Unrae: La crescita del 2023 non basta, gli incentivi vanno rivisti
Il punto sul mercato italiano, con la difficile transizione elettrica
Il 2023 ha visto una costante crescita del mercato italiano dell’auto, con 11 mesi quasi tutti in doppia cifra, ma non è stato sufficiente per portarlo fuori dalla crisi. Infatti, mancano ancora oltre 300.000 unità immatricolate rispetto al 2019, ultimo anno prima di Covid e guerre, ed anche per i prossimi anni la previsione non è ottimistica.
Il bilancio Unrae del 2023
Questo è il classico punto dell’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), nella conferenza stampa di bilancio di fine anno. A fine novembre, la differenza in negativo con il 2019 è del 18,1%, con appunto 321.000 auto in meno immatricolate. Le previsioni per i prossimi anni delineano una sostanziale stagnazione: fino al 2027, quando si stimano 1,8 milioni di immatricolazioni, il mercato sarà ancora inferiore al valore di quattro anni fa (1,9 milioni).
È stato migliore e più incoraggiante il risultato per i veicoli commerciali. Hanno recuperato i livelli del 2019 e, negli 11 mesi dei quest’anno, hanno raggiunto quota 178.806 unità con una crescita del 21,9% sullo stesso periodo del 2022. E per l’anno prossimo è previsto ancora un incremento, seppur limitato ad un +2,6% sul 2023.
La difficile transizione elettrica
L’Italia è ferma soprattutto nella transizione energetica, con una quota di 3,9% nelle elettriche, quando il resto d’Europa supera ampiamente il 10%. “Il 2035 è stato ingiustificatamente demonizzato – sono le parole di Michele Crisci, presidente Unrae – ma è sufficientemente lontano per pianificare con efficacia lo sviluppo e la riconversione dell’automotive in Italia, verso le nuove tecnologie motoristiche e di sistemi software per la nuova mobilità”.
Tante discussioni e polemiche, però “il rischio è di restare legati al futuro dell’immobilità, quando invece il futuro della mobilità è ricco di opportunità”. Secondo Unrae, il nodo è legato ad uno schema degli incentivi “che non sta funzionando”. L’associazione chiede di riportare al 2024, per le prime due fasce di emissione (0-20 e 21-60 g/Km), i fondi inutilizzati per incentivi alle autovetture, oltre 600 milioni di euro, modificando le attuali inefficaci regole con opportuni correttivi, come l’inclusione di tutte le persone giuridiche.
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