Alfa Romeo, Sergio Marchionne conferma l’arrivo di un SUV negli USA

Alfa Romeo, Sergio Marchionne conferma l’arrivo di un SUV negli USA

Fiat conta di aumentare sempre di più la sua futura presenza negli Stati Uniti. Dopo la voce, poi smentita, di un ritardo al 2013, la casa torinese sta facendo di tutto per “pompare” al massimo il suo viaggio verso l’America. Già sapevamo che l’Alfa Romeo 4C GTA sarebbe stata venduta anche oltre oceano, ma ora l’AD del Lingotto Sergio Marchionne ha praticamente annunciato un nuovo SUV, sempre marchiato Alfa Romeo, in arrivo entro il prossimo anno e quasi sicuramente basato su una piattaforma Jeep.

Marchionne sta tenendo l’attenzione sugli USA molto alta, come attestano le dichiarazioni rilasciate a La Repubblica: «lo stile della Giulia non piace agli americani, ma noi ci stiamo ancora lavorando. [Il lancio in America] dipenderà da quando e se riusciremo a risolvere il problema estetico. Dovrà essere un’Alfa Romeo, come lo sono la MiTo e la Giulietta; non vorremmo sbagliare con la Giulia.» A parte i progetti sulla Giulia, le dichiarazioni di Marchionne hanno definitivamente dissipato i dubbi circa l’eventuale ritardo del Gruppo Fiat nell’arrivare in America.

E il SUV? Pare che quasi sicuramente verrà assemblato presso lo stabilimento di Mirafiori, una mossa abbastanza strana considerando che il SUV del marchio Maserati verrà invece assemblato direttamente a Detroit. Sarà da vedere se effettivamente questa mossa riguarderà solo i SUV destinati all’Europa, oppure se Mirafiori sarà il centro della produzione globale.

Sui blog americani le dichiarazioni di Marchionne fanno discutere. La sensazione negli States è che un SUV dell’Alfa Romeo possa suonare come un’aggiunta non richiesta dal mercato, per non dire che lo stile italiano, secondo l’immaginario a stelle e strisce, mal si associa ad una vettura potente e prestante quale un SUV. Evidentemente in America sono convinti che da noi si sappia fare solo auto piccole per andare in giro nelle nostre strette e antiche stradine oppure, dal lato opposto, supercar da centinaia e centinaia di cavalli. Non che la cosa ci offenda, ma forse un simile veicolo potrebbe aprire nuovi scenari sul mercato americano, con i nostri marchi a fare da imprevisti outsider.

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