Toyota Supra: ecco il prototipo a guida autonoma che drifta da solo
Il brand giapponese ha collaborato con GReddy, Ken Gushi e il Dynamic Design Lab della Stanford University
Toyota Research Institute (TRI) è riuscito a progettare un veicolo in grado di driftare in maniera autonoma. La speciale auto dispone di diverse tecnologie avanzate, fra cui il Nonlinear Model Predictive Control sviluppato da TRI.
Il prototipo in questione si basa su una Toyota Supra appositamente modificata con sterzo, acceleratore, frizione, trasmissione sequenziale e frenata individuale delle ruote controllati da un apposito computer. Inoltre, Toyota spiega di aver modificato la vettura in maniera molto simile ai veicoli utilizzati in Formula Drift.
A bordo è presente un particolare software capace di calcolare una nuova traiettoria ogni 20º di secondo per bilanciare perfettamente un drift attorno a una pista. Per i test, in questo caso, è stata utilizzata la pista ovest di Thunderhill Raceway (Willows, Stati Uniti).
Avinash Balachandran, senior manager di Human Centric Driving Research di TRI, ha detto: “In TRI, il nostro obiettivo è utilizzare tecnologie avanzate che potenziano e amplificano gli esseri umani, non sostituirli. Attraverso questo progetto, stiamo espandendo la regione in cui un’auto è controllabile, con l’obiettivo di fornire ai conducenti tradizionali i riflessi istintivi di un pilota professionista di auto da corsa per essere in grado di gestire le emergenze più impegnative e mantenere le persone più sicure sulla strada”.
Collaborazione con GReddy, Ken Gushi e il Dynamic Design Lab
La casa automobilistica giapponese ha collaborato con Dynamic Design Lab della Stanford University per progettare questo particolare sistema di sicurezza, oltre ad aver sfruttato l’esperienza di GReddy e della leggenda del drift Ken Gushi. In particolare, Toyota ha affermato di voler dare a un guidatore il livello di controllo che Gushi ha sui veicoli che guida.
“Di fronte a strade bagnate o scivolose, i conducenti professionisti possono scegliere di ‘spostare’ l’auto in curva, ma la maggior parte di noi non sono conducenti professionisti. Ecco perché TRI sta programmando veicoli in grado di identificare ostacoli e aggirarli in modo autonomo su una pista chiusa”, ha affermato Jonathan Goh – ricercatore del TRI.
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