Coronavirus e spostamenti: gli scontrini vanno conservati oppure no?
Si è discusso molto di questo nelle ultime ore
Il modulo di autocertificazione cambia quasi ogni giorno ed aumentano sempre più le domande su cosa va scritto e su come comportarsi quando viene effettuato un controllo. Una delle domande di cui si sta parlando nelle ultime ore è la necessità di conservare gli scontrini quando si va a fare la spesa, in farmacia o anche al bancomat, per poter provare così la motivazione dello spostamento.
Il DPCM non dice nulla di simile
Vanno davvero conservati? L’ultimo decreto legge (e così quelli precedenti) non menziona in nessuna parte l’obbligo di conservare gli scontrini, in caso si esca di casa per andare a fare un acquisto di un bene di prima necessità.
Lo stesso vale per il modulo di autocertificazione, nel quale si parla solo genericamente di “situazione di necessità (per spostamenti all’interno dello stesso comune o che rivestono carattere di quotidianità o che, comunque, siano effettuati abitualmente in ragione della brevità della distanza da percorrere”. Dunque, non si parla degli scontrini in nessun documento ufficiale.
Lo scontrino può essere una prova?
Tuttavia, si parla molto dei controlli incrociati per cercare di ridurre al minimo e comunque punire i furbetti degli spostamenti. Le forze dell’ordine, infatti, possono eseguire delle verifiche più approfondite sui controlli fatti. Non tramite droni, telecamere o altre tecnologie, ma solamente su quelli in cui una persona viene fermata e compila così il modulo di autocertificazione.
In caso una persona venga controllata prima di recarsi nel punto vendita, conservare lo scontrino può essere utile per provare lo spostamento, in caso di ulteriore controllo successivo? Può essere un elemento in più, ma, ripetiamo, non c’è nessun obbligo e nessuna legge che impone di conservare lo scontrino. E, di conseguenza, non verrà data alcuna multa perché manca lo scontrino.
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