Giorgetti: “Servono nuovi incentivi. E la furia per l’elettrico è un autogol”
Il ministro dello Sviluppo economico ed il mondo dell'auto
Il mondo dell’auto è sempre più in allarme. Il primo mese del 2022 ha avuto ancora risultati da dimenticare e, nonostante alcune dichiarazioni e promesse, non c’è ancora traccia di incentivi per quest’anno. Giancarlo Giorgetti, ministro per lo Sviluppo economico, parla di questo ed altro, in una lunga intervista al Corriere della Sera.
Gli incentivi
Proprio gli incentivi sono un tema chiave, secondo il ministro: “Vanno reintrodotti per attivare il mercato di tutti i veicoli ecocompatibili, non solo elettrici – le sue parole – Le imprese dell’automotive vanno aiutate a riconvertirsi, rendendo disponibili gli accordi di programma ed i contratti di sviluppo. Ma sono troppo lenti”. Anche se è arrivata, la buona notizia della firma ormai imminente per la Gigafactory di Stellantis a Termoli.
Il ministro è molto duro sui provvedimenti del Governo e chiede risorse importanti per il mondo dell’auto e non solo. “Rischiamo dilaghi la disoccupazione nell’industria, nell’imposizione del passaggio all’auto elettrica. Invece, diamo soldi ai miliardari per ristrutturare le loro quinte case delle vacanze. Ride tutto il mondo”.
L’elettrico ed il futuro
Proprio sull’elettrico, c’è più di una perplessità da parte di Giorgetti. In particolare, sulle tempistiche. “Va abbattuta la CO2, certo. Ma manca una valutazione industriale, sulla sovranità tecnologica e l’autonomia dell’Europa. Chi fornisce le materie prime è la Cina, significa mettere il primo settore manifatturiero d’Europa in mano ad altri, lontano da noi. Siamo per il principio di emissioni zero, ma sulla base della neutralità tecnologica”.
Non solo elettrico, dunque. “L’idrogeno può diventare competitivo ed anche l’auto ibrida può avere un ruolo, soprattutto in assenza di una rete adeguata per la ricarica. Con questa furia ideologica per l’elettrico, rischiamo l’autogol. Difendere il clima è necessario, ma non posso accettare che il prezzo siano milioni di disoccupati”.
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