Cinture di sicurezza per i passeggeri posteriori: risarcimento ridotto se non allacciate

Il mancato uso delle cinture rende il passeggero in parte "colpevole" per il danno subito

Cassazione e Corte di Appello confermano la riduzione dei rimborsi in caso di sinistro a chi non indossa le cinture di sicurezza

Le cinture di sicurezza sono il primo strumento per ridurre le lesioni e gli infortuni negli incidenti automobilistici e fortunatamente il loro utilizzo è diventato quasi scontato, almeno per quelle relative ai sedili anteriori. Quelle installate posteriormente godono ancora purtroppo di una sorta di esclusione e vengono spesso ritenute non necessarie o addirittura opzionali. Questo comportamento spesso porta a gravi conseguenze, come nel caso di un sinistro avvenuto ad un ragazzo che è stato sbalzato fuori dall’abitacolo riportando fratture ad una vertebra, al cranio e ad uno zigomo.

Le cinture di sicurezza sono fondamentali per ridurre gli effetti dei sinistri

La famiglia ha allora chiamato in causa la garante dell’auto su cui si trovava il giovane, la quale riteneva di ridurre il risarcimento ai sensi degli artt. 1227 c.c., 2054 e 2056 c.c alle sole voci di danno provate e di giustizia visto che il passeggero non indossava le cinture di sicurezza. Il Giudice ha ritenuto la richiesta non attendibile riconoscendo come risarcimento la cifra di 589.791,86 euro oltre al danno patrimoniale e a una parte delle spese legali.

Rimborso ridotto senza cintura allacciata

La compagnia assicurativa non era d’accordo con questa sentenza ed ha contestato in appello, sostenendo che il 50% dei danni avuti dal ragazzo siano causati dal mancato uso della cintura di sicurezza. La Corte d’appello accoglie quanto sostenuto dalla compagnia assicurativa e riduce il rimborso a 425.623,85 euro. Questa sentenza pare però scorretta per la persona coinvolta nel sinistro, la quale propone di fare a sua volta ricorso in Cassazione sostenendo che “con riferimento all’eventuale uso delle cinture di sicurezza, tenendo conto della dinamica del sinistro, se il (…) non fosse stato proiettato fuori dalla macchina, con molta probabilità i danni sarebbero stati maggiori” e evidenziando il fatto che la compagnia assicurativa non ha accertato il mancato uso delle cinture al momento del sinistro né il nesso tra le ferite e il mancato uso delle cinture di sicurezza. A questo punto la Cassazione, con l’ordinanza n. 21991/2019, rigetta il ricorso e accoglie pienamente quanto sostenuto dalla Corte di Appello riguardo la riduzione del risarcimento.

Anche per la Cassazione il rimborso è ridotto senza cinture di sicurezza

Secondo la Cassazione le motivazioni sono le seguenti. La prima è l’obbligo di indossare le cinture di sicurezza per tutti gli occupanti del veicolo, come sostenuto dall’articolo 172 del Codice delle Strada. La seconda motivazione è il fatto che l’uso delle cinture di sicurezza è fondamentale nel trattenere il corpo in caso di sinistro, evitandone gli urti sia contro le parti interne dell’auto sia con ostacoli esterni, come nel caso di questo sinistro. Un’altra considerazione è che il mancato uso delle cinture di sicurezza da parte di una persona che abbia subito lesioni in conseguenza di un sinistro stradale, è di per sé un comportamento colposo del danneggiato nella causazione del danno, con conseguente legittima riduzione del risarcimento. A questo è stato poi evidenziato che al momento del sinistro il ragazzo era maggiorenne, e quindi il conducente non ha alcuna responsabilità per il mancato uso delle cinture sul sedile posteriore, anche perché è spesso difficile verificarne la reale applicazione ed imporne l’uso a tutti i passeggeri. Questo purtroppo è l’ennesimo caso in cui il mancato uso delle cinture ha portato conseguenze molto gravi, ribadendo la necessità di utilizzarle sempre anche sui sedili posteriori.

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