Jaguar XF, una dieta a base di alluminio per la seconda generazione [PROVA SU STRADA]

Scendono peso e consumi, sale il piacere di guida

Una delle alternative più interessanti alle “solite” tedesche si rinnova alzando il tiro, dopo il buon successo della prima generazione. Eleganza e design non le mancavano, ma ora, con quasi 2 quintali in meno, promette una guida più dinamica e consumi migliori

Jaguar XF 3.0d V6 300cv Autom. Portfolio – Sarà perché le scelte scontate non ci hanno mai affascinati, sarà perché il marchio inglese ha un passato importante ed un blasone dal sapore diverso, ma a noi la XF è sempre piaciuta, rappresentava una delle pochissime, se non addirittura l’unica, alternativa alle berline tedesche. Lo scorso anno è andata in pensione la prima generazione, venduta in circa 250 mila pezzi, sostituita da un’auto che, se apparentemente le è parente stretta, nella sostanza è tutta nuova. La novità più importante è nel telaio e nell’utilizzo del leggero alluminio, che ha consentito di ottenere benefici molto importanti. Quello più eclatante sono i quasi 200 Kg in meno, visto che una XF 2.0d con cambio manuale pesa 1545 kg, 190 kg in meno della precedente generazione in allestimento 2.2d. Il minor peso si ripercuote positivamente sui consumi e sulle prestazione, ma anche sulla guida, ora la dinamica è di riferimento. Oltre al peso le novità sono tante, per una vettura che è stata apprezzata nella prima serie e che ora potremmo azzardarci ad affermare che rasenta la perfezione. Non a caso nei nostri giudizi prevalgono i quattro-e-mezzo in una scala da 1 a 5: qualcuno può fare di meglio sulla singola voce, ma nel complesso si tratta di un’auto promossa a pieni voti in tutto.

Design e Interni: [xrr rating=4.5/5]

Conserva la sua innata eleganza, con un tocco di sportività in più
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Il suo designer, Ian Callum, ha sapientemente scelto di aggiornarla in modo molto importante, però senza allontanarsi troppo dal suo stile. Così se guardate separatamente la prima e la seconda XF, sembrano due vetture molto simili, se invece le affiancate, noterete le profonde differenze. Le dimensioni restano sostanzialmente invariate, con meno di un centimetro perso in lunghezza (485), mentre la novità più importante riguarda il passo, che cresce di ben 5 cm e raggiunge la ragguardevole quota di 296. Le differenze non si fermano qui, perché a cambiare sono anche le linee. La XF si conferma regina di eleganza, ma punta anche su una dose di aggressività maggiore, con nervature pronunciate, linee tese e fari anteriori più sottili. Anche il CX raggiunge un traguardo invidiabile, con un dato di appena 0,26. Un dettaglio tutt’altro che marginale, visto che tra peso diminuito, aerodinamica affinata ed efficienza del propulsore, il consumo di carburante in autostrada diventa allineato con quello di una ottima utilitaria, ma siamo al volante di una grossa berlina con 300 cavalli! Abbiamo accennato alla cospicua riduzione del peso, ottenuta principalmente con un uso in larga scala dell’alluminio. Il Gruppo a cui appartengono Jaguar e Land Rover è oramai uno dei più validi fruitori di questo tipo di tecnologia. Ne è un esempio la nuova XE dotata di una piattaforma in lega di alluminio, da cui la XF trae insegnamento, sviluppando però il concetto in modo ancora più evoluto. In minima parte (20%) gli elementi sono in comune tra i due telai, ma in questo caso si arrivano ad utilizzare materiali ancor più nobili, come il magnesio, a fianco del 75% complessivo di alluminio, ottenendo un peso complessivo della scocca di soli 282 Kg. Senza ovviamente imporre nessuna rinuncia, visto che la rigidità rispetto alla precedente scocca in acciaio sale quasi del 30%.

Interni: Come fuori evolve senza stravolgimenti, mentre la tecnologia è a misura di portafogli
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Iniziamo dalla novità forse più tangibile, quei 51 mm di passo in più che si traducono in una accresciuta abitabilità interna, con i posti dietro che se erano già comodi, ora diventano un riferimento quasi assoluto, anche se l’ingombro della meccanica si ripercuote ancora nello spazio per il terzo posto centrale. Sono stati mantenuti gli elementi piuttosto coreografici che stanno diventando quasi un marchio di fabbrica, come le bocchette dell’aria a scomparsa (ora solo quelle esterne) ed il comando del cambio automatico anch’esso a scomparsa. Per il resto l’abitacolo coccola, è proprio il caso di dirlo visto l’arco che avvolge i due posti anteriori, con un profilo il cui sviluppo è prevalentemente sotto al parabrezza, ma che si allunga fino a metà delle due portiere. Un dettaglio che ricorda la soluzione adottata dalla Audi A7, guarda caso una delle poche auto che ci sentiamo di dire si avvicinino allo stile della XF anche fuori. In questo caso il profilo è arricchito dal marchio Jaguar nel punto centrale. Dal punto di vista infotainment e tecnologia la base della XF, soprattutto in allestimento Portfolio, è già buona. Per chi invece pretenda proprio il massimo non c’è che l’imbarazzo della scelta.

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Il già ottimo schermo da 8” con i comandi laterali si può trasformare in un 10.2” touchscreen con prestazioni degne dei migliori sistemi sul mercato, basta acquistare un pacchetto da 2.670 euro. Optional è anche il cruise control adattivo, che sarebbe forse lecito attendersi di serie per un’auto come questa, ma si pagano anche i sensori di parcheggio (che abbiamo trovato sinceramente un po’ troppo sensibili) o l’avviamento senza chiavi. Una scelta che consente all’acquirente di costruirsi in modo quasi sartoriale la vettura addosso, senza accessori che non diano un vantaggio a chi non ne è interessato, ma che di contro rischia di far lievitare il conto finale in modo eccessivo, oppure di dover sacrificare qualche accessorio. Materiali e finiture non hanno invece nulla da invidiare alla migliore concorrenza, dentro si vive in un ambiente caldo ed elegante, raffinatamente accogliente.

Comportamento su Strada: [xrr rating=4.5/5]

Comoda si e molto, ma con tanta voglia di una guida sportiva
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La XF è una berlina che non può non avere il comfort tra i suoi principali obiettivi e pregi e, sul campo, le promesse sono mantenute egregiamente, più avanti scopriremo anche il perché. La sorpresa, è proprio il caso di dirlo, arriva però dalle doti dinamiche inattese che sfoggia. Nella sua messa a punto è stata infatti assecondata molto l’indole dei palati più fini e sportivi, con un retrotreno che ha la tendenza a chiudere le traiettorie, quindi più votato al sovra, piuttosto che al sottosterzo. Stessa cosa per lo sterzo, molto preciso e reattivo, soprattutto se si utilizza la modalità più sportiva. Anche l’ESP ha un intervento mai invasivo, per preservare il piacere di guida. Il merito va anche alla corposa dieta che ha ridotto il peso della nuova XF, ma non crediamo di sbagliare ipotizzando che dietro ci sia stata una scelta calcolata. Con una concorrenza votata sempre più al comfort ed alla sicurezza, a volte a discapito del vero piacere di guida, il Brand inglese cerca di differenziarsi e di proporsi in una chiave che può essere vincente, peraltro senza rinunciare ad eccellere anche in quanto a “coccole” per chi è a bordo. Gli ammortizzatori regolabili consentono di scegliere se avere una XF reattiva o più morbida, ma oltre all’elettronica sono le basi tecniche a fare la differenza. Le sospensioni anteriori sono concepite con un angolo di attacco orientato all’indietro, cioè con il punto superiore arretrato rispetto a quello inferiore. Questa caratteristica, esclusiva delle vetture a trazione posteriore, si traduce in una maggior capacità di assecondare le imperfezioni del fondo stradale, senza trasmetterle in abitacolo. La medesima peculiarità viene garantita dalle sospensioni posteriori, con il sistema denominato da Jaguar “Integral Link”. La XF adotta anche il sistema portato al debutto dalla sorella minore XE, denominato All Surface Progress Control. Si tratta di un aiuto elettronico per la guida su neve e, più in generale, per le superfici a bassissima aderenza, dove la trazione posteriore paga dazio, almeno normalmente, alle vetture in cui sono le ruote anteriori, meglio ancora tutte e quattro, a scaricare la potenza a terra. In pratica si imposta la velocità e non si deve nemmeno utilizzare l’acceleratore, pensa a tutto il “cervello elettronico”, in modo da mantenere la velocità evitando il pattinamento.

Motore e Prestazioni: [xrr rating=4.5/5]

Il motore perfetto per godersi la XF al meglio, senza eccedere
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La XF è disponibile anche in versione “fiscally correct” con un 2.0d in due step di potenza, 163 o 180 cavalli, oppure con un benzina, sempre di 2 litri di cubatura, con 240 cavalli. Sono motorizzazioni ottime e necessarie per mantenere quel profilo basso che un certo tipo di lotta all’evasione impone anche a chi le tasse le paghi, per evitare di finire sotto la lente di ingrandimento, ma in tutta sincerità, solo i propulsori a 6 cilindri consentono di esaltare a pieno i pregi di quest’auto. Allora in quest’ottica il top sarebbero i 340 e 380 cavalli del V6 benzina, ma stando più con i piedi per terra e con una attenzione maggiore ai costi di esercizio, è proprio il V6 a gasolio della nostra prova ad essere la scelta più logica che si possa fare. Si tratta di una unità accreditata di 300 cavalli a 4.000 giri, con una coppia considerevole, di ben 700 nm a soli 2.000 giri, capace di staccare un validissimo 6,2 secondi nello scatto da fermo fino a 100 Km/h. Il 3.0 litri biturbo Jaguar evolve, adotta ad esempio un nuovo sistema di iniezione diretta a 2.000 bar e diventa anche conforme alle norme Euro 6. Cresce in termini di efficienza del 9% ed ora è ancora più silenzioso, privo di vibrazioni e con una erogazione che rasenta la perfezione. Mai una incertezza, nemmeno nella guida cittadina, dove spesso si chiede una risposta pronta a regimi non ottimali e molto bassi. L’abbinata con il cambio automatico ZF a 8 rapporti riesce a convincere tutti. Di serie per tutte le XF a sei cilindri, opzionalmente abbinabile anche ai più piccoli 2 litri, è fluido e dolce nelle cambiate, al punto da rendere difficile sentirle, a meno che non si fissi il contagiri, se si guida in modo più dinamico asseconda le velleità anche dei più sportivi. Non passa al rapporto superiore nemmeno a limitatore, quando si usa la modalità Sport, finezza che farà impazzire chi ama la guida decisamente aggressiva, rara su auto come questa. La leva è costituita da una rotella a scomparsa, che allo spegnimento dell’auto rientra, inserendo in automatico il “Parking”. Lo ZF ad 8 rapporti è una trasmissione che in molti riconoscono come la migliore tra tutte, in questo caso esaltata da una gestione elettronica davvero molto buona, sviluppata internamente da Jaguar.

Consumi e Costi: [xrr rating=4.5/5]

La XF parte da poco più di 44 mila euro (attenzione agli optional), consumi da lode
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Ci si può portare a casa una XF con meno di 45 mila euro, davvero un buon prezzo viste le qualità dell’auto. La 2.0d è infatti a listino a 44.220 euro. Non sono tanto i 163 cavalli e la poca sportività che ne consegue ad imporre le rinunce più importante però (le prestazioni sono comunque più che adeguate come dimostrano lo 0-100 in 8”7 e la velocità massima di 227 km/h), perché è con i tanti optional che il prezzo della XF sale e di parecchio. La 3.0d in allestimento 3.0d Portfolio della nostra prova, ad esempio, parte da un listino di 68.920 euro, ma basta poco per passare facilmente quota 80.000, se la si vuole arricchire di tecnologia e non solo. Al top di gamma troviamo la XF 3.0 V6 benzina da 380 cavalli e trazione integrale, con i suoi 74.160 euro. La trazione AWD è per ora abbinabile solo ai 3 litri a benzina, nei due step di potenza previsti (340 e 380 Cv). Per quanto riguarda i consumi invece, il 3 litri a gasolio da 300 cavalli promette di essere più efficiente del suo predecessore, con un dato in ciclo combinato di 5,5 l/100 km. Se nella guida cittadina è già sorprendente rilevare un consumo piuttosto contenuto per una grossa berlina da quasi 5 metri, è in autostrada che questa XF ci ha lasciati a bocca aperta. A velocità da codice si sfiorano i 20 Km/l, roba davvero da utilitaria di ultima generazione, peccato che si stia viaggiando a bordo di una grossa e lussuosa berlina, con una generosa riserva di potenza e di coppia sotto il piede destro del guidatore! A fine prova il dato medio indicato si è attestato in zona 7,5 l/100 km, ma dobbiamo ammettere di non aver tenuto uno stile di guida troppo attento, quindi lo spazio per far meglio di così c’è, ed è parecchio.

Pro e Contro

Ci PiaceNon Ci Piace
Linea personale e ben riuscita, molto elevati il piacere di guida, il comfort, ma anche la sportivitàGli optional rischiano di far impazzire il conto finale.

Jaguar XF 3.0d V6 300cv Autom. Portfolio: la Pagella di Motorionline

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1 commento

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  • Michael 1963 ha detto:

    Da vecchio cliente Jaguar, avendo posseduto una X-Type diesel dal 2004 al 2011, apprezzo molto il rinnovamento stilistico apportato con le ultime nate, soprattutto questa nuova XF. Apprezzo molto la bella linea e le ottime motorizzazioni, seppure offerte in una rosa ristretta rispetto ai marchi tedeschi concorrenti. Nulla da eccepire pure sulle finiture, davvero curate e lussuose come si conviene ad una Jaguar.

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