Tesla: fiamme e fumi tossici da un sito di stoccaggio dell’energia in Australia [VIDEO]

In fiamme un modulo da oltre 13 tonnellate, i pompieri hanno impiegato tutta la notte per controllare le fiamme

Nella giornata di Venerdì 30 luglio, è stato registrato un incendio presso il centro Megapack per lo stoccaggio di energia elettrica nei dintorni di Melbourne, in Australia. Il grosso centro di Geelong, a 80 km dalla metropoli australiana ha dovuto allertare i vigili del fuoco per via di un incendio anomalo presso una batteria da oltre 13 tonnellate. Le fiamme sono state difficili da domande, avendo creato dei grattacapi all’equipe dei pompieri per tutta la notte. 

Geelong, la Megapack di Tesla in Australia va in fiamme

Le fiamme sono state fortunatamente domate dopo svariate ore di lavoro, prima che le raffiche di vento le spingessero contro le fabbriche adiacenti. Il sito di stoccaggio e produzione dell’energia è ancora in via di completamente ma questo imprevisto rallenterà ulteriormente i lavori. Ancora sconosciute le cause che hanno portato al propagarsi delle fiamme, ma fortunatamente nessuno è stato coinvolto nell’incidente. 

Il termine dei lavori è previsto per dicembre, e potrà disporre di una capacità di oltre 450 MWh con 150 Megapack da tre MWh e 13 tonnellate ciascuno. La sezione interessata dall’incendio era sotto la responsabilità di Neoen, una società energetica impegnata nella produzione di energia green e strettamente legata a Tesla. L’obiettivo per il 2030 è quello di produrre oltre il 50% di energia proveniente da fonti rinnovabili. 

L’intero sito ha il compito di “conservare” energia prodotta in eccesso dalla stessa centrale o da quelle vicine, così da poterla rilasciare in caso di blackout, necessita o altro. Tutte le cellule da oltre 13 tonnellate presentano un ciclo di vita di circa 15 anni a seguito dei quali potranno essere quasi completamente riciclate per lasciare spazio a nuovi moduli. 

Ricordiamo un incendio analogo di qualche anno fa presso il centro di Berlino, nella Gigafactory di Grunheide. In quell’occasione però le responsabilità dell’incendio sembravano ricadere su un gruppo di attivisti di estrema sinistra, da sempre contrari al nuovo stabilimento di Tesla. 

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