FCA: Sergio Marchionne lascia con il “debito zero”

Difficoltà però in borsa

La prima presentazione di Mike Manley dei risultati di mercato FCA conferma quanto detto a inizio giugno dal compianto Sergio Marchionne. Il Gruppo ha ufficialmente conquistato il “debito zero” a livello industriale, uno dei principali obiettivi di sempre dell’ex a.d. scomparso questa mattina. In borsa, però, il titolo soffre, soprattutto per quanto riguarda Ferrari, che pensava di contare su Marchionne fino al 2021
FCA: Sergio Marchionne lascia con il “debito zero”

La presentazione dei dati di mercato dell’ultimo trimestre di FCA è stata molto delicata. Con la scomparsa di questa mattina di Sergio Marchionne, infatti, i mercati di tutto il mondo erano in attesa delle prime parole da amministratore delegato del suo successore Mike Manley. Non solo ovviamente per la semplice conoscenza dell’andamento del Gruppo da aprile a giugno, ma soprattutto per conoscere i piani futuri dell’azienda. In questo senso sono arrivate buone notizie e altre meno, che hanno comportato di conseguenza alcune difficoltà dei titoli FCA in borsa. Anche Ferrari, tra l’altro, ha faticato non poco, anche perché se gli altri marchi del gruppo avevano già visto il 1 giugno scorso tracciato il loro percorso fino al 2022, la casa di Maranello contava di avere Marchionne come presidente ancora per diversi anni e quindi non era stato tracciato un piano industriale definitivo.

Dopo un minuto di silenzio tenuto durante la conference call, Manley ha confermato come uno degli obiettivi maggiori di Marchionne, ovvero l’azzeramento del debito industriale, è stato ufficialmente raggiunto, come anticipato dallo stesso ex ad poche settimane fa. Secondo i numeri di bilancio diffusi da FCA, al momento l’azienda italo-americana possiede una liquidità netta industriale di 500 milioni di euro.
Concentrandoci invece sul passato trimestre, i ricavi si assestano sui 29 miliardi di euro, pari ad un aumento del 4% rispetto allo scorso anno. L’utile netto è di 754 milioni di euro, questo invece in calo del 35%. Nel 2017, infatti, lo stesso trimestre registrò 1,155 miliardi di euro, anche se occorre dire che a parità di cambi il calo è meno drastico (-26%). Nel semestre l’utile netto è di 1.775 miliardi di euro, in calo dell’1% rispetto un anno fa, con un “adjusted” di 2,019 miliardi (+15%). Nel semestre i ricavi salgono a 56 miliardi (+1%), risultato della vendita a livello globale di 2,4 milioni di vetture.

In borsa il gruppo ha pagato il taglio degli obiettivi futuri. Se il netto adjusted è stato confermato a 5 miliardi, le stime dei ricavi netti sono passati da 125 a 115-118 miliardi di euro, con una liquidità netta scesa da 4 a 3 miliardi di euro. Manley, comunque, ha precisato come gli obiettivi del piano industriale per il 2022 sono confermati in toto. Il 2018 sarebbe stato un anno molto importante, ma i target andavano comunque rivisti.

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