Aston Martin potrebbe usare motori più compatti in futuro?
A dirlo è Ulrich Bez, CEO dell'azienda
Come già capitato in passato, a darci qualche notizia sul probabile futuro di Aston Martin è il suo ciarliero Amministratore Delegato, Ulrich Bez. Il manager ha spiegato – per farla breve – che in futuro la casa automobilistica di Gaydon potrebbe usare motori con cilindrata e frazionamento più compatti di quelli degli attuali propulsori installati sotto il cofano delle supercar Aston Martin. La motivazione? La stessa che ha spinto molti altri costruttori a fare lo stesso passo: ridurre i consumi di carburante e le emissioni di anidride carbonica, per conformarsi alle richieste delle normative ecologiche.
Precisiamo subito che, attualmente, non c’è nulla di certo sulla questione: le parole del manager descrivono uno scenario per ora solo possibile, non sicuro e soprattutto non ancora deciso. Nel listino Aston Martin, dunque, accanto ai propulsori V8 benzina e V12 benzina che, oggi, spingono le super-sportive raffinate e nobili (Aston Martin Cygnet non rientra in questo discorso), potrebbero arrivare motori a sei cilindri, con cilindrata ridotta rispetto a quelle attualmente disponibili nella gamma. Bez ha specificato che se i tempi richiedono questo ridimensionamento (il cosiddetto “downsizing”), anche Aston Martin deve adattarsi.
Nel corso degli ultimi sei anni, i tecnici del brand britannico hanno lavorato sodo sui motori V8 e V12 della gamma, riducendo di circa il 25% le emissioni degli stessi. Per Bez, però, questo processo di “ingentilimento” delle motorizzazioni Aston Martin non è terminato. Il manager ha però puntualizzato che, qualora davvero il brand di Gaydon scegliesse di ridurre il numero dei cilindri dei propulsori proposti, lo farebbe senza perdere esclusività e tentando in ogni modo possibile di rimanere quel mondo speciale che è sempre stato.
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