Bridgestone Potenza S001 & Audi S1
Due passi alpini spettacolari per il nostro test degli ultra-high performance della casa giapponese
Bridgestone Potenza S001 & Audi S1: Solo pochi anni fa sarebbe stato impensabile sedersi al volante di una piccola segmento B con queste prestazioni, parliamo di un’auto che condivide il pianale con la VW Polo e che, nella versione da noi provata, è dotata di un 2 litri in grado di sprigionare ben 231 CV. Una motorizzazione che le consente di bruciare lo 0-100 Km/h in appena 5,8 secondi e di spingersi all’impressionante velocità massima di 250 Km/h tondi tondi. Il tutto con un livello di sicurezza che definire elevato e dir poco. Merito sicuramente di un ottimo telaio, di una elettronica raffinata e di soluzioni tecniche che permetto alla Audi S1 di mettere a terra tutta la sua irruenza con una efficacia disarmante. Anche cercando di andare oltre al limite, nel tentativo di innescare una perdita di aderenza a controllo di stabilità disabilitato, è disarmante scoprire che farla “sgommare” è praticamente impossibile, anche se sotto al cofano c’è un propulsore che di potenza ne ha in abbondanza. Il merito non è però solo della S1, perché in un passato nemmeno tanto lontano, nessuno pneumatico avrebbe gestito queste sollecitazioni con questi risultati. Le Bridgestone Potenza S001 con cui è equipaggiata l’auto in prova, sono infatti il frutto di anni di esperienza nei campionati di Formula 1, l’evoluzione dell’RE047S di oltre trent’anni fa con cui la casa giapponese iniziò il suo impegno per sviluppare il suo primo pneumatico sportivo stradale.
Da allora i passi in avanti sono stati enormi e le S001 equipaggiano oggi, spesso come prima scelta della Case (Ferrari inclusa), le migliori e più potenti auto sportive al Mondo. Asimmetrico e con la spalla rigida, si tratta di uno pneumatico che garantisce una precisione, oltre che un grip, in grado di regalare a chi guida una esperienza di guida incredibile. Lo sviluppo di un prodotto simile passa per lo studio della mescola migliore, ma non solo. Leggerezza e rigidità sono due caratteristiche imprescindibili, se si vogliono ottenere le migliori prestazioni, in curva, come in frenata ed in accelerazione. Occorre però preservare anche un buon livello di comfort, cosa non facile quando un’auto calza gomme ribassate con cerchi di grosse dimensioni. In ultimo, ma non è un dettaglio da poco, va garantita una aderenza adeguata anche sul bagnato, con un disegno del battistrada in grado di espellere grossi quantitativi di acqua, onde evitare il pericoloso fenomeno dell’aquaplaning. Oltre a questo altri aspetti fanno di uno pneumatico un buon prodotto o uno pessimo. Parliamo ad esempio della resistenza al rotolamento, in grado di modificare in modo importante il consumo di carburante, ma anche della silenziosità, che si ottiene con complessi studi dell’uniformità del contatto con l’asfalto, quindi della struttura dei tasselli e delle scanalature e scolpiture del battistrada.
Per la nostra prova abbiamo scelto uno dei percorsi più spettacolari, sia dal punto di vista della guida che dei paesaggi che si possono apprezzare, spostandoci a nord di Milano fino a Chiavenna, dove si sale verso l’Engadina. Passato il confine con la Svizzera inizia una strada che sembra essere appositamente studiata per mettere alla prova le prestazioni di un’auto o di una moto. Si alternano veloci e larghi curvoni a stretti tornanti, con pendenze e contropendenze, il tutto abbinato ad un asfalto perfetto in alcuni tratti, reso gobboso e impervio dal passaggio dei camion in altri. Sorpassato il paese di Casaccia si giunge ai piedi del Malojapass, un tratto di poco più di tre chilometri che si arrampica attraverso una dozzina abbondante di tornanti da meno di 1.500 metri fino ad oltre 1.800. Giunti in cima si può godere del paesaggio da dipinto dell’Engadina, un altopiano di 80 chilometri circa, una delle valli abitate più alte d’Europa, con i suoi laghi, le montagne circostanti da oltre tre mila, in cui si sviluppano fitti boschi fino anche a quota 2.100 metri. Un paesaggio che ha reso famoso in tutto il mondo la principale località della valle, St. Moritz. Il nostro itinerario si conclude poi con un secondo importante “gradino”, lo Julierpass che ci porta a quota 2.284 metri attraverso una strada con pochi tornanti, ma con un percorso più aperto, dove le velocità si possono fare anche sostenute (sempre nel rispetto dei limiti imposti dal codice…).
Durante la prima parte del percorso, abbiamo apprezzato la silenziosità delle S001 (l’indice è 72 dB), mentre nei tratti con asfalto più sconnesso non le abbiamo affatto trovate scomode, malgrado si tratti di uno pneumatico con una spalla molto rigida, per garantire le prestazioni di cui è in grado. Quando la strada è diventata più guidata, il feeling è sempre stato ottimo, senza aver bisogno di portare gli pneumatici in temperatura prima di poter ottenere le migliori prestazioni. La precisione nei rapidi cambi di direzione è davvero elevata. La Audi S1 dotata delle Bridgestone S001 era però anche esente da uno dei classici difetti delle coperture sportive super ribassate (stiamo parlando di gomme 225/35 R18). Il battistrada largo e la spalla bassa solitamente comportano infatti l’effetto “copiatura” delle pendenze dell’asfalto, con la fastidiosa conseguenza di trovarsi a contrastare con le mani sul volante la tendenza dell’auto di scivolare verso l’esterno della carreggiata, dato che per favorire il deflusso dell’acqua durante i temporali le strade hanno quasi sempre una inclinazione di questo tipo. La nostra Audi S1 invece ne era quasi completamente priva e ci ha concesso di goderci la nostra esperienza di guida senza dover gestire questo problema. La stabilità è ottima, anche a velocità che non sarebbe lecito raggiungere, mentre l’appoggio in curva è così buono da averci concesso di spingere sempre di più, senza la minima incertezza. La dote che più ci ha sorpresi però è stato il grip in accelerazione, soprattutto alla luce della potenza della vettura, abbinata ad un asfalto le cui temperature erano più da gomma invernale che estiva, con i 10 gradi ed anche meno indicati dal termometro sul cruscotto.
Rivedendo il video di alcuni passaggi, per giunta con il controllo di stabilità spento, la S1 passava da un tornante all’altro quasi come faceva Kitt nel telefilm Supercar. L’impressione, senza alcuna esagerazione, era quella di una ripresa velocizzata, per quanto risultino esagerate le accelerazioni dell’auto. L’abbinata trazione integrale – Bridgestone Potenza S001 ci ha fatto apprezzare un’auto che, per i nostri gusti, sembrava quasi noiosa per quanto sia impossibile da scomporre in curva, con il differenziale centrale con dischi multipli a comando elettronico in grado di gestire al meglio la trazione sui due assi, “digerendo” senza problemi anche i peggiori maltrattamenti con rapidi cambi di direzione effettuati ad acceleratore spalancato. Rientrando verso Milano, scendendo il ripido percorso in direzione opposta, abbiamo potuto apprezzare il grip anche in frenata, con spazi di arresto che si sono mantenuti contenuti perfino nei tratti dove l’asfalto “gobboso” avrebbe potuto mettere in crisi la vettura.
In chiusura ricordiamo che le Bridgestone Potenza S001 sono disponibili in misure comprese tra 195 e 305, con cerchi da 16 a 20” e con codici velocità W ed Y (oltre 270 e 300 Km/h).
Seguici qui