Autostrade gela il governo: “Risolviamo il contratto, vogliamo 23 miliardi di euro di danni”

Lettera di ASPI che acuisce lo scontro con l'esecutivo

Autostrade per l'Italia è pronta a risolvere il contratto di concessione chiedendo allo Stato un risarcimento di 23 miliardi di euro, pari al 100% del valore della concessione. L'esecutivo: "Minacce inaccettabili".

Giocando d’anticipo e con un mossa inattesa, in risposta alla richiesta, sempre più insistente del Movimento 5 Stelle, della revoca della concessione dopo il crollo del Ponte Morandi, Autostrade per l’Italia (ASPI) ha inviato una lettera formale al governo e ai ministri dei Trasporti e dell’Economia.

Nella lettera Autostrade spiega di essere pronta ad avviare la procedura di risoluzione del contratto e di conseguenza chiederà allo Stato il risarcimento del 100% del valore della concessione che ammonta a 23 miliardi di euro.

Tale richiesta, come si legge nel testo spedito al governo domenica sera al termine del CdA della società, viene avanzata in ragione dei “molteplici diritti e principi sanciti dalla Costituzione e dal diritto comunitario, incluso il rispetto del principio di affidamento e a tutela del patrimonio della Società e di tutti gli stakeholders”.

Atlantia chiede la cancellazione dell’articolo 33 del decreto Milleproroghe

La reazione di Atlantia, società controllante di Autostrade per l’Italia, è conseguenza di una norma inserita nel decreto Milleproroghe che prevede la possibilità, in casi eccezionali, che si possa procedere con il trasferimento immediato del controllo delle strade e della rete all’Anas. Con la missiva ASPI chiede all’esecutivo la modifica o la cancellazione di tale norma contenuta nell’articolo 33 del Milleproroghe. Nel caso in cui ciò non dovesse accadere, sarà Autostrade per l’Italia ad avviare la risoluzione del contratto.

Il governo: “Minacce inaccettabili”

Un ipotesi quest’ultima che provocherebbe parecchi problemi al governo e non solo. Mentre si va sempre più verso un braccio di ferro tra Atlantia e l’esecutivo, il governo parla di “minaccia inaccettabile” e considera il proposito di Autostrade un’arma caricata a salve, dato che la Corte dei Conti difficilmente accetterebbe la risoluzione del contratto in relazione al fatto che il valore sul mercato del titolo di Atlantia avrebbe forti ricadute negative proprio sui “portatori d’interessi”, gli stakeholders, citati nella lettera. Insomma la questione si fa sempre più ingarbugliata e il “muro contro muro” non aiuta il governo a trovare la strada per una decisione non semplice, attesa per il mese di gennaio.

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