Bollo auto storiche, il Presidente ASI Loi va giù duro: “In Europa solo l’Italia ha una patrimoniale sul motorismo storico”

"Così molte auto storiche saranno demolite o vendute all'estero"

Bollo auto storiche - Dopo l'imposizione del bollo auto anche per le vetture di interesse storico tra i 20 e i 30 anni d'età, l'Avv. Roberto Loi, Presidente dell'Automotoclub Storico Italiano, ha sottolineato le preoccupazioni per le conseguenze di questa decisione da parte del Governo.
Bollo auto storiche, il Presidente ASI Loi va giù duro: “In Europa solo l’Italia ha una patrimoniale sul motorismo storico”

Il Presidente dell’Automotoclub Storico Italiano, Avv. Roberto Loi ha voluto dire la sua sull’esito della votazione sulla Legge di Stabilità 2015 in merito all’annullamento dei commi 2 e 3 della legge 342/2000.

Questo il commento del Presidente dell’ASI:

Il risultato di due mesi di lavoro costante e mirato a far conoscere la realtà del motorismo storico a chi avrebbe dovuto decidere sulle sorti della Finanziaria non può rendermi soddisfatto. Nulla facendo avrei ottenuto lo stesso risultato. Ma se le esigenze del nostro Stato sono così imperative e irrinunciabili e se il bollo auto imposto anche ai veicoli di particolare interesse storico e collezionistico fosse assolutamente necessario per far sì che la nostra Italia esca dal baratro sempre più profondo in cui sta cadendo sarei orgoglioso di essere presidente di una associazione che dovrebbe cambiare nome non più Automotoclub Storico Italiano, ma Associazione Salva Italia.

Mi auguro sia così, anche se nutro dei forti dubbi. Quello che purtroppo mi rattrista di più ancora è che il patrimonio motoristico ricompreso nella datazione da venti a trent’anni, andrà distrutto, per demolizione, oppure venduto all’estero. Altro fatto non meno grave sono le conseguenze economiche che deriveranno agli imprenditori che operano nel settore. Non si tratta pertanto di discutere sulle brioches degli appassionati, ma sul pane di chi, quotidianamente deve guadagnarlo per sé e per le proprie famiglie. Queste persone che si impoveriranno ancora di più a quali risorse dovranno ricorrere? Forse che lo Stato dedicherà quelle riserve che dovrebbe avere per momenti difficili e che invece non ha? Avevamo proposto un monitoraggio a sei mesi per capire quali sarebbero state le conseguenze del provvedimento. Anche questo non è stato gradito. Forse per timore che ASI, come altre “Cassandre” potesse aver ragione? Certo non potremo più fare corsi di restauro di 800 ore, anche perché questi ragazzi venuti a Torino da tutta Italia saranno più amareggiati di noi per aver abbandonato le proprie residenze, essersi creati dei sogni sul miglioramento delle proprie capacità e poi vedere il tutto finito in fumo. Non potremo più aiutare le Università, come fatto con quella dell’Aquila e col Politecnico di Torino. Non potremo più aiutare i comuni terremotati come fatto con Crevalcore. Faremo meno raduni ed anche il Turismo dovrà subire le conseguenze negative da questa stretta impostaci.

La difesa di coloro che non conoscono il nostro mondo nasce anche sul presupposto errato che l’Italia del motorismo storico sarebbe stata troppo favorita con l’esenzione a vent’anni anziché a venticinque o trenta come nella maggior parte dei paesi europei. Queste persone dovrebbero sapere, perché è loro dovere informarsi, e dire a chiare lettere, che in Europa solo l’Italia ha una patrimoniale sul motorismo storico, mentre tutti gli altri Paesi applicano tasse solo in caso di circolazione dei veicoli. Dovrebbero anche sapere e dire che solo la Germania ha delle tasse automobilistiche, e non patrimoniali, più alte dell’Italia, che la Francia non applica alcun tipo di tassa sui veicoli, né patrimoniale né di circolazione. Che tutti gli altri Paesi impongono tasse automobilistiche di gran lunga inferiori di quelle italiane. Pertanto sarebbe stato giusto mantenere l’esenzione a vent’anni perché in tale periodo gli Italiani pagano molto di più di quanto paghino in venticinque o trent’anni i cittadini europei.

È chiaro che se vedrò che i soldi entrati, pochi, ma comunque spesi beni, potranno sollevare l’economia Italiana, dovrò ringraziare il Signor Renzi di quello che fa per tutti noi e magari anche invitarlo ad un raduno di auto storiche affinché possa conoscere i veicoli e i possessori degli stessi, nostri tesserati. Ragioneremo comunque sul da farsi per cercare di mitigare le conseguenze negative prospettate“.

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5 commenti

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  • Daniele ha detto:

    Vorrei puntualizzare una cosa sola di questo articolo , condivido tutto … però , la GERMANIA NON HA le tasse più alte delle nostre , in quanto , all’interno della tassazione è compresa la circolazione su AUTOSTRADA e i carburanti COSTANO MENO … a conti fatti , quindi L’ ITALIA è PRIMA ! … io proporrei da detassazione delle auto di REALE INTERESSE STORICO , non i furgoni di 25 anni utilizzati dai muratori ecc…

  • Carlo ha detto:

    Vorrei sapere perchè i giornalisti che pubblicano queste notizie, continuano ad esporre gli articoli con delle belle foto di auto di 40 – 50 anni, che sono sicuramente di interesse storico, senza invece pubblicare foto di vetture ventennali. E’ un problema di cultura automobilistica o è tanto per confondere le idee all’opinione pubblica ?

  • LEOPOLDO RUBBO ha detto:

    NON VOGLIO CHE NEANCHE LE MIE CENERI RIPOSINO IN UN PAESE DI VENDUTI COLLUSI MAFIOSI SENZA CULTURA AUGURI

  • Massimo ha detto:

    L’ASI a mio modo di vedere non ha fatto abbastanza per far valere i diritti dei cittadini e per far conservare un patrimonio automobilistico così importante agli Italiani, ma ha solo pensato di fare cassa con i propri iscritti. Non è più possibile andare avanti così, è il momento di protestare.
    Bastava far stilare all’ASI come per l’FMI, una lista per le autovetture di rilevanza storica o comunque far pagare un bollo compatibile con l’età e il valore dell’auto…. ma al Governo c’è solo una massa di incompetenti ed ignoranti.

  • nyno48 ha detto:

    Siamo alle solite:governanti non all’altezza di stilare qualcosa, dopo aver approfondito qualsiasi argomento, Renzi il solito arrivista e schiacciasassi, sta cavalcando l’onda prima che finisca la spinta,
    ASI in un momento così cruciale latitante e poco incisiva a mio modesto parere non ha difeso fin ora i suoi soci (lo sono anch’io se non cambiano il passo non mi iscriverò più)
    Grazie per l’opportunità nyno48

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