Antitrust, mega-multa alle finanziarie delle case auto: cos’è successo
Accuse di cartello per tutto il settore
L’Antitrust ha ufficialmente elevato una multa nei confronti di diverse società finanziarie specializzate nella vendita di auto attraverso finanziamenti. La sanzione sarebbe di ben 670 milioni di euro, il che fa di questa decisione la multa più elevata in assoluto mai emessa dall’AGCM (Autorità Garante Concorrenza sul Mercato).
Multa Antitrust: cos’è successo
Secondo quanto riportato dai documenti della stessa AGCM, gli istituti bancari legati alle case auto, ovvero quelli che gestiscono per conte delle stesse tutti i finanziamenti per l’acquisto di nuovi mezzi, per lungo tempo si sarebbero scambiati e-mail e comunicazioni varie per confrontare le proprie decisioni e le strategie di mercato. L’obiettivo sarebbe stato quello di creare un vero e proprio cartello per gestire e controllare i prezzi del settore dei finanziamenti, facendo venire meno il principio di concorrenza che l’Antitrust è preposta a difendere. Questa pratica è stata rilevata con certezza dall’ente almeno tra il 2003 e il 2017, quindi nel corso di almeno quindici anni. L’istruttoria che ha portato a questa scoperta è iniziata nell’aprile del 2017, dopo che Daimler e Mercedes-Benz Financial Services Italia avevano presentato una richiesta di clemenza in proposito, facendo di conseguenza partire le indagini. Alla luce di questo, alla società del Gruppo tedesco è stata garantita l’immunità totale, che gli ha risparmiato la sua “quota” da 60 milioni di euro.
Reazione delle case alla multa dell’Antitrust
Chiariamo prima di tutto una cosa: questo non è un processo, per cui quella fatta dall’Antitrust non è un’accusa vera e propria, ma una decisione presa. La multa, quindi, è già valida e da pagare entro una scadenza di novanta giorni dalla notifica. Entro sessanta, però, è comunque possibile fare ricorso al TAR del Lazio, per cui è molto probabile che questa vicenda avrà degli strascichi nelle prossime settimane. Diverse case, infatti, si sono già difese seguendo diverse strade. Ad esempio è stato fatto notare come nel settore non fosse possibile costruire un vero e proprio cartello, in quanto ogni banca aveva facoltà di gestire solo e unicamente le auto relative al gruppo di appartenenza. Inoltre la grande differenziazione di prezzi del settore rappresenterebbe un’ulteriore prova di come le accuse siano infondate. FCA Bank, per esempio, ha già annunciato che presenterà ricorso dinanzi alla competente autorità giudiziaria. Nel frattempo, però, anche alcuni enti dei consumatori hanno annunciato che ritengono che i clienti debbano essere risarciti, come ad esempio Altroconsumo e l’Unione Nazionale Consumatori.
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