Dal mercato cinese a quello americano, la parabola ascendente della casa automobilistica cinese BYD

Un degno concorrente per Tesla, un esempio globale del made in China di qualità

La casa automobilistica cinese BYD ha varcato la soglia dei confini nazionali per esportare i propri prodotti oltreoceano. Nelle Americhe i loro prodotti sono già presenti, soprattutto nel settore pubblico, ma sembra che anche enti privati come Facebook stiano manifestando il proprio interesse.
Dal mercato cinese a quello americano, la parabola ascendente della casa automobilistica cinese BYD

La compagnia cinese BYD sta diventando un punto di riferimento per la produzione di veicoli elettrici, e ultimamente si è mossa per allargare il proprio business al di fuori della Cina. In particolar modo, riporta Leslie Shaffer per “CNBC”, il prossimo obiettivo sarebbe il mercato americano, nonostante l’espansione in tale direzione possa sembrare proibitiva. Da un lato, lo scetticismo trova una spiegazione nell’attuale politica economica della giunta di Donald Trump, il quale ha auspicato un ritorno alla produzione nostrana. Ma d’altro canto, il made in China è sempre stato accostato all’idea di bassa qualità manifatturiera.

Ciò non ha tuttavia impedito alla compagnia supportata da Warren-Buffet di progettare l’apertura, in programma per il mese prossimo, di un centro di produzione della BYD in California, da dedicare alla produzione di mezzi elettrici pesanti per utilizzo urbano (come i bus, ma in futuro anche camion dell’immondizia e muletti). Si stima che il complesso darà lavoro a circa 700 persone, le quali contribuiranno a produrre fino a 1500 veicoli l’anno. In termini economici, BYD sta già dando filo da torcere anche ai competitors più agguerriti come Tesla, rispetto alla quale il volume di vendite è stato, nel 2016, sensibilmente maggiore (100000 contro circa 76000 unità).

Tale crescita, secondo Stella Li, presidente di BYD Motors, è dovuta al fatto che si stia progressivamente colmando il tradizionale vuoto di fiducia dei consumatori nei confronti della manifattura cinese. Ciò è testimoniato dal fatto che, oltre al fiorente mercato californiano, altre città americane (come Denver) stiano aumentando i propri ordini. Inoltre, prosegue Li, va aggiunto il fatto che anche alcuni privati, tra cui spiccano i nomi di Facebook e della Stanford University, abbiano cominciato a manifestare interesse verso i prodotti marchiati BYD. Non indifferente è anche l’impatto positivo avuto dalla casa automobilistica in America Latina.

Per riuscire a fare breccia nei mercati occidentali, conclude Li, è fondamentale ridurre il peso dei pregiudizi nei confronti della produzione cinese. BYD sta riuscendo nell’intento di creare la fiducia tra i consumatori attraverso continue dimostrazioni dell’efficienza dei propri prodotti, e grazie alla sicurezza offerta da servizi come la garanzia di 12 anni sulle batterie, e potrebbe ritagliarsi in futuro una fetta più cospicua del mercato dell’elettrico fuori dalla Cina.

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