Citroen VISA: i 40 anni della prima compatta con accensione elettronica integrale [FOTO]

Agli albori del Gruppo PSA

Il percorso che ha portato alla sviluppo della storica Citroën VISA, presentata nel lontano 1978

Un ampio abitacolo, una caratteristica configurazione della plancia e un’accensione elettronica integrale per la prima volta su una compatta di cilindrata contenuta. Si tratta di alcune riassuntive peculiarità della storica Citroën VISA.

La presentazione della Citroën VISA nel 1978

Citroen scelse l’isola di Kallithea, in Grecia, come suggestivo teatro d’azione per i primi test drive dedicati alla stampa. Il lancio era prospettato per il cinque ottobre dello stesso anno. Vi parteciparono oltre 430 giornalisti europei condotti lì via mare dalla Francia, secondo quanto segnalato.
All’introduzione, nel corso del Salone di Parigi, vennero anticipate le tre versioni di VISA disponibili con altrettante specifiche finiture: Spécial, Club e Super. L’allestimento di partenza vantava un motore bi-cilindrico da 652cc, stessa unità presente nel modello intermedio ma con una dotazione più ricca, ad esempio un orologio sulla plancia, un tergicristallo posteriore e retronebbia. Mentre la versione di vertice, oltre a una dotazione più curata, era animata sotto il cofano da un ben più corposo propulsore di quattro cilindri da 1.124 centimetri cubi. Una seconda versione, aggiornata dal punto di vista estetico, giunse nel 1981 e la produzione fu sviluppata sino al 1988, quando subentrò progressivamente l’erede AX.

Una storia iniziata già a fine Anni Sessanta

Il progetto originario della futura Citroën VISA, nome che rimandava a un’immagine internazionale, secondo quanto segnalato dalla casa fu legato a dinamiche iniziate ben prima degli Anni Settanta. In quel periodo la famiglia Michelin, che deteneva la maggioranza delle azioni Citroën, valutò un’alleanza strategica con la famiglia Agnelli, dando vita a un’alleanza tra il costruttore francese e i brand Fiat, Lancia e Autobianchi. La sinergia tra il brand del Doppio Chevron e Autobianchi procedeva speditamente dando vita a prodotti, legami commerciali e pianificando anche futuri modelli, sino a quando si prospettarono nuovi possibili equilibri legati all’acquisizione da parte Fiat di tante azioni Citroën nel 1969. Fatto che richiamò l’attenzione del governo francese, con successivi nuovi scenari.
Pur restando attiva una collaborazione sullo sviluppo di veicoli commerciali, oltre alla separazione dei progetti di Lancia Gamma e Citroën CX, fu messo da parte proprio il progetto di una potenziale compatta. Resto congelato sino al 1975, quando il patto tra i marchi transalpini Citroën e Peugeot diede vita a nuovi scenari. Affiorò il bisogno di introdurre un altro modello tra la più ampia GS e la compatta Dyane, più aggiornato rispetto all’AMI8.
Realizzata sulla base della Peugeot 104, la casa optò per un inedito bi-cilindrico da 35 cavalli, proposta a 5.250 giri/minuto, con accensione elettronica integrale e albero motore collocato su tre supporti di banco. L’estetica della prima versione di VISA era collegata a quanto ideato originariamente da Robert Oprno, mentre la plancia interna, con il caratteristico “satellite”, portava la firma di Michel Harmand.

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