Nuova Citroën C3: diversa da tutte le altre [5 COSE DA SAPERE – EPISODIO 1]

La Cactus ha fatto scuola

È passato ormai un anno da quando scoprimmo per la prima volta la rinnovata Citroën C3. Il Double Chevron aveva deciso di dare un taglio netto rispetto al passato, abbandonando completamente il design che aveva caratterizzato questa hatchback da città fino ad allora e sposando invece il design provocante e giovanile della C4 Cactus. Era però necessario riuscire a trovare una soluzione che potesse piacere a tutti e questa è stata la strada adottata dalla casa francese, che noi andremo nuovamente a ripercorrere partendo da questa prima puntata del nuovo #5CosedaSapere sulla Citroën C3 MY 2017

Un design audace. Così la definiva la stessa casa francese al momento della sua presentazione ufficiale. Audace lo è sicuramente la nuova Citroën C3, una vettura che ha deciso di dare un taglio netto con il proprio passato e di sottolineare con forza una filosofia produttiva che era già propria del marchio, ma che da qualche tempo necessitava di nuova linfa vitale. La domanda quindi sorge spontanea: qual è l’auto più originale prodotta da Citroën negli ultimi anni? Facile, la nuova C4 Cactus. Quindi perché non proseguire sulla stessa strada, cercando al tempo stesso di addolcire i tratti estremi di quella che doveva essere una scommessa (e che a giudicare dal numero di auto circolanti sembrerebbe vinta)? Benvenuti quindi a questo nuovo #5CosedaSapere, nel quale cercheremo di scoprire ogni singolo segreto di questa rinnovata e rivoluzionata Citroën C3 MY 2017.

In questa prima puntata ci concentreremo forse su uno degli aspetti più distintivi della C3 di ultima generazione, ovvero il look, partendo prima di tutto dall’esterno. È qui infatti che i tecnici francesi hanno fatto letteralmente dietro front rispetto alla precedente generazione, adottando quasi completamente la filosofia stilistica della C4 Cactus. Il crossover, però, ha un problema piuttosto importante: è una vera e propria scommessa, quasi azzardato nelle sue soluzioni estetiche. Proprio per questo motivo spesso non conosce mezze misure. O la si odia o la si ama. La C3, forse, un azzardo del genere non se lo poteva permettere essendo una delle vetture di maggior successo della produzione del Double Chevron. Inoltre la naturale evoluzione della Cactus sarebbe stato comunque un design più “commercializzabile”, seguendo però la stessa strada del suo illustre predecessore.

Ecco allora che abbiamo una C3 davvero interessante. Rivoluzionata e completamente cambiata rispetto al passato, ma al tempo stesso non estrema come la Cactus. Già guardandola sulla zona frontale possiamo notare come il profilo si sia nettamente alzato, donando alla vettura una sensazione di robustezza inaspettata solo fino a poco tempo fa. Abbiamo a che fare con un’auto forte e aggressiva, immediatamente riconoscibile, ma non per questo azzardata. Il look è comunque piuttosto essenziale e le forme della carrozzeria si presentano molto semplici nelle linee e nelle muscolature. Se passiamo poi direttamente alla zona frontale, troviamo immediatamente, accanto al profilo cromato della griglia che ormai abbiamo imparato a conoscere, le nuove luci a LED, che contribuiscono a creare la tanto ricercata e citata “firma luminosa” della vettura. Il paraurti non verniciato assicura una decisa dose di resistenza, mentre i fendinebbia sono inclusi un cornici colorate (rosse nel caso della vettura che abbiamo potuto provare noi) che ne sottolineano la presenza e l’atteggiamento fresco e giovanile.

Passando alla vista laterale non possiamo non partire dagli Airbump, vero e proprio simbolo di questa rivoluzione firmata Citroën. Rispetto alla C4 Cactus, però, la nuova C3 ha scelto di abbandonare l’aspetto “blister” per adottare invece un più stiloso e moderno sistema a quadrettoni, di cui il primo sottolineato da una cornice colorata a contrasto. La loro costituzione è sempre la stessa: poliuretano termoplastico alifatico, resistente alle intemperie e, grazie all’aria contenuta nelle sei capsule, anche ad un certo livello di graffi e urti. Certo, hanno una funzione principalmente estetica più che protettiva, ma dei cuscinetti laterali in fondo male non fanno certo.
Sempre sulla fiancata sono da notare le ruote: queste presentano il diametro più grande del segmento con ben 640 mm, configurato in modo da mantenere inalterata l’altezza della fiancata anche installando i cerchi in lega da 17 pollici. I passaruota hanno un aspetto decisamente da crossover, tradendo ancora una volta le origini del progetto. Chiudiamo, infine, con la zona posteriore, anche questa molto simile alla C4 Cactus, ma forse più legata al passato rispetto al resto della macchina. Il design nel suo complesso rispetta ciò che abbiamo già visto nel resto dell’auto e gli sbalzi ridotti continuano a sottolineare la maggiore aggressività del telaio. Il risultato è un coefficiente aerodinamico di 0,63 metri quadri, grazie anche al tetto ribassato di 4 cm (questo tra l’altro gode di un piacevole e moderno effetto flottante grazie ai montanti neri, anche se sul modello scuro in nostra dotazione forse la cosa si distingue poco).

Insomma, una vettura rivoluzionata, ma con le idee ben chiare su quale strada voleva seguire. Il risultato è un mezzo decisamente piacevole da vedere e non estremo come la Cactus. Gli interni sapranno continuare questo percorso? Lo scoprirete nel secondo episodio del #5CosedaSapere sulla nuova Citroën C3.

EPISODIO 2 – Ricorda la Cactus, ma non lo è [INTERNI]

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