Volkswagen ai concessionari: “Sospendere la vendita dei veicoli con motori diesel Euro 5”
Sarebbero interessate diverse vetture del gruppo tedesco
“Come sapete, Volkswagen sta lavorando a pieno ritmo per fare chiarezza su alcune problematiche che riguardano un particolare software utilizzato sui nostri motori Diesel. Come misura precauzionale, vi preghiamo di sospendere, con effetto immediato, la vendita, l’immatricolazione e la consegna dei soli veicoli equipaggiati con motori diesel Euro 5 tipo EA 189.” È il messaggio firmato dall’amministratore delegato della filiale italiana del gruppo di Wolfsburg, Massimo Nordio, e diffuso ai concessionari del gruppo, a fronte del soprannominato caso Dieselgate.
Dopo il blocco svizzero sulle vendite dei veicoli diesel del gruppo Volkswagen, come riportato ieri da Bloomberg riferendosi all’ufficio federale della viabilità elvetico Fedro, in giornata è lo stesso gruppo a indicare l’interruzione dei veicoli sotto osservazione ancora presenti nei concessionari, che in Italia sarebbero circa 40 mila. Anche se si sospetta che sul territorio dello Stivale i mezzi interessati possano arrivare anche al milione, riprendendo quanto ipotizzato dal viceministro Riccardo Nencini.
Un arresto alle vendite che potrebbe allargarsi a macchia d’olio, anche considerando quanto indicato di recente ai colleghi di Fox News, a proposito del caso, dal ministro dei trasporti tedesco Alexander Dobrindt: “Siamo stati informati che in Europa i veicoli con motori diesel sono stati manipolati.” Ed è ipotizzabile che la stessa casa faccia partire in tempi brevi anche le lettere di richiamo per quei veicoli già circolanti, dotati del software capace di alterare in fase di omologazione le emissioni del veicolo, che è il fattore all’origine della questione.
In attesa che il Ministero dei trasporti tedesco fornisca un elenco dei veicoli interessati, si suppone che le vetture coinvolte nel provvedimento possano essere: Maggiolino, Sharan, Touran, Golf, Passat e Tiguan a marchio Volkswagen; le Audi A3, A4, A5, A6, TT, Q3 e Q5; le Skoda Yeti, Octavia e Superb e anche le Leon, Altea e Alhambra marchiate SEAT. Ma per il momento si tratta di supposizioni ed è doveroso utilizzare il condizionale, in attesa di notizie.
Una situazione che potrebbe diventare anche più complicata, considerando quanto segnalato ieri dal Financial Times, secondo il quale: “L’Ue sapeva, nel 2013 lanciò un allarme inascoltato”. “Né le autorità a Bruxelles, dotate di poteri limitati, né quelle degli Stati nazionali si sono attivate fino allo scandalo di questi giorni” ha sottolineato ancora l’autorevole organo d’informazione economica britannico. Diretta la risposta di un portavoce della Commissione: “I ricercatori Ue hanno misurato solo le emissioni delle auto, non i motori (cui non avevano accesso), scoprendo gas in laboratorio diversi da quelli su strada: una cosa nota che ha portato la stessa Ue a introdurre test su strada dal 2016”, ponendo poi in risalto che è compito dei vari Stati la valutazione di particolari software, come nel caso Volkswagen.
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