Aston Martin: il programma delle nuove vetture fino al 2016, all’insegna dell’eco-mobilità

Aston Martin: il programma delle nuove vetture fino al 2016, all’insegna dell’eco-mobilità

La recessione e l’ingerenza delle pressanti richieste su emissioni e consumi di carburante sorvegliano, minacciose, sulla flottiglia di veicoli di Gaydon, quelli che portano il marchio Aston Martin: il reticolato di regole nuove impongono nuove attenzioni, nuove scelte, nuovi sviluppi: questi gli elementi che contraddistingueranno il programma del costruttore britannico durante i prossimi sei anni, nei quali l’intera gamma si rinnoverà.

Già dal prossimo anno il listino s’aprirà alla piccola utilitaria Cygnet, costruita sulla base della gemella povera Toyota IQ e corruttrice delle più antiche e pure storie del marchio Aston Martin: tuttavia, pare che abbia già riscosso un buon successo tra i clienti e che essa contribuirà all’incremento delle vendite del costruttore di Gaydon, nonché all’abbassamento delle emissioni dell’intera flotta.

Dettaglio importante, a cui concorrono anche le nuove DB9 e DBS, in arrivo nel 2013 e nel 2015, tanto quanto la nuova Vantage, prevista per il 2014: caratteristiche comuni d’ecologia per tutte le tre vetture: minor peso, efficienza dei propulsori, materiali leggeri ma più rigidi e resistenti. Queste la scala reale delle sportive di “Bondiana” memoria.

Inoltre, la berlina-coupé che il marchio Aston Martin ha appena portato al debutto, l’affascinante Rapide, costruita nello stabilimento di Graz, in Austria, da Magna, potrebbe emigrare in patria ed entrare nella linea produttiva di Gaydon: il contratto con il produttore scade nel 2016. Dopo? La terra natia l’aspetta, magari per la seconda generazione.

Infine, pare che Aston Martin proseguirà il progetto di rilancio di Lagonda, un brand di lusso complementare a quello britannico che completerebbe l’offerta: in programma, per il 2014, un SUV di lusso destinato a mercati emergenti, in collaborazione con Mercedes che fornirà il pianale della propria GL.

La trasformista Aston Martin mette in saldo le proprie ideologie, per lasciare il passo a modelli che fanno numero, vendono bene e che costano soltanto perchè di moda.

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