MINI Countryman: il piccolo SUV britannico potrebbe diventare sette posti?
È imposizione a livello mondiale, ciò che si ricerca, o, in semplicità, desiderio di soddisfare i bisogni di un maggior numero di clienti? Il programma MINI di figliare prodotti senza più filtri che ne trattengano le briglie prosegue a puntate: dapprima, la conferma quasi sussurrata che Beachcomber, la riesumata MINI Moke, arriverà nel listino; poi, la certezza che anche le due coniugazioni viste al Salone di Francoforte, MINI Coupé e MINI Roadster, fossero destinate alla linea di montaggio.
Ed ora, il costruttore britannico spiattella il desiderio di ampliare la famiglia Countryman, il primo SUV di casa MINI: è arrivato solo qualche mese fa, ma già si pensa a come stravolgere, nuovamente, le proprie norme. La filosofia di questa nuova piegatura del concetto è la stessa perseguita da Nissan con il proprio Qashqai: predisporre, cioè, una variante alternativa con due sedute aggiuntive e raggiungere l’abitabilità d’un piccolo monovolume sette posti.
Infatti, il passo del SUV britannico potrebbe essere aumentato di dieci centimetri, sino a raggiungere 2,7 metri di lunghezza massima: dimensione sufficiente a giustificare una fila di poltrone in più? Non è che ci rifileranno due sedute da bimbetto, sacrificando litri di capacità di carico?
Nulla si sa sulla sua effettiva realizzazione: certo è che MINI non intende rimanere a guardare a lato, non vuol più essere un satellite attratto, solo per gravita e non per importanza, al padrone di Monaco, il pianeta BMW. Quale sarebbe la vettura che più apprezzereste, nel futuro MINI? Una wagon? Una GT? Una sportiva?
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