Targhe estere: la denuncia sui ritardi delle nazionalizzazioni

"I clienti non possono aspettare un mese e mezzo"

La richiesta di nazionalizzazione delle targhe estere è aumentata sensibilmente, con l'entrata in vigore del Decreto Dignità. Ma l'Associazione Italiana Distributori Autoveicoli denuncia dei "ritardi folli" nella procedura.

Il Decreto Dignità ha dato un giro di vite alla circolazione di veicoli con targhe estere in Italia, con l’obiettivo di fermare i ‘furbetti’ che le utilizzavano per evitare di pagare tasse automobilistiche e multe, ma sta creando anche alcuni problemi. L’Associazione Italiana Distributori Autoveicoli, infatti, sta denunciando l’allungamento dei tempi tecnici per la nazionalizzazione delle vetture estere.

Aida: “Targhe estere? C’è un ritardo folle”

Secondo l’Aida, infatti, con l’entrata in vigore del decreto si è passati da una settimana a 45 giorni di tempo per la nazionalizzazione, con particolari ritardi al Nord nelle province di Cuneo, Milano, Varese, Brescia e Bergamo. E questo porta dei danni non solo ai privati, ma soprattutto ai rivenditori di automobili.

“Il problema risiede negli uffici ministeriali dove viene lamentata la mancanza di personale – viene denunciato – le varie motorizzazioni sono in ritardo folle perché non hanno risorse umane per l’analisi dei documenti necessari. Inoltre, è tangibile una mancanza strategica atta a tentare di risolvere la questione con una gestione ottimale degli uffici dislocati sul territorio italiano. I clienti non possono aspettare un mese e mezzo prima della consegna di una vettura già acquistata”.

Targhe estere: il problema e le possibili soluzioni

La procedura per nazionalizzare una targa estera è troppo complessa, sempre secondo quanto denunciato da Aida. “Il sistema automatico messo in piedi di Agenzia Entrate dà soltanto il via libera alla procedura, ma poi la palla passa alla Motorizzazione che deve occuparsi della verifica, ed i dati devono essere immessi quasi totalmente manualmente”. Questo ha portato, ovviamente, a dei ritardi importanti.

Il segretario nazionale dell’Aida propone due soluzioni: “Il Governo deve mettere in campo una azione coordinata a livello europeo che alla lunga doti gli automobilisti comunitari di un unico documento di circolazione. Chiediamo inoltre che i documenti vengano accettati con controlli postumi, senza allungare ulteriormente i tempi”.

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