Citroën DS4 2.0 HDi 160, prova su strada

Originale nelle linee, funzionale nel suo utilizzo

La media di casa DS, realizzata sulla base della C4, compie 3 anni, ma vederla dal vivo è sempre una piacevole sorpresa. La casa del Double Chevron ha infatti proposto una vettura sicuramente di impatto, grazie alle sue linee muscolose ed eleganti, marchio di fabbrica dei modelli DS, in questo caso con l’aggiunta di un’altezza da terra elevata, quasi da SUV. La abbiamo provata con il propulsore a gasolio più potente, il 2.0 da 163 cavalli.

Quando fece la sua apparizione al salone di Ginevra del 2010 la DS High Rider, piacque così tanto che, di lì a pochi mese, diede origine ad un modello di serie, la DS4 appunto. Questa Crossover, caratterizzata dall’aspetto aggressivo e dall’altezza elevata da terra, deriva dalla C4, da cui però si differenzia di molto, non solo per la vocazione più “modaiola” comune a tutte le vetture della famiglia DS. Qui l’acronimo, il cui significato è “different spirit”, è ancora più calzante che sulle sorelle DS3 e DS5, perché rispetto al modello da cui parte, il risultato è una vettura totalmente differente, una segmento C anomala, sportiva e con la praticità di un piccolo SUV al tempo stesso.

Design e Interni: [xrr rating=4.5/5]

Carattere “DS” per la media di famiglia, unica e razionale
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Le scelte dei designer incidono sempre più spesso sulla praticità della vettura. Tanto per dirne una, sulla DS4 i finestrini posteriori sono fissi, la loro apertura è stata sacrificata sull’altare della pulizia delle linee in quella zona dell’auto. Poco male, perché se quelli anteriori vengono ancora utilizzati, per quelli posteriori non si soffre molto l’impossibilità di aprirli, anche grazie ai moderni sistemi di climatizzazione. Finestrini a parte, le scelte di design, nel caso della DS4, hanno invece inciso in modo positivo sulla fruibilità e sulla praticità dell’auto. L’incrementata altezza da terra la rende infatti più spaziosa, il parabrezza alto più luminosa e piacevole da “abitare”. La sua linea da SUV – Coupè ne fa una vettura dal look piacevolmente riuscito. Le dimensioni restano abbastanza contenute, 4,27 metri la lunghezza, ma grazie ad una altezza generosa di 1,56 metri, ed otre 1,8 metri di larghezza, crescono anche le dimensioni interne. L’uso di cromature e finiture raffinate, con una cura del dettaglio da premium, accresce la sensazione di qualità percepita all’esterno della vettura. Il frontale è contraddistinto da gruppi ottici allungati, con luci diurne a LED. Completano la parte anteriore la grossa mascherina a nido d’ape e il Double Chevron cromato. La medesima finitura lucida la ritroviamo nella parte bassa della cornice della mascherina, ma anche nelle cornici dei finestrini. Le stesse nascondono le maniglie delle porte posteriori, con una soluzione originale, anche se oramai un po’ inflazionata. Le fiancate sono scolpite da due elementi che ne sottolineano il carattere sportivo, i passaruota dalla marcata bombatura, ed i generosi profili cromati nella parte inferiore delle portiere. Anche i cerchi, con i canali e le parte interne delle razze bruniti, a contrasto con la superficie esterna chiara, sono un elemento di sportività. Curioso notare che, la continua crescita delle misure della gommatura, fa si che passino quasi per piccoli dei 18”, destinati solo alcuni anni fa alle vetture estreme e più sportive. Le cromature non potevano mancare nel posteriore, con un elemento nella parte inferiore che racchiude i due scarichi in un profilo lucido a tutta larghezza. Anche qui il carattere sportivo emerge nettamente, sia dalla forma dei gruppi ottici a LED, che si allungano sulla parte posteriore delle fiancate, sia per il paraurti, che si fa notare per le nervature nelle due estremità laterali.

Interni: Qualità premium e cura per il dettaglio
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Se da fuori il livello delle finiture e la cura per il minimo dettaglio sono evidenti, salendo sulla DS4 la sensazione viene rafforzata, grazie ad una scelta di materiali gradevoli, sia alla vista che al tatto, ed all’aspetto che rende evidente la ricercatezza delle soluzioni adottate. Si fa notare il parabrezza, con le alette parasole che, oltre che ribaltarsi come su tutte le auto, scorrono di circa 20 centimetri, a scoprire un parabrezza panoramico, che rende l’abitacolo luminoso come pochi altri. Per il resto troviamo una plancia tutta orientata verso il guidatore, ma con un cockpit meno da aereo rispetto alla sorella maggiore DS5. Dietro al volante multifunzione trova posto una strumentazione con 3 elementi circolari, digitali e con bordo cromato, con la particolarità di poter essere “configurati”, scegliendone i colori, sia nella parte interna che esterna della corona e modificandone quindi l’aspetto. Il volante è zeppo di comandi, serve un po’ di apprendistato per ricordarsi di tutte le sue funzioni, una delle quali è da noi particolarmente apprezzata: la possibilità di spegnere il display del navigatore e tutto il cruscotto, eccezion fatta per il tachimetro e le spie dei fari. La troviamo di rado sulle vetture, quando c’è solitamente è “nascosta” all’interno di complicati percorsi nel menù. A nostro parere dovrebbe essere quasi un obbligo di legge, perché quando non serve, il navigatore è spesso un inutile motivo di distrazione per chi guida. Il comfort a bordo, per tutti, è davvero elevato, con sedili comodi, oltre che belli, e una dotazione tecnologica ottima. Sull’esemplare in prova abbiamo trovato anche una pratica presa a 220 Volt (supporta consumi fino a ben 120 Watt) e sedili con regolazione lombare elettrica e funzione massaggio. A completare il “salotto” il bracciolo regolabile in altezza, meccanicamente. Lo spazio è tanto anche in quanto a vani portaoggetti, ma soprattutto per il baule, con la capacità “interessante” di 385 litri, che salgono fino a oltre 1.000 abbattendo i sedili posteriori. L’accesso a questi ultimi, data la particolare forma allungata nella parte alta delle portiere, non è tra i migliori. L’abitabilità è invece ottima, una volta saliti a bordo.

Comportamento su Strada: [xrr rating=4.5/5]

Doppia anima, la ami nelle curve come in autostrada
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Guidare certe auto ti mette più curiosità di altre. Le Citroën sono tra quelle più da scoprire, perché alcuni modelli sono votati prettamente alla guida turistica, mentre altri alla sportività, e non riesco a non pensare alla DS3 Cabrio che, la scorsa estate, ci ha regalato momenti fantastici dietro al suo volante. La DS4 concilia entrambe le doti. La seduta, in questo caso non solo per i posti anteriori, ma anche per quelli posteriori, risulta particolarmente alta, forse a sottolineare quel look da crossover che i designer hanno voluto darle. Eccezion fatta per questo particolare, sempre più “di moda”, ma che, anche se è un giudizio soggettivo, troviamo poco sportivo, la DS4 si presenta con un posto guida piacevolmente di carattere, con particolari di impatto, quali la pedaliera metallica con inserti in gomma, una gran bella leva del cambio, in questo caso automatico, che accosta la pelle ad una parte cromata, ed il volante con la parte inferiore piatta. Nella guida l’assetto è rigido, ma non al punto di diventare sgradevole, e garantisce quindi un buon comfort assorbendo le sconnessioni della strada, ma soprattutto un’ottima tenuta di strada, con rollio e beccheggio molto limitati ed un comportamento da sportiva. Difficile arrivare al punto di intervento dell’ESP, perché la tenuta è davvero eccellente. Ci è piaciuto il feeling che trasmette lo sterzo, diretto e preciso. L’altezza da terra piuttosto elevata incrementa l’effetto dei trasferimenti di carico e rende la DS4 più reattiva sul posteriore quando si rilascia l’acceleratore per correggere il sottosterzo che, se pur limitato, è evidente quando si guida al limite. Doti che non ci saremmo aspettati e che la rendono adatta anche a motorizzazioni anche più sportive dei già tanti 163 cavalli della 2.0 HDi a gasolio che abbiamo provato. In autostrada, così come nella guida cittadina, emergono invece le sue doti di comfort, con il cambio automatico che aiuta nelle continue ripartenze, eliminando il fastidio della frizione, ed una insonorizzazione davvero ottima anche a velocità autostradali.

Motore e Prestazioni: [xrr rating=4/5]

Il 2.0 a gasolio grazie alla turbina a geometria variabile è sempre pronto
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Il propulsore dell’esemplare in prova è il top di gamma tra quelli a gasolio. Il 2.0 viene infatti offerto in due step di potenza, il 136 ed il 163 cavalli. Quest’ultimo, a fronte della potenza massima espressa a 3.750 giri, esprime anche un interessante valore di coppia di 340 Nm, in modo costante dai 2.000 ai 3.000 giri. Il risultato, sulla DS4, è un comportamento che, se non è lecito definire da sportiva, è comunque molto piacevole, perché la ripresa è sempre decisa, anche ai bassi regimi. Le manca, se vogliamo, un po’ di verve in alto. Il piacere di guida è molto elevato quando la si guida in relax, o se si chiede al motore un po’ di ripresa per affrontare un sorpasso, manca invece quell’allungo che ci si aspetterebbe quando si insiste sul pedale del gas. Al salire dei giri il propulsore diventa invece fastidiosamente rumoroso, senza però incollare ai sedili. Alcune concorrenti si sono spinte oltre, con dei diesel che non hanno nulla da invidiare ai benzina, nemmeno per prestazioni e sound ai regimi più elevati. Il cambio, un classico automatico con convertitore di coppia a sei rapporti, non lo aiuta certo, perché è decisamente più votato al comfort che alla velocità ed alle prestazioni. Queste ultime sono comunque di buon livello, dato che lo 0-100 km/h viene realizzato in meno di 10 secondi, e la velocità di punta è di 208 km/h. In autostrada da il meglio di se, con un regime a 130 km/h particolarmente contenuto, 2.500 giri, ed una grande elasticità nelle riaccelerazioni dopo i rallentamenti, che le consente di evitare di scalare il rapporto .

Consumi e Costi: [xrr rating=4/5]

Tre allestimenti, da 29.700 a 31.300 euro
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Sono tre gli allestimenti disponibili, si parte dalla So Chic, passando dalla “intermedia” business offerta a 750 euro in più, per arrivare alla Sport Chic, a listino a 31.300 euro. In questo momento sono disponibili anche due serie speciali, la Just Matt, e la lussuosa Pure Pearl, che fa lievitare il prezzo in questa configurazione a poco più di 36 mila euro. Ricordiamo che, rinunciando al cambio automatico in favore di un tradizionale manuale sempre a 6 rapporti, si risparmiano ben 1.500 euro, altri 1.200 per la versione da 136 cavalli. Per quanto riguarda i consumi, forse le nostre aspettative erano elevate, ma siamo rimasti un po’ delusi. Ai canonici 130 km/h indicati, impostati con il cruise control, siamo intorno a 13 km con un litro, consumi oramai alla portata di gran parte delle auto a benzina. Siamo un po’ lontani da quanto dichiarato dalla casa, con 5,7 litri per 100 km nel ciclo combinato. Nell’utilizzo urbano sorprendentemente i consumi rilevati sono simili a quelli autostradali, migliora invece nell’utilizzo extraurbano, dove si riesce a restare sopra i 15 con un litro di gasolio.

In conclusione
La Citroën DS4 è una vettura dal look unico, con un mix di elementi di una coupè e di un SUV, che non finisce di stupire nemmeno a 3 anni dal suo debutto. Versatile e piacevole anche da guidare, offre una ottima abitabilità ed un abitacolo ben curato a molto luminoso. Alla guida la ottima tenuta di strada è abbinata ad un buon motore, a cui manca solo un po’ di carattere, non troppo parco però nei consumi.

Pro e Contro

Ci PiaceNon Ci Piace
Auto dal design particolare e piacevole, gran comfort e tenuta di stradaAllungo del motore limitato, consumi non tra i migliori

Citroën DS4 2.0 HDi 160 – Prova su strada: la Pagella di Motorionline

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