Mercato auto: nei primi sette mesi del 2022 perse 200.000 unità. È allarme elettriche: -19% da gennaio

Federmotorizzazione: "Serve approccio a transizione adattato al nostro Paese"

Mercato auto: nei primi sette mesi del 2022 perse 200.000 unità. È allarme elettriche: -19% da gennaio

Nonostante il dato sulle immatricolazioni auto di luglio in Italia sia in linea con lo stesso mese del 2021, il cumulato dei primi sette mesi dell’anno registra un calo di 200.000 unità rispetto allo scorso anno.

Tra i dati più significativi, uno emerge da quelli relativi alle alimentazioni: l’elettrico puro (BEV) segna un pesante -29% nel mese ed un -19% tra gennaio e luglio. Appare evidente la difficoltà del nostro Paese, dove il reddito netto medio annuo dei lavoratori è di poco oltre i 20.000 euro, nel supportare la crescita dei veicoli elettrici, i cui prezzi rimangono ancora proibitivi per molti.

Le differenze tra l’Italia e il resto d’Europa sulla diffusione di auto elettriche

Guardando agli altri Paesi europei, l’Italia ha numeri simili alla Spagna che registra le stesse quote di mercato BEV (Italia 3,6%, Spagna 3,5%), con un reddito medio inferiore del 15%. La Francia ha una quota di auto 100% elettriche più alta, il 12%, potendo contare su alcuni fattori incentivanti: l’energia elettrica prodotta dal nucleare a un costo più basso e il reddito medio pro-capite superiore del 20% a quello italiano. Fa ancora meglio la Germania con una quota di mercato BEV pari al 14,5%, anche grazie a un reddito medio dei tedeschi che risulta del 50% superiore a quello degli italiani. Il gap assume dimensioni ancora maggiori se si guarda ai Paesi del Nord Europa, dove mediamente il reddito pro-capite supera del 60% quello italiano, con la quota di veicoli 100% elettriche che tocca anche il 70%.

Buongiardino (Federmotorizzazione): “Transizione elettrica accelerata è obiettivo irraggiungibile per l’Italia”

Numeri che sottolineano la necessità di approcci differenti tra i Paesi del Nord Europa e quelli del Sud Europa alla transizione elettrica come afferma Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione Confcommercio: “Questi dati, afferma spiegano la diversità di approccio al tema dello sviluppo della motorizzazione elettrica tra il Nord Europa, più ricco, e il Sud Europa Mediterraneo, più povero. Il cittadino medio italiano, oltre alle incertezze legate all’autonomia dei veicoli e alle infrastrutture carenti, non acquista auto elettriche perché non se le può permettere: i decisori politici, finalmente, devono farsi interpreti dei cittadini e adottare linee adatte al nostro Paese, puntando con decisione allo svecchiamento del parco più inquinante, anche attraverso le motorizzazioni tradizionali di ultima generazione, piuttosto che insistere su un obiettivo irraggiungibile di una transizione elettrica accelerata. Non è possibile inseguire – conclude Buongiardino -, gli obiettivi temporali dei Paesi del Nord Europa che hanno, mediamente, il 60% di reddito più alto e possono permettersi, come vettura elettrica più venduta, una Tesla che costa tra 60.000 e 80.000 euro”.

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