Hyundai Tucson, nome storico e qualità nuove [PROVA SU STRADA]

Abbandona la sigla ix35 e cresce in molte direzioni

La Casa coreana punta sul suo C-Suv per rilanciare verso l’alto la propria immagine. Migliora in qualità e contenuti, ma guadagna anche un look più europeo ed un frontale aggressivo ed imponente

Servizio fotografico: LINGEGNERE

Hyundai Tucson 1.7 CRDi Xpossible – Ha debuttato lo scorso anno, (qui potete leggere il nostro primo contatto), con un ritorno alle origini in quanto al nome, dopo la parentesi ix35. La nuova Tucson punta a consolidare, se non migliorare, i risultati molto positivi raccolti dal C-Suv coreano in una carriera ultra decennale. Era il 2004 infatti quando arrivò la prima generazione, che ottenne parte del suo successo sulla leva di un prezzo molto accattivante. Ora il mercato è cambiato, il Brand a cui appartiene è cresciuto e l’approccio è leggermente diverso. Se già la seconda generazione, quella nata nel 2009 sotto il nome di ix35, aveva spostato l’asticella verso l’alto, la terza dichiara apertamente le sue velleità di confrontarsi ad armi pari, se non addirittura migliori, con la concorrenza. Resta accattivante nel prezzo, ma qualità e tecnologia sono salite, oltre al look, sempre più marcatamente europeo (il suo padre è infatti un designer italiano). In questo sta forse il motivo della scelta di ridarle un nome vero e non più una sigla, proprio per far felici gli acquirenti del nostro continente. L’abbiamo provata in una delle configurazioni best seller, con il diesel da 1.7 litri e la sola trazione anteriore, abbinata all’allestimento più ricco, l’Xpossible.

Design e Interni: [xrr rating=4/5]

Un tocco di eleganza e sportività tutto italiano
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Il centro stile che ha sviluppato la nuova Tucson è quello tedesco di Russelsheim, già questo è un indizio del fatto che si volesse darle un aspetto vicino al gusto europeo. Nello specifico poi è stato proprio un nostro connazionale, Nicola Danza, ad aver disegnato le linee a cui siamo di fronte. Ha scelto di non tagliare con il passato, infatti sono evidenti le somiglianze con il modello che ha sostituito, dando però una connotazione diversa al look della Tucson. A nostro avviso si è andati in due direzioni molto precise: l’eleganza, unita ad una buona dose di sportività, oltre che la personalità. In questo il muso della terza generazione è davvero un colpo ad effetto. Inutile negarlo, anche durante il periodo in cui avevamo in prova la vettura, se ci avvicinavamo da dietro ci voleva qualche attenzione in più per riconoscerla, ma quando le si andava incontro guardandone il frontale era impossibile confonderla, nemmeno da molto lontano. Merito di una calandra importante, per dimensioni e per finitura, con una cornice cromata ed i tre grossi elementi orizzontali chiari.

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Al centro di quello superiore la Tucson sfoggia orgogliosa il logo Hyundai, anch’esso cromato. Il resto del frontale però è molto elegante, quasi a contrasto con il carattere forte della calandra. Un cofano alto, ma privo di nervature troppo vistose e fari a LED lunghi e sottili, che si incuneano nella carrozzeria anche lateralmente, fino alla prima porzione dei parafanghi. Nella parte inferiore troviamo invece fendinebbia e luci diurne a disegnare un paraurti chiuso in basso da una griglia a nido d’ape e dal fascione chiaro a contrasto. Il concetto del “Fluidic Sculpture” viene quindi evoluto in una chiave stilistica più vicina al nostro gusto, ben evidente anche spostando lo sguardo verso la fiancata, pulita e semplice, senza rinunciare a mostrare i muscoli con passaruota marcati nelle forme sinuose e curve. Bella la vetratura, con un taglio sportivo che si chiude nella porzione posteriore, mentre due nervature tagliano la linea alta di cintura e parte bassa delle due portiere, quasi a sottolineare simmetricamente il fascione paracolpi chiaro. Abbiamo detto che il frontale è più imponente e riconoscibile della coda della vettura, ma non per questo la Tucson risulta anonima se guardata da dietro. Si contraddistingue per le linee pulite, con gruppi ottici allungati ed un piccolo spoiler sopra al lunotto, quest’ultimo inclinato quasi a 45 gradi. La pulizia del design, così come avevamo notato anche durante il primo contatto, porta ad avere l’incavo per l’apertura della serratura del bagagliaio molto in basso, giusto sopra la targa.

Interno: Plastiche più morbide per la nuova plancia
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Cresce dentro e fuori, lo avevamo anticipato. Non ci riferiamo alle dimensioni, bensì alla qualità: stilistica fuori, nelle finiture e nei materiali dentro. La plancia è stata ridisegnata e realizzata con una cura più elevata. Questo è l’elemento che, salendo a bordo, maggiormente differenzia il nuovo Suv coreano, che guadagna un aspetto vicino a quelle delle concorrenti Premium. Il percorso non è completamente compiuto però, perché qualche pecca la nuova Tucson continua ad averla, soprattutto andando puntigliosamente ad analizzare il dettaglio. I Brand che fanno della qualità percepita il loro fiore all’occhiello sanno ancora fare meglio, ma la differenza, va ammesso, la si paga con un prezzo più elevato. Qui i materiali soft touch sono però molto migliori delle vecchie e più spartane plastiche rigide, mentre al centro trova collocazione un ampio display da ben 8”.

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Il montante arretrato rispetto al precedente modello, oltre che caratterizzare la linea esterna, porta con se il beneficio di una visibilità migliorata. La crescita in lunghezza (anche se la Tucson resta sotto i 4.5 metri con 447 cm) è stata destinata quasi tutta alla parte posteriore, con un bagagliaio che raggiunge quota 513 litri, che possono arrivare a 1.503 con i sedili abbattuti. Interessante la opzione che consente di regolare lo schienale del divanetto posteriore, fino a scendere a 488 litri per i bagagli, ma con un comfort maggiore per i passeggeri. Diventano poi 468 se scegliete di avere una classica ruota di scorta invece del ruotino di serie. Si conferma la praticità del C-Suv Hyundai, con un incremento di qualità che si avvisa anche con l’udito. Sono infatti stati utilizzati materiali fonoassorbenti in quantità, per migliorare l’insonorizzazione, storicamente non proprio al top sulla ix35.

Comportamento su Strada: [xrr rating=4/5]

Buon piacere di guida grazie anche ai tanti aiuti tecnologici
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Oltre alla insonorizzazione migliorata, abbiamo anticipato che la visibilità, grazie al montante del parabrezza arretrato, è cresciuta anch’essa. Si tratta di un tassello che completa un quadro ottimo, perché la posizione di guida alta offre una vista molto ampia e completa della strada intorno alla vettura, anche nella porzione laterale e posteriore. Al volante della Tucson però ciò che si nota maggiormente è la tanta tecnologia a supporto di chi guida. Ad esempio il Lane Keeping Assist System (LKAS) legge le corsie e comanda il volante per stare all’interno del percorso corretto. Sul fronte sicurezza, attiva e passiva, non manca il Blind Spot Detection, ma nemmeno l’Active Hood (AHS) per aiutare lo smorzamento di un urto con un pedone grazie allo spostamento del cofano.

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La Tucson è in grado di monitorare sui 180 gradi dietro alla vettura con il Rear-Cross Traffic Alert, ma quello che è forse il contributo più importante alla sicurezza è la frenata automatica. L’AEB legge la velocità di avvicinamento e la distanza da chi ci precede, avvisando prima con un segnale acustico ed agendo poi sui freni, in modo da evitare una possibile collisione. Per tenerci lontano da un pericolo di diversa natura invece utile lo Speed Limit Information (SLIF), che ripete la velocità massima dettata dai cartelli stradali sul quadro strumenti. Per il resto la Tucson si conferma un’ottima compagna di viaggio, in autostrada quanto su strade più tortuose, dove un buon feeling con lo sterzo ed un rollio abbastanza contenuto rendono l’esperienza di guida piacevole. Anche in città le dimensioni rimaste abbastanza compatte e la posizione alta consentono di spostarsi in modo comodo e senza problemi nemmeno per la ricerca di un parcheggio. Nel caso dell’esemplare provato i sensori e la telecamera posteriore semplificavano il compito ulteriormente.

Motore e Prestazioni: [xrr rating=4/5]

Il mille-e-sette è brillante il giusto per la Tuscon
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Sono tre le motorizzazioni disponibili (ciascuna delle quali in 2 step di potenza, per un totale di 6 possibili scelte): il benzina 1.6 GDi da 132 e 177 cavalli e due a gasolio, con al top il 2.0 litri da 136 oppure ben 185 cavalli. La vettura da noi provata era dotata del CRDi 1.700 da 115 cavalli, che rappresenta il compromesso preferito dagli utenti. Capace di 280 Nm al contenutissimo regime di 1.250 giri ed erogati in modo costante fino a quota 2.750, ha una elasticità ed una erogazione così fluida da risultare una soluzione perfetta. Spinge infatti molto bene fin dai bassi regimi, mentre l’unica piccola pecca è quella di essere leggermente ruvido fino a 2.500 giri, poi si fa ancor più fluido e silenzioso. La Tucson in questa combinazione, con trazione anteriore e cambio manuale a 6 rapporti, arriva fino a 176 Km/h, staccando un discreto 13.7 sullo 0-100. Si può optare per un automatico con doppia frizione DCT a 7 marce, in abbinamento ad una versione più pepata del 1.700, che arriva a 141 cavalli e 340 Nm di coppia.

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Se volete invece la trazione integrale, occorre salire di cilindrata. Il CRDi 1.7 è infatti destinato alla 2WD, mentre il 2 litri, nei due step di potenza, è esclusivamente 4WD. Al vertice il 185 cavalli capace di ben 400 Nm e che spinge la Tucson sopra quota 200 (201 Km/h) e sotto quella dei 10 secondi (0-100 in 9.5). Tutti i motori sono Euro 6, mentre il sistema Start&Stop si è fatto apprezzare per un funzionamento silenzioso e non molto invasivo. Senza infamia e senza lode il cambio. Ottimo in quanto a rapportatura, con il beneficio di un regime contenuto in autostrada abbinata ad una buona brillantezza anche con una potenza non esorbitante, ci ha entusiasmato meno per la precisione degli innesti, che ci sarebbero piaciuti più contrastati. Leggera invece la frizione, perfetta per il traffico e per la guida urbana.

Consumi e Costi: [xrr rating=4/5]

Tre motori, tre allestimenti, tre trasmissioni
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Scorrendo il listino della Tucson le opzioni disponibili hanno una ricorrenza sul numero 3. Le motorizzazioni sono infatti una a benzina e due diesel, che diventano ben 6 considerando i livelli di potenza. Si va dai 115 cavalli del già vivace 1.7 litri a gasolio, fino ai 185 del 2 litri più potente, sempre a gasolio. Meno ampio il divario per la gamma benzina, con un range da 132 a 177. Alla trasmissione manuale si affiancano altre due opzioni (ecco che torna il 3), a seconda della motorizzazione, con un automatico tradizionale con convertitore di coppia e 6 rapporti, oppure un DCT a 7 (disponibile per la 1.6 T-GDI e per la 1.7 CRDi 2WD 141cv). Sono ancora tre gli allestimenti: Classic, Comfort ed Xpossible. I prezzi vanno dai 21.800 euro (1.6 T-GDI Classic), fino a quota 35.450 per la Tucson 2.0 CRDi 4WD A/T 185CV Xpossible. Andando ad analizzare un po’ le varie possibilità, iniziamo a dirvi che per una vettura come quella provata di parte da 23.800 euro, salendo di 2.250 per passare alla Comfort, fino al top tra gli allestimenti, molto ricco, ma con un aggravio di 4.650 euro per la Xpossible, per un totale di 28.450. Ne servono ulteriori 2.300 per passare alla trasmissione automatica, che come detto fa anche guadagnare qualche cavallo al 1.700 ed è abbinata al solo allestimento Xpossible. In realtà sono 1.700 gli euro che si pagano per il DCT, perché questa è la differenza, ad esempio, tra le due Tucson con il la 1.6 T-GDI da 177 cavalli (tra le altre cose unica opzione se la volete a benzina e 4X4). Gamma 4WD che parte dai 27.800 della 2.0 CRDi, su cui il cambio automatico classico si paga con 1.500 euro aggiuntivi. Stessa differenza che occorre sborsare per salire da 136 a 185 cavalli del top di gamma.

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Passando ai consumi la nostra prova su strada più approfondita ha confermato di fatto il dato che avevamo rilevato lo scorso anno, con un consumo medio intorno ai 15 km/l, anche in autostrada. Si può fare di meglio con una condotta particolarmente attenta, avvicinandosi di più al dato dichiarato per il consumo in ciclo combinato, che è di 4.6 l/100 Km. Hyundai, come sua tradizione, mette sul piatto il bel vantaggio di una generosa garanzia di 5 anni a chilometraggio illimitato.

Pro e Contro

Ci PiaceNon Ci Piace
Migliora e di molto da tanti punti di vista, anche in quanto a comfort e capacità del bagagliaio.Resta qualche piccola pecca nella qualità degli interni, non migliora l’abitabilità posteriore.

Hyundai Tucson 1.7 CRDi Xpossible: la Pagella di Motorionline

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