e non così scontate come potrebbe sembrare.
Sicuramente avrò modo di affrontarle in maniera più estesa nei prossimi articoli. Non mancherò.
I primi e semplici aspetti da considerare sono ovviamente il colpo d’occhio iniziale ed il prezzo richiesto, perché da li capirete se il vostro istinto prenderà in considerazione l’oggetto e fin qui ci siamo, perché l’Alfa si presenta davvero bene nel complesso e il motore gira pieno e “cupo”, oltre ad esser partito al primo colpo a freddo. Ottime premesse, ma poi ci si deve addentrare in una vera e propria analisi della vettura, per la quale io consiglio sempre di affidarsi a persone esperte (se non si conoscono bene le auto), perché dopo il “colpo d’occhio” iniziale, ciò che renderà l’auto un buon investimento e soprattutto un buon acquisto, sono le reali condizioni e la storia del mezzo.

Lei mi viene presentata come restaurata completamente di carrozzeria, motore, sospensioni, con interni in pelle (optional), cromature esterne e vetri originali, conservati ottimamente – come potete vedere dalle immagini – e quindi in un batter d’occhio ho modo di constatare che tutto questo corrisponda al vero. La verniciatura è molto buona, il motore gira come un orologio (poi ha percorso solo 300 km, a 3 anni dal restauro), le sospensioni nuove di zecca e gli interni davvero in ordine, originali, anche perché per molti vale la regola del restauro totale, ma senza toccare gli interni come un valore aggiunto e qui hanno optato giustamente per questa soluzione, visto che sono molto belli.

Dopo aver effettuato un breve test drive, gentilmente concessomi dal venditore, controllato la corrispondenza dei numeri di telaio e motore, la correttezza dei colori di interni ed esterni, senza tralasciare ovviamente i documenti della vettura, esprimo naturalmente un parere favorevole all’acquisto, anche perché le  2000 GTV, cosi come le sorelle di cilindrata inferiore, cresceranno ancora di quotazione mi dico, cosa poi effettivamente accaduta. Anche la rivista Ruoteclassiche (per molti, ma non per tutti i modelli, è sempre un buon riferimento) ha corretto le quotazioni al rialzo nei mesi successivi. Poi in color “Biancospino” ce ne sono molto poche in giro e le forme della Coupe risaltano benissimo in questa colorazione.

Pertanto questa 2000 GTV, dopo tutti i controlli effettuati, passa l’esame e il bonifico istantaneo, per perfezionare l’acquisto, parte sulla fiducia di quanto io abbia riportato all’amico, che con mio grande piacere mi chiede pure di portargliela presso un carrozziere di sua fiducia a Rovigo, distante circa 100 km da Verona. Così posso descrivervi, per dovere di cronaca, una giornata davvero diversa dal solito.
Appena mi siedo al posto di guida della GTV, la sensazione è quella di un’auto comoda e adatta anche a chi come me è alto quasi 190 cm. La visibilità è ottima in tutte le direzioni, l’allineamento tra sedile e volante è quasi perfetto, mentre la pedaliera è leggermente disassata sulla destra e, sinceramente, la preferirei più arretrata, con una minore distanza tra il pedale dell’acceleratore ed il freno, per agevolare la manovra del “punta-tacco” in scalata, ma nel complesso ci siamo: la vettura te la senti cucita addosso da subito e dà la sensazione di essere ben piantata per terra nonostante la classica tendenza al “muoversi” del posteriore di questo modello. Lo sterzo è leggero in manovra, nonostante l’assenza di qualsiasi servo-assistenza e pure abbastanza diretto e comunicativo in tutte le situazioni, anche se devi correggere spesso con leggeri impulsi sul volante, per tenere la linea di traiettoria costante.

La quadratura del cerchio però la si raggiunge quando, inserita la chiave nel quadro, la si mette in moto: il 4 cilindri da 132 cavalli risponde alle pressioni sull’acceleratore con una reattività degna di una vera auto da corsa, grazie ai due carburatori doppio corpo e sale di giri con una naturalezza disarmante, proiettandoti da 0 a 100 km/h in poco più di 9″, per una velocità massima prossima ai 200 km/h. Numeri di tutto rispetto per l’epoca e ancora oggi non indifferenti. Se consideriamo anche il peso contenuto in soli 1020 kg, penso che tutti possiate immaginare quanto sia davvero godibile e bella da guidare, grazie anche ad una rapportatura del cambio ben studiata, tale da renderla ottima nel misto e pure confortevole nei lunghi trasferimenti.

L’unico difetto, se proprio vogliamo trovarne uno, è forse quello di essere troppo nervosa ai bassi e quindi bisogna prestare una certa attenzione soprattutto quando si è imbottigliati nel traffico cittadino.

Cosa che però dura ben poco nel mio caso, perché tornando al trasferimento su Rovigo, che sto effettuando, il tragitto mi porta ad uscire subito dalla città per immettermi nella statale transpolesana, dove a parte delle fastidiose buche in alcuni tratti, la via è libera e posso concedermi qualche piccolo e breve allungo per saggiarne le doti prestazionali e far forse contento qualche appassionato, che mi si accodava per ammirarla. La 2000 suscita stupore e ammirazione già da ferma, ma vedertela arrivare nello specchietto in corsia di sorpasso in un normalissimo giovedì, mi rendo conto che non sia una cosa cosi consueta e quindi percorro i 90 km della statale tra cenni di saluti di “alfisti” e non, perché queste Alfa piacciono, e tanto, da quel che ho avuto modo di constatare.
Percorrere insieme a lei questi km è stato appagante e denso di emozioni: sarei andato a portargliela fino a Katmandu senza problemi, tanto mi sentivo a mio agio. Un’auto meravigliosa. Chapeaù.

Dopo questa esperienza posso affermare ancora una volta che queste Alfa erano e sono ancora qualcosa di egregio e assolutamente paragonabili per bellezza, e per le emozioni in grado di regalarti, ad alcune vetture più blasonate come le Porsche per esempio. Non a caso i collezionisti di mezzo mondo stanno puntando sulle Alfa Romeo e le loro quotazioni in alcuni casi arrivano anche a sfiorare quelle di alcune 911, soprattutto negli Stati Uniti, dove di recente è stata venduta una 1750 Veloce a ben 80 mila dollari e, credetemi, non era nemmeno perfetta.
Non ci resta che aspettare e vedere fin dove arriveranno, di sicuro nel mio cuore ci sono arrivate e ci rimarranno per sempre.

Quotazioni attuali: dai 20 mila euro per un esemplare completo, ma da restaurare, fino ai 50 mila euro (ed anche più) richiesti per un restaurato o conservato come nuovo. Nel mezzo trovate il resto.

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