Fiat-Chrysler: boom in borsa dopo l’accordo, impennata del 16,4%

I sindacati approvano, ma chiedono anche nuovi investimenti in Italia

L'accordo raggiunto tra Fiat e Chrysler è storico non solo dal punto di vista industriale, ma anche lavorativo. Il boom in borsa e il nuovo flusso finanziario che arriverà potrebbero dare un nuovo sprint al settore anche nel Paese, come si augurano le stesse sigle sindacali. Nel frattempo, però, la situazione occupazionale in Italia registra nuovi episodi spiacevoli a Termini Imerese
Fiat-Chrysler: boom in borsa dopo l’accordo, impennata del 16,4%

L’accordo tra Fiat e Chrysler, che ha portato all’acquisizione totale della casa americana da parte del Lingotto, ha naturalmente avuto dei risvolti estremamente positivi in borsa. L’intesa raggiunta con la VEBA, auspicata e prevista già da tempo dallo stesso Sergio Marchionne, è stata salutata generalmente come un grande passo in avanti per l’azienda italiana. Con gli acquisti partiti ad inizio seduta, il titolo è salito in totale del 16,4%, raggiungendo una quota finale di 6,92 € ad azione. Un risultato, come detto, che molti addetti ai lavori hanno accolto con entusiasmo. L’ACI, ad esempio, per voce del suo presidente Angelo Sticchi Damiani, nella giornata di ieri ha dichiarato che «si tratta di un’eccezionale opportunità per il nostro Paese, l’inizio di una fase nuova nei rapporti industriali. L’acquisizione dell’intero pacchetto azionario della casa USA non solo conferma la bontà e la tenuta del sistema industriale italiano, da sempre portatore di eccellenze e riconosciuto nel mondo, ma rappresenta anche una opportunità eccezionale per l’intera filiera dell’auto

Le reazioni all’acquisizione della casa americana sono state sostanzialmente positive. Raffaele Bonanni, segretario della CISL, ha ribadito di approvare l’accordo, ma ha voluto anche ribadire come a questo risultato si sia arrivati non solo attraverso la strategia di Marchionne, ma anche con l’opera e il lavoro della sigla sindacale. Anche la UIL, con le parole di Luigi Angeletti, ha approvato in toto l’evento, in quanto secondo la visione del segretario questo potrebbe portare anche nuove risorse finanziarie da investire sul territorio italiano. In particolare viene chiesto un maggiore investimento negli stabilimenti di Mirafiori e Cassino, pur riconoscendo che il bandolo della matassa, alla fine, sia sempre quello di vendere più auto possibile (un’evidente riferimento non solo a Fiat, ma anche alle politiche del governo.

Non tutti, però, si sono mostrati così soddisfatti dell’accordo. Infatti l’acquisizione è arrivata in contemporanea con la presentazione di 174 lettere di licenziamento nei confronti di dipendenti di alcune aziende dell’ex indotto Fiat di Termini Imerese. Un portavoce degli operai ha sottolineato come l’entusiasmo per l’accordo Fiat-Chrysler strida in maniera sostanziale con la situazione lavorativa presente in questo momento in Italia e degli stabilimenti del Gruppo.

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