Cop26, documento finale è un compromesso al ribasso

Sul mancato addio al carbone decisiva l'India

In linea con i timori della vigilia, la Cop26, la Conferenza della Parti di Glasgow, che era definita da molti come l’ultima occasione utile a contrastare gli effetti del cambiamento climatico, si è chiusa con un accordo che, se da una parte viene considerato “storico“, dall’altro alimenta delusione per la mancanza di coraggio e audacia che alla fine ha partorito un compromesso al ribasso.

L’India frena il processo di eliminazione del carbone

Tra i temi più dirimenti del “Patto di Glasgow”, l’accordo conclusivo sottoscritto dai 197 Paesi partecipanti alla Cop26, c’era quello della decabornizzazione. In materia di addio al carbone come fonte per la produzione di energia, il testo finale è frutto di una trattativa al ribasso dove decisiva è stata l’opposizione dell’India, che per aderire all’accordo ha chiesto ed ottenuto un approccio più soft alla transazione stabilita dal documento: ovvero la modifica, nel passaggio sullo stop al carbone, dell’espressione “eliminazione graduale” con “riduzione graduale”. 

I termini dell’accordo

L’accordo della Cop26 impegna i firmatari a contenere sotto gli 1,5 gradi centigradi l’aumento del riscaldamento globale rispetto ai livelli pre-industriali e a ridurre le emissioni di gas serra per arrivare alla neutralità carbonica entro il 2050. Per centrare tali obiettivi ogni Paese si impegna a rivedere ogni anno, e non più ogni 5 anni come previsto nel precedente accordo di Parigi, i propri obiettivi e misure utili a perseguirli. Raddoppiano poi, già dal 2025, i fondi finanziari con i quali i Paesi più ricchi e avanzati supportano quelli più poveri e quelli più vulnerabili ai cambiamenti climatici. Tra le misure settoriali sono state siglati accordi per la deforestazione, mentre per il comparto automotive è stato definito un percorso che conduce allo stop ai veicoli endotermici nel 2040, accordo però quest’ultimo che ha visto sfilarsi un gran numero di costruttori. 

Risultato comunque storico

Al di là di tutto, la portata storica dell’accordo è innegabile dato che, per la prima volta, si è affrontata la questione del carbone, considerato da sempre tra le fonti energetiche più inquinanti. Un punto di svolta e “carbone condannato a morte”, per usare l’espressione di Boris Johnson, premier del Regno Unito, che come tanti non ha però nascosto la delusione per il compromesso sulla riduzione graduale dello stesso carbone. 

Il commento del ministro Cingolani

Delusione e insoddisfazione che emerge anche dalle parole, rilasciate alla Rai, del ministro italiano per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che, sottolineando l’atteggiamento di India e Cina, ha commentato così il risultato della Cop26: “Non è un compromesso annacquato, dovevamo portare a bordo tutto il mondo, più di 195 Paesi. India e Cina hanno posto sostanzialmente un veto, hanno chiesto un alleggerimento di una condizione che, posso garantire, è abbastanza marginale, però questo ci ha consentito di averli a bordo nella Cop, che adesso ha sancito le regole di trasparenza e implementazione per quello che faremo nei prossimi anni”. “Io – ha aggiunto Cingolani – non sono soddisfattissimo, però mi rendo conto che con queste dimensioni a questi livelli, purtroppo il compromesso è parte del mestiere”.

2/5 - (4 votes)
Motorionline.com è stato selezionato dal nuovo servizio di Google News, se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui
Leggi altri articoli in Auto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Array
(
)