Crollo del ponte a Genova, ribadita la posizione del governo: “Non sarà Autostrade per l’Italia a ricostruire il ponte”

Soluzioni per gli sfollati entro tre mesi

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Tondelli, dinanzi alla Camera dei Deputati ha rimarcato il parere del governo a proposito della ricostruzione del ponte crollato a Genova. Passando al tema concessioni, si anticipa che tutti “saranno vincolati a reinvestire gran parte degli utili nell'ammodernamento delle infrastrutture”
Crollo del ponte a Genova, ribadita la posizione del governo: “Non sarà Autostrade per l’Italia a ricostruire il ponte”

Non muta la posizione del governo a proposito della ricostruzione del ponte di Genova. Lo ha ribadito il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, che dinanzi alla Camera dei Deputati ha dichiarato: “Non sarà Autostrade per l’Italia a ricostruire il ponte. La ricostruzione sarà affidata a un soggetto pubblico, ma a pagare i costi sarà la società concessionaria Aspi.”

Il tema delle concessioni

Il ministro, come già affermato in precedenza, ha aggiunto che consentire alla società Autostrade per l’Italia di occuparsi della ricostruzione “sarebbe una follia e irrispettoso nei confronti dei familiari delle vittime.” Questa dovrebbe essere concessa a “un soggetto a prevalente o totale partecipazione pubblica dotato di adeguate capacità tecniche, mantenendo in capo al concessionario l’ovvio onere dei costi”, aggiungendo che il “sigillo dello Stato” è necessario sull’opera della ricostruzione.
Passando all’altro spinoso tema della concessioni, sempre il titolare del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha chiarito che da adesso tutti i concessionari “pubblici o privati che siano, saranno vincolati a reinvestire gran parte degli utili nell’ammodernamento delle infrastrutture che hanno ricevuto in concessione e dovranno comprendere che l’infrastruttura non è una rendita finanziaria, ma un bene pubblico del Paese”, puntando all’interruzione di quelle convenzioni che prevedono costi pubblici e profitti provati, rivalutando l’intero “sistema delle concessioni autostradali e degli obblighi convenzionali”. Rivendicando anche la cosiddetta “operazione trasparenza”, a proposito degli atti riguardanti le concessioni.

Soluzioni per gli sfollati dopo il crollo

Ricordando quanto successo, è stato in primis il presidente della Camera, Roberto Fico, a chiedere nuovamente “scusa” per conto dello Stato su quanto successo. Non si dimenticano le vittime collegate al crollo, così come la gente costretta ad abbandonare le abitazioni nell’area rossa. “Tutte le persone sfollate riceveranno una sistemazione entro 3 mesi” ha riferito ancora il ministro Danilo Toninelli, spostando l’attenzione verso l’altra delicata questione in corso. Lo stesso ha segnalato anche il numero di persone condizionate dalla tragedia del 14 agosto scorso: 255 famiglie sfollate, ovvero 566 persone. Sino ad ora sono stati forniti 170 alloggi pubblici, di cui 88 “già assegnati o opzionati”.
Sullo stesso argomento è intervenuto da Napoli anche il vicepremier Luigi Di Maio, parlando di un “decreto urgente”, “una questione di settimane, ma forse di alcuni giorni”, che offra una risposta non solo alle persone “abbandonate in Italia come i terremotati di Ischia e del Centro Italia” ma che comprenda anche “il tema di Genova e soprattutto di coloro che sono sfollati e hanno diritto ad una casa.” “Gli sfollati hanno ragione” ha aggiunto poi, come riportato dall’agenzia ANSA. “Non si può lasciare la gente in Italia in balia delle elemosine di Autostrade”, ha affermato ancora il vicepremier. In proposito è arrivata la replica netta del governatore, Giovanni Toti: “Ad oggi gli sfollati del ponte Morandi sono in balia dell’elemosina di Di Maio, prendono i soldi della Protezione civile stabiliti dalle leggi nazionali, se Di Maio che è al Governo pensa che i piani di autonoma sistemazione siano sotto dimensionati, sono d’accordo con lui, ne parli con i colleghi di Governo e cambi la legge”, ha riferito da Genova.

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