BRC con la Green Hybrid Cup alla 58a Monte Erice: il racconto della nostra esperienza in gara [PARTE 1]
Una grande festa, con 230 vetture iscritte ed un pubblico spettacolare
Erice, sicuramente uno dei borghi più belli e famosi d’Italia. Per gli appassionati di motorsport, però, Erice vuol dire anche gare. Nello specifico gare in salita, una tradizione che si rinnova di anno in anno, dato che la mitica cronoscalata è ormai giunta all’edizione n. 58. Una grande festa motoristica, con oltre 230 iscritti, che si sono dati battaglia lungo la serie di tornanti e curve velocissime che portano da Valderice fino in cima, al borgo. E tra le vetture partecipanti alla gara, valevole per il Campionato Italiano Velocità Montagna, c’erano anche quelle della Green Hybrid Cup, il trofeo monomarca organizzato da BRC con le Kia Venga. Vetture interamente preparate e sviluppate dalla casa di Cherasco. Vetture, quasi superfluo sottolinearlo, alimentate a GPL.
LA CURIOSITA’ DELLA GENTE PER L’AUTO DA CORSA A GPL
Bisogna riconoscere a BRC il merito di essere riuscita a sdoganare l’immagine delle vetture a GPL. Se fino ad un decennio fa, questo tipo di alimentazione era visto come l’antitesi della sportività, adesso una vettura prestazionale, alimentata a GPL, diventa motivo di interesse e di ammirazione. Questo, indubbiamente, grazie all’impegno della stessa BRC nel mondo delle competizioni. Praticamente ogni domenica, tra Campionato Italiano Rally, Campionato Italiano Turismo e, ovviamente, Campionato Italiano Velocità Montagna, c’è almeno una vettura con i colori BRC impegnata in una qualche gara. Ed è proprio nelle gare in salita – dove le vetture corrono “circondate” dal pubblico – che si ha il maggiore contatto con la gente. Gente che viene enormemente incuriosita dalle coloratissime KIA Venga BRC. Al paddock, come anche durante gli incolonnamenti alla partenza ed all’uscita del parco chiuso, abbiamo ricevuto davvero tantissime domande. Gente che, con vetture formula e sport prototipo parcheggiate a pochi metri, veniva invece attratta dalle KIA di BRC: “ma è davvero a gas?”, “ma come vanno?”, “Non l’avrei mai detto di vedere una vettura a gas in una competizione”. La più bella, quella di un concorrente iscritto in gruppo N con una Peugeot 106: “ma posso mettere anche io l’impianto a gas nella mia?”.
LA PROTAGONISTA
Dal punto di vista tecnico, la KIA Venga, da piccola e paciosa monovolume, diventa una vera e propria vettura da competizione. Al motore, il 1.6 di origine KIA, alimentato rigorosamente a GPL, è stato applicato un turbocompressore di tipo centrifugo, innalzando così la potenza a 160cv. Questi vengono scaricati sull’asfalto grazie ad un differenziale autobloccante Quaife, che lavora in accoppiata al cambio sequenziale a 5 rapporti. Anche per assetto e freni c’è tutta roba raffinata: pinza anteriore AP Racing a 6 pistoncini che morde un grosso disco da 332x32mm, mentre molle ed ammortizzatori sono marchiati Bilstein. Ma la vera chicca della KIA Venga BRC arriva poi al posteriore, dove troviamo due motori elettrici sincroni a magneti permanenti, che agendo sulle ruote posteriori regalano alla Venga un surplus di ben 25cv, innalzando così la potenza a 185cv totali. I motori elettrici hanno un funzionamento in stile Kers di Formula 1: per ogni salita si hanno disposizione 20 secondi di energia, che ogni pilota può utilizzare nei punti che riterrà più convenienti. Anche nell’abitacolo nulla è lasciato al caso: carbonio su plancia e pannelli porta, strumentazione digitale, oltre alle modifiche legate alla sicurezza quali roll-bar e impianto di estinzione.
IL TROFEO GREEN HYBRID CUP: ACCESSIBILE, ZERO PREOCCUPAZIONI E TRATTAMENTO DA PILOTA “UFFICIALE”
Da sinistra verso destra: il sottoscritto, De Iuliis, vincitore di entrambe le salite, Dario Pennica, direttore di Sicilia Motori nonchè altro guest insieme a me, Leporati, Ravinale e Amodeo, che si sono alternati al terzo posto tra gara 1 e gara 2, ed infine Gonnella, secondo in entrambe le salite.
Dopo anni di successi in pista, nel 2016, come detto, il trofeo organizzato e monogestito da BRC ha fatto il suo debutto nel CIVM, con sei diverse tappe. La formula è sempre la stessa: costi contenutissimi, tanto divertimento, zero preoccupazioni. Spesso, infatti, il problema di dover partecipare ad una corsa è legato alla logistica. Serve (in primis) possedere una vettura da gara. Poi bisogna preoccuparsi di carrello, assistenza, rialzi, manutenzione, trasferte, il tutto, ovviamente, con costi tutt’altro che indifferenti. Immaginate, ad esempio, di dover portare la vettura dal nord Italia fin giù in Puglia per la Coppa Selva di Fasano e poi in Sicilia per la Monte Erice. Con la formula ideata da BRC, invece, il pilota deve solo preoccuparsi di indossare la tuta e presentarsi al via, anche 5 minuti prima dello start. A tutto il resto pensa lo staff di BRC, che prepara e rialza le auto prima di ogni gara, curando anche tutto l’aspetto logistico, finanche all’iscrizione, compresa nel prezzo del noleggio. Le vetture, peraltro, vengono di volta in volta sorteggiate tra i diversi conduttori. Ma non si tratta soltanto di assistenza pre-gara. Anche durante la competizione, infatti, lo staff BRC offre un’assistenza da “piloti ufficiali”, con studio della telemetria a fianco degli ingegneri, per capire gli errori di guida e per comprendere come sfruttare al meglio la vettura in ogni singola curva. C’è poi una preparatissima squadra di meccanici, totalmente a disposizione dei concorrenti, pronti a recepire ogni singola indicazione dei piloti.
GARA DI CASA? INSOMMA…
Per me che sono Siciliano, la Monte Erice è sempre stata un mito, una gara con un fascino d’altri tempi, di quelle che sanno ancora di competizione per “uomini veri”, e non per i divi/modelli che si vedono oggi in formula 1. Pur essendo in Sicilia, tuttavia, la salita di Erice, per me, era tutt’altro che la gara di casa. Certo, quella strada l’avrò percorsa varie volte da bambino, seduto nel seggiolino posteriore della macchina del babbo. Un’altra volta, un paio di anni fa, l’avevo percorsa – questa volta guidando – con i miei amici che, dopo il secondo tornante, iniziarono già a lamentarsi per la guida troppo allegra. Insomma, gara di casa sì, ma di una casa completamente “al buio” nella quale ti sei trasferito da un giorno. Ed in ciò la fortuna non è stata affatto benevola. Dopo una decina di salite di ricognizione a metà agosto durante le ferie trascorse in Sicilia, contavo infatti di poter rifare qualche altra salita di perlustrazione al venerdì, prima del week-end di gara. Ma, causa maltempo, l’aereo che, proprio il venerdì, da Milano mi avrebbe portato in Sicilia, ha accumulato un ritardo biblico. Così ha fatto buio (oltre che piovuto), e mi sono beffardamente ritrovato al sabato, direttamente sull’auto da gara, a dover fare la prima salita su una strada che avevo del tutto dimenticato, essendo passato ormai quasi un mese dall’ultima volta che l’avevo percorsa. Il risultato della prima salita, non a caso, è stato impietoso: ben 19 secondi dal miglior tempo di De Iulis, seguito a ruota da Gonnella e Ravinale. Un disastro, ma almeno c’è la consapevolezza di aver “guidato a vista”, senza la benché minima idea di come chiudesse la curva che mi apprestavo a precorrere. D’altronde, chiacchierando al parco chiuso con alcuni concorrenti alla guida delle sport prototipo, ho scoperto che qualcuno di questi era arrivato ad Erice già il lunedì, facendo, a suo dire, “trenta salite di prova al giorno, per tutta la settimana”. Cosa fare allora? In questo caso è venuta in soccorso la Go-Pro. Tra la prima e la seconda salita di prova, infatti, c’è un lasso di tempo di almeno un paio d’ore abbondanti, che scelgo di impiegare a guardare e riguardare il video della prima salita. Riesco così a ricordare un po’ del percorso, a capire quali sono i punti dove si può tenere giù e via dicendo. Non per nulla, grazie anche ai consigli dell’ingengere, dopo aver guardato la telemetria, gli sforzi vengono subito premiati con la seconda salita di prova: il distacco dal migliore, nuovamente De Iulis (che migliora peraltro di 2 secondi il suo tempo) si riduce ad 8 secondi, praticamente più che dimezzato. Una bella soddisfazione, che significa anche il quarto posto di classe, a poco meno di un secondo di distacco dal podio. Una soddisfazione che avrà delle ripercussioni non troppo piacevoli l’indomani, nel giorno della gara [TO BE CONTINUED].
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