Tesla, conducente accusato di omicidio stradale dopo incidente con Autopilot inserito
È la prima volta che il guidatore viene ritenuto unico colpevole
Per la prima volta, negli Stati Uniti, un automobilista che si trovava al volante di una Tesla Model S, con l’Autopilot (la funzione di guida autonoma delle elettriche della Casa di Elon Musk) attivato è stato accusato di omicidio stradale colposo, dopo un incidente stradale che ha provocato due vittime.
L’incidente che ha provocato due morti nel 2019
L’incidente, avvenuto nel 2019, vide la Tesla Model S con l’Autopilot in funzione scontrarsi contro una Honda e uccidendo i due occupanti. A seguito del fatto i familiari delle vittime hanno mosso le proprie accuse sia contro Tesla che contro il conducente. Mentre il processo deve ancora svolgersi, l’accusa di omicidio stradale può rappresentare un precedente in grado di far giurisprudenza relativamente alla guida autonoma, considerando che è in questo caso, come confermato da perizie della NHTSA, è stato accertato che Autopilot fosse in funzione correttamente al momento del sinistro.
Conducente unico colpevole?
Negli ultimi anni sul territorio americano si sono verificati diversi incidenti gravi che hanno visto coinvolte delle Tesla, con ogni volta la necessità di capire se l’Autopilot fosse attivato o meno. Ora questa accusa di omicidio stradale nei confronti del conducente, che fa ricadere la piena responsabilità su chi siede al volante anche quando è attiva la funzione di guida autonoma, apre il dibattito su quanto sia ragionevole un approccio processuale così “sbilanciato” che scagiona il costruttore. In assenza di norme specifiche sulla guida autonoma, che aiuterebbero il sistema giuridico a muoversi in un terreno normativo che al momento è decisamente carente e anacronistico, questa sentenza rischia di indirizzare il modo di affrontare futuri casi simili.
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