Gelicidio e non solo: tutti i modi in cui il gelo si manifesta in inverno

Gelicidio, brina, galaverna e calabrosa. Come riconoscerle?

Il gelo di manifesta sotto varie forme. 3Bmeteo.com ha realizzato un articolo dove fa chiarezza sui vari fenomeni e spiega come riconoscerli
Gelicidio e non solo: tutti i modi in cui il gelo si manifesta in inverno

In questi giorni di maltempo e pesanti nevicate sulla penisola, parecchi automobilisti sono alle prese con due clienti assai sgraditi: la neve e il ghiaccio.

Ma ne esistono varie forme, che prendono i nomi più disparati: gelicidio, brina, galaverna, calabrosa. Questi strani sostantivi identificano dei fenomeni meteorologici legati alla neve e al ghiaccio, ma che spesso vengono confusi tra loro. Il noto portale meteorologico 3Bmeteo.com ha realizzato un articolo dove fa chiarezza sui vari fenomeni e spiega come riconoscerli.

 

Gelicidio

Partiamo dal gelicidio, detto anche pioggia congelantesi o vetrone. Tecnicamente il gelicidio è provocato dalla pioggia che, a causa del fenomeno della soprafusione (quando le gocce di pioggia rimangono liquide nonostante la temperatura sia inferiore a 0 gradi), cade al suolo in forma liquida pur con una temperatura dell’aria inferiore a 0 gradi, gelando poi a contatto con il terreno. In altre parole, le precipitazioni nevose ad alta quota attraversano uno spesso strato d’aria a temperatura positiva (2 o 3 gradi) e i cristalli si fondono trasformandosi in gocce di pioggia. Se a queste condizioni sommiamo la presenza di uno strato d’aria a contatto con il suolo (con una temperatura negativa di almeno 1-2 gradi o più) le goccioline d’acqua, giungendo negli strati prossimi al terreno, pur trovandosi improvvisamente a una temperatura inferiore allo 0 rimangono allo stato soprafuso. Dopodiché congelano al momento dell’impatto con il terreno o con qualsiasi superficie esposta all’aria, formando uno strato di ghiaccio sottile e trasparente (perché privo di aria) detto vetrone.

 

Brina

Il gelicidio non va confuso con la brina, un deposito di ghiaccio granuloso dall’aspetto cristallino (a forma di scaglie o aghi) che si forma per brinamento del vapore acqueo presente nell’atmosfera. La più comune in Italia è la brina da irraggiamento, molto frequente durante le notti invernali con cielo sereno e calma di vento. Un’altra tipologia è la brina da avvezione, che si forma con venti freddi ma con alti livelli di umidità dell’aria. Ma la brina può anche formarsi sopra altra brina, ghiaccio o neve e viene chiamata brina di superficie. Specialmente in montagna, la neve caduta da poco può gelare a causa dell’effetto albedo e se l’umidità dell’aria è sufficiente si formano strutture gelate simili a schegge, squame, pinne, penne o conchiglie.

 

Galaverna

Non deve essere confusa con il gelicidio neppure la galaverna, che si verifica con temperature inferiori a 0 gradi quando minuscole goccioline d’acqua fluttuanti nell’aria si solidificano intorno al suolo o sulla vegetazione, formando un rivestimento opaco (a causa della presenza di aria), biancastro e assai fragile.

 

Calabrosa

In presenza di vento forte, il rivestimento intorno alle superfici segue la sua direzione, cosicché si formano (soprattutto intorno ai tralicci di metallo e ai fusti delle piante) delle specie di lame di ghiaccio biancastre, irregolari e dentellate, larghe anche 20 centimetri se non di più: questo fenomeno si chiama calabrosa.

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