Oslo, una sola vittima per incidenti stradali in un anno, è record!

Nessuna vittima tra pedoni o ciclisti in tutto il 2019, merito del piano "Vision Zero"

La Norvegia ha fatto segnare il record per il minor numero di vittime in tutto il 2019, solo un decesso causato da una probabile guida imprudente di un automobilista. Progetto Vision Zero, diminuire i limiti di velocità, intensificare la rete di mezzi pubblici, costruire piste ciclabili e scoraggiare l'accesso al centro per i veicoli.
Oslo, una sola vittima per incidenti stradali in un anno, è record!

Oslo, la capitale della Norvegia, conta circa 673 mila abitanti e in tutto il 2019 è stata registrata una sola vittima causata da incidenti stradali. Si tratta di un 50enne la cui auto è andata a scontrarsi contro una recinzione, le cui cause sono ad oggi a noi sconosciute. Per la prima volta non si è registrato alcun decesso per bambini sotto ai 16 anni e nessuna morte causata da pirati della strada o per guida imprudente.

La strategia: Vision Zero e gli investimenti nel trasporto pubblico

Un valore davvero record, che si avvicina e supera anche il numero estremamente positivo fatto segnare nel 2017, con sole 3 vittime. Sempre nel 2017, la Norvegia aveva fatto segnare il numero più basso di vittime e di incidenti per abitante: si parlava di circa 20 incidenti ogni milione di abitanti, un valore davvero pazzesco. I dati provengono dalla Statens vegvesen (un’agenzia governativa norvegese che segue le strade e le autostrade) che mostra come i decessi stradali nella città di Oslo siano drasticamente diminuiti, pensando ai circa 41 morti registrati nel 1975. Giusto per fare un paragone immediato, i decessi ad inizio dicembre 2019 per la città di Londra sono oltre 129, e si parla dei primi 15 giorni del mese. Tuttavia, i paesi più pericolosi d’Europa risultano essere sempre la Romania e la Bulgaria, con oltre 90 incidenti per milione di abitanti.

Un piano, Vision Zero, che è entrato in vigore dal 2002, con un programma di investimenti dedicato per ridurre le morti stradali, di automobilisti e pedoni. Le leve che hanno mosso sono poche e semplici: diminuire i limiti di velocità nei centri abitati, aumentare l’afflusso di mezzi ed intensificare la rete di infrastrutture, scoraggiare gli automobilisti ad accedere alle aree centrali delle metropoli. Buona parte degli investimenti ha interessato la costruzione di piste ciclabili veloci, sicure e rapide per potersi muovere in fretta all’interno delle città.

E in Italia?

Secondo gli ultimi dati Aci – Istat  pubblicati a fine luglio 2019 ma dedicati al 2018, si è registrato un aumento delle vittime  tra i pedoni rispetto al 2017. “Il tasso di diminuzione delle morti stradali è solo del 2,6% nel periodo 2010-2018, troppo poco rispetto all’obiettivo europeo di dimezzare i decessi entro il 2020” rivela Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia. Nel 2018, si sono registrati 612 decessi, quasi 2 al giorno, 2,4% in più del 2017 e 7,4% in più rispetto al 2016. I feriti sono stati 20.700 e la città più pericolosa si è rivelata essere Roma, con 59 vittime, rispetto alle 48 del 2017. Le categorie più a rischio risultano essere sempre motociclisti e pedoni, mentre la fascia d’età più vulnerabile è sempre quella tra i 15 e i 24 anni, con 413 morti, mentre per la fascia d’età dei conducenti coinvolti in incidenti, troviamo sul podio coloro che hanno tra i 40 e i 49 anni (21%) seguiti dai più giovani di 20-29 anni (19%).

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