Le big dell’industria automobilistica frenano la Cina sull’elettrico
Quote troppo alte rischiano di danneggiare la produzione
Il 13 luglio 2017, le quattro più importanti associazioni di industrie automobilistiche al mondo si sono unite nella stesura di una lettera indirizzata al governo cinese, richiedendo che quest’ultimo si impegni per modificare i propri piani sulle quote di veicoli elettrici prodotti. Il motivo, riporta il settimanale tedesco Wirtschafts Woche, sarebbero le regolamentazioni troppo strette.
I gruppi di industriali che hanno sottoscritto la lettera, riporta l’agenzia Reuters, hanno base in Europa, Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud, e da soli rappresentano il 70% della produzione automobilistica globale. Inoltre, già un precedente accordo tra la Cancelliera tedesca Angela Merkel e il Premier cinese Li Keqiang prevedeva concessioni ed elasticità, ma stando alla lettera la Cina nel mese di giugno ha comunque raggiunto l’obiettivo sulle quote di veicoli elettrici.
Il sistema delle quote funziona attraverso l’attribuzione di un certo numero di crediti sulla base della quantità di veicoli elettrici o ibridi che vengono prodotti da un determinato paese. I veicoli totalmente elettrici influiscono maggiormente sul numero di crediti rispetto a quelli ibridi. In totale, il punteggio da raggiungere corrisponde all’8% della produzione totale per l’anno 2018, il 10% entro il 2019, e il 12% entro il 2020.
La richiesta delle associazioni di produttori, tra i quali non c’è Tesla, è di non forzare troppo la mano per rispettare tali criteri considerati troppo esigenti, e possibilmente di traslare gli obiettivi annuali avanti nel tempo da uno a tre anni. Per evitare ripercussioni sull’industria cinese, specialmente sui produttori piccoli, l’idea avanzata comprende anche una diminuzione delle penalità per chi non dovesse rispettare le quote, e soluzioni personalizzate per entrare gradualmente nel nuovo sistema.
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