Saab: riorganizzazione bocciata, si va in appello

Purtroppo sembra quasi che ogni volta che Saab fa un passo in avanti, finisce per farne due indietro. Qualche giorno fa vi avevamo parlato della procedura di “riorganizzazione” che la casa svedese voleva mettere in atto. In pratica si tratta di una proroga della scadenza dei debiti, che potranno essere pagati nel momento in cui i nuovi contratti sottoscritti dalla casa fossero divenuti in essere. Purtroppo la proposta di riorganizzazione è stata rigettata dalla Corte. Ora Saab ha annunciato di voler procedere in appello contro questa decisione.
La Corte aveva deciso che le garanzie offerte da Saab circa i nuovi contratti non fossero abbastanza solide per poter effettivamente assicurare che questi sarebbero stati portati a termine. Una delle situazioni più in bilico sono i 245 milioni di euro dell’azienda cinese Pang Da, che non ha ancora fornito date precise sull’autorizzazione del governo cinese a supportare tale operazione. Inoltre esisterebbero seri dubbi sul fatto che questi fondi siano sufficienti a ripianare i debiti dell’azienda. Inoltre le autorità affermano che non è chiaro come Saab abbia intenzione di uscire dalla crisi di liquidità, soprattutto dopo che lo stop alla produzione avrebbe pesantemente intaccato il prestigio del marchio.
Naturalmente la casa non è d’accordo con questa opinione e ha annunciato che lunedì prossimo 12 settembre ricorrerà in appello contro questa decisione. Nel frattempo Swan e Saab Automobile stanno continuando le trattative, sperando di poter fornire un ulteriore contratto alle autorità, che potrebbero così decidere di concedere il procedimento di riorganizzazione.
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